Funzionario Apes irrompe in una casa abitata, l’inquilino lo caccia

Ieri pomeriggio nel quartiere di Sant’Ermete si è verificato l’ennesimo disastro targato Apes. Un funzionario dell’azienda per le case popolari ha cercato di eseguire uno sfratto in una palazzina del quartiere con l’ausilio di un operaio che ha sfondato la porta.

L’Apes voleva rientrare in possesso dell’appartamento dopo il recente decesso dell’anziana assegnataria, venuta a mancare poche settimane fa, ma nella casa vive anche il nipote della donna, residente lì da oltre sei anni. Situazione, questa, ben nota all’azienda.

L’inquilino in quel momento non si trovava in casa; allertato da alcuni vicini che avevano visto movimenti sospetti, è rientrato in tutta fretta, trovando la porta sfondata e degli sconosciuti nella sua stanza. La naturale reazione è stata quella di cacciarli in malo modo.

Per provare a rimediare all’ennesima figuraccia l’Apes il giorno seguente ha pubblicato sulla stampa una ricostruzione del tutto fantasiosa dell’accaduto, sostenendo che i propri dipendenti fossero stati aggrediti e picchiati praticamente senza motivo durante un semplice sopralluogo; la verità è un’altra, ciò che è accaduto è stata una legittima difesa contro uno sfratto.

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Riportiamo il comunicato del comitato di Sant’Ermete che sfata le bugie e ricostruisce l’accaduto:

ANCORA FALSITÀ E DENIGRAZIONI DA PARTE DI APES NEI CONFRONTI DI SANTERMETE.
Stamani sui giornali viene riportato a grande voce una storia fantasiosa ricostruita dal funzionario dell’Apes il quale denuncia sarebbe stato picchiato da un parente di una donna defunta assegnataria di un alloggio in Sant’ermete. Noi sappiamo come sono andati i fatti e che questo clima di tensione dipende unicamente da Apes che non rispetta gli inquilini e il nostro quartiere con continui abusi e prepotenze. Nello specifico ieri era in corso UNO SFRATTO, non un sopralluogo come descritto nel giornale, e l’inquilino è residente nell’appartamento da 6 anni: non è vero che la persona e’ residente in un altro alloggio e l’Apes lo sa benissimo poiché percepisce l’indennità per l’ospitalità! L’Apes ha aspettato il decesso della nonna per provare a rientrare in possesso dell’alloggio. INOLTRE C’E’ SCRITTO CHE L’ALLOGGIO DEVE ESSERE RIASSEGNATO A FAMIGLIE IN GRADUATORIA. Questa è un ulteriore fandonia poiché le case di Sant’ermete non sono a norma e gli alloggi vuoti non vengono assegnati come alloggi di risulta bensì in sovraffollamento in emergenza abitativa. Assegnazioni che recentemente grazie alle proteste del comitato sono state BLOCCATE. Infine la solita vigliacca piagnuta sulla violenza di Sant’ermete. A quello che noi sappiamo, il ragazzo è stato avvertito da un vicino di casa del fatto che estranei stavano SFONDANDO l’appartamento e appena recato sul posto ha allontanato coloro che lo volevano sbattere in mezzo alla strada. E’ da sottolineare che nessuno aveva avvertito il ragazzo che ci sarebbe stato il giorno lo sfratto.
I funzionari di Apes che si lamentano della situazione “insostenibile”, devono guardarsi allo specchio prima di giudicare gli abitanti del quartiere: quanta violenza subiscono chi da 50 anni vive in case fatiscenti pagando affitti, chi da anni aspetta alloggi nuovi e si ritrova progetti fantasma con tanto di sparizione di 10 milioni di euro. Cosa devono dire le decine di famiglie che sono state stipate come in una discarica in 8 in un alloggio di una o due camere. BASTA CON QUESTA IPOCRISIA! Noi come comitato difenderemo davanti alle aule di giustizia e nelle strade il diritto di questa persone di avere un alloggio!
LEGITTIMA DIFESA CONTRO LE PREPOTENZE ISTITUZIONALI