CONTRO LE VARIANTI CEMENTIFERE, LIBERIAMO GLI SPAZI SFITTI

Stamattina abbiamo occupato alcuni appartamenti in Via dell’Occhio, di
proprietà dell’Azienda regionale per il diritto allo studio
universitario (Ardsu), adibiti fino a due anni fa ad alloggi per
studenti borsisti.
L’Ardsu aveva comprato questi appartamenti due anni fa dal Comune,
nonostante fosse in vigore un contratto di comodato d’uso gratuito
valido fino al 2009 fra il Comune e l’Ardsu. Appena dopo l’acquisto
degli immobili (per un valore di circa 1.600.000 €) l’Ardsu ha deciso
di svuotarli in vista di una ristrutturazione mai iniziata, che ben
presto ha portato ad un nuovo tentativo di vendita degli appartamenti.
Ad oggi nessun ente pubblico o privato si è fatto avanti per
l’acquisto.
Con l’acquisto degli appartamenti di Via dell’Occhio l’Ardsu ha
volontariamente messo da parte le necessità degli studenti bisognosi di
casa per andare incontro alle esigenze di cassa del Comune di Pisa,
all’epoca impegnato in una dismissione pressoché totale del proprio
patrimonio immobiliare (Piano Cortopassi).
Da oggi negli appartamenti di Via dell’Occhio vivranno nuclei abitativi
composti da studenti, lavoratori precari, migranti e disoccupati,
nell’ambito del progetto di riappropriazione del reddito strutturato da
Prendocasa.
Con questa occupazione vogliamo anche prendere parola sulle
trasformazioni urbanistiche in città. Al Comune diciamo che le varianti
al regolamento urbanistico proposte di recente vanno a gravare su quei
quartieri già fortemente cementificati, senza rispondere alle reali
esigenze dei residenti, che chiedono semplicemente una maggiore
vivibilità, stanchi di vivere ai margini della città, in
quartieri-dormitorio.
Pisa non è un’isola felice: come nel resto d’Italia gli investimenti
vanno verso la gestione pubblica della crisi dei privati. Ne è
dimostrazione il “grosso favore” alla S.Gobain fatto con una vergognosa
variante urbanistica apposita.
Piuttosto che costruire casermoni a danno dei pochi spazi sociali e
verdi delle periferie di Pisa, proponiamo al Comune il recupero e il
riutilizzo a scopo sociale delle migliaia di abitazioni da anni sfitte,
secondo un progetto che coniughi vivibilità e rispetto dell’ambiente,
ma soprattutto risponda al bisogno centrale di vivere dignitosamente.
Le case occupate stamattina si trovano in un’area in cui sono presenti
altri tre grandi immobili sfitti: ex uffici, ex negozi, ex banche.
Privati in crisi che non ne hanno più bisogno. Ad oggi non sembra che
ci sia un piano per il loro riutilizzo. Non sarebbe meglio investire
nel recupero di questi immobili piuttosto che cementificare
ulteriormente la città?

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO
OCCUPIAMO LE CASE SFITTE!

Progetto Prendocasa                                
                                                                        Precar* Autorganizzat*