IL CASO EX STALLETTE: QUANDO IL COMUNE LA FA DA PADRONE

Un silenzio ambiguo circonda la situazione delle
Ex-Stallette. Il Comune, che a Gennaio ha notificato agli inquilini
l’istanza di sgombero da rendere esecutivo entro Maggio, non mostra per
ora di voler prendere in cosiderazione la possibilità di una soluzione
alternativa, anzi minaccia con arroganza di voler ricorrere ad un uso
massiccio della forza pubblica per garantire che l’area venga liberata
entro i termini stabiliti.

 

L’area delle Ex-Stallette, un tempo sede delle
stalle in cui venivano alloggiati gli animali destinati al macello,
risulta occupata dall’immediato dopoguerra, quando un gruppo di
famiglie sfollate in seguito ai bombardamenti, vi si sistemarono.

Nei decenni successivi, senza che le amministrazioni comunali
pensassero a dar loro un’altra sistemazione, gli abitanti di quel
riparo di fortuna lo adattarono alle loro esigenze abitative,
spendendoci fatica, sudore e tanti quattrini.

Per un lungo periodo i nuclei occupanti hanno pagato l’affitto
che, sotto diverse forme (indennità di occupazione o vero e proprio
canone), il comune o gli enti preposti alla gestione degli immobili
pubblici hanno provveduto a riscuotere, nonostante legalmente quelle
abitazioni risultassero abusive e non idonee dal punto di vista
urbanistico. Proprio in virtù di quest’ambiguità le amministrazioni non
hanno mai provveduto a rendere gli stabili abitabili, né a fornire gli
allacci delle utenze.
In questi anni gli inquilini stanno affrontando una causa legale
intentata dal Comune in seguito ad un contenzioso sull’uso
dell’allaccio dell’acqua che per decenni è stata fornita gratuitamente
e solo quando si è trattato di far quadrare i bilanci è stata negata e
sono stati chiesti 100.000 Euro di risarcimenti per ogni nucleo.
 
Questa che riassumiamo in poche righe è una storia
lunga 50 anni, che ora il Comune vuole bruscamente interrompere con
un’ordinanza di sgombero.
Non è la prima volta che viene intimato agli inquilini delle
Ex-Stallette di lasciare l’area, dagli anni 80 ad oggi sono state
notificate altre tre ordinanze di sgombero, mai rese esecutive.

Perchè allora questa volta dovrebbe essere diverso?
Da un lato la differenza la fanno i finanziamenti del PIUSS, diversi
milioni di Euro cui il comune avrebbe accesso attraverso un progetto di
riqualificazione urbanistica che riguarderebbe gran parte dell’antica
cinta muraria e di una parte dell’area sottostante in cui rientrerebbe
l’intero sito delle Ex-Stallette e dei vecchi Macelli dove il progetto
prevederebbe di realizzare il Museo del Calcolo.

Ciò che mette in apprensione l’amministrazione comunale è la
condizione necessaria allo stanziamento dei fondi, ovvero la messa in
atto del progetto che non può aver luogo finchè l’area delle stallette
rimane abitata.
Per creare tale condizione viene messa in atto la sempre valida
politica del divide et impera:
tre dei nove nuclei che risiedono nell’area risultano assegnatari per
alloggio popolare ed è stato loro garantito che entro la data prevista
per lo sgombero vi avrebbero avuto accesso (anche se ad oggi non sono
state assegnate ancora le case previste dalla graduatoria degli
assegnatari del 2006), nonostante le promesse però neppure loro hanno
avuto fin ora notizie.
Gli altri nuclei verranno invece abbandonati a loro stessi e lasciati
in balìa del libero mercato.

Dall’altro lato sono proprio gli inquilini a voler finalmente
mettere fine ad una situazione che dura da troppo tempo. Nessuno di
loro ha intenzione di sottostare agli umori delle giunte comunali che
si succedono, o di aspettare che da un momento all’altro qualche
amministratore decida che le loro case devono essere utilizzate per un
museo oggi, magari domani per un albergo o per un parcheggio poi.

Per tutti il percorso che sta prendendo piede, e che ha visto la
luce con la costituzione di un comitato spontaneo che riunisce, oltre
ai nuclei che abitano le Ex-Stallette, anche un gran numero di famiglie
e persone solidali, che riconoscono l’urgenza di lottare per il diritto
alla casa e che individuano nel Caso-Stallette il simbolo del
malfunzionamento delle politiche abitative comunali, rappresenta
l’unica alternativa in grado di dare una soluzione, mettendo in
evidenza e denunciando i vuoti degli enti locali.
L’amministrazione infatti, non solo non intende garantire ai propri
cittadini una soluzione praticabile, ma assume il tipico atteggiamento
di un qualsiasi proprietario immobiliare che, laddove intravvede un
maggiore profitto, non esita a liberarsi di chi ha fin ora abitato e
reso propria una casa.
 
Il Comitato contro lo sgombero delle Ex-Stallette
ha più volte ribadito come non intende per nessuna ragione cedere il
passo a progetti che avrebbero come unico risultato immediato quello di
lasciare senza casa nove nuclei familiari.

Le minacce dell’uso della forza hanno un unico risvolto: quello di
accrescere la rabbia e la determinazione degli abitanti e di
moltiplicare la rete di solidarietà che li abbraccia.
Senza una soluzione nessuno metterà un piede fuori dalle Stallette.
 
Di seguito pubblichiamo il comunicato del Comitato contro lo
sgombero delle Ex-Stallete, nel quale inoltre il comitato dà la sua
solidarietà agli occupanti di Via Marsala:



Senza una soluzione noi di qui non ce ne andiamo!

Lo scorso 27 marzo il Comitato contro lo sgombero delle Ex- Stallette
ha svolto un volantinaggio informativo davanti all’ingresso del
Municipio al fine di portare a conoscenza della cittadinanza i problemi
che gli inquilini, cui è stata notificata due mesi fa un’istanza di
sgombero da rendere esecutivo entro aprile, sono costretti ad
affrontare.

Nel volantino, che è stato fatto recapitare al Sindaco e
consegnato personalmente all’assessore Zambito nel corso di un
incontro, veniva delineata la situazione in cui versa l’area delle
Ex-Stallette sia a livello politico e sociale, sia a livello abitativo.
A sostenere l’iniziativa erano presenti numerose persone e nuclei
familiari solidali.

Sia nel corso del colloquio, sia nel contenuto dei volantini non
si è fatto accenno alla possibilità di risolvere i problemi in ambito
legale, è stata messa anzi l’accento sulla latitanza del comune e delle
amministrazioni che si sono succedute.
Il problema, e questo è stato chiaro da subito, è di natura politica e
sociale, non giuridico, e tale deve essere la soluzione.
Nel corso del dibattito l’assessore ha addirittura lasciato la sala
delle Baleari, luogo dell’incontro con gli inquilini, non riuscendo più
a sostenere la discussione.

A distanza di quasi una settimana ha però ritenuto opportuno
comparire sui giornali con una lettera in cui veniva data una risposta
all’unica istanza che non era stata presentata dal comitato, bensì dal
sindacato Unione Inquilini, e cioè quella di intervenire con una
sanatoria e risolvere quindi in maniera giuridica il problema.
Un dibattito sulla questione della sanatoria è una pura e semplice
divagazione, una strumentalizzazione utile solamente a spostare
l’attenzione dal reale fulcro del discorso e a fare della propaganda
politica a buon mercato, citando le poche iniziative che il comune ha
provato a prendere in questi anni per risolvere l’emergenza abitativa.
Ad oggi oltre gli articoli apparsi sui giornali il comune non ha preso
in considerazione nessuna soluzione se non quella di sgombero dell’
intera area proponendo solo ad alcune famglie un alloggio alternativo,
e condannando le altre a trovare soluzioni di fortuna.

Un comportamento questo che indica l’incapacità di assumersi la
responsabilità politica e civile del destino di queste persone.
E’ come diretta conseguenza all’inseguimento di un interesse economico
che l’amministrazione vuole letteralmente mettere le mani su di un’
area che nei decenni gli inquilini hanno trasformato, vissuto ed
adattato alle loro esigenze, andando incontro anche a pesanti sacrifici
ed ora pretendono che vengano riconosciuti.

All’assenza o all’indifferenza di questa e delle altre
amministrazioni ed alla prepotenza di un Comune che si comporta come un
qualsiasi proprietario immobiliare, il Comitato contro lo sgombero
risponde con determinazione, ribadendo l’intenzione di non lasciare per
nessuna ragione le “Ex-Stallette”, se non davanti ad una soluzione
praticabile.

E’ a queste istanze ed a questo soggetto politico spontaneamente
costituito che il Comune deve rispondere, che siano dichiarazioni o che
siano fatti, non accettiamo di essere estromessi da un dibattito che ci
riguarda in prima persona.
Riteniamo doveroso far sentire la nostra vicinanza e solidarietà attiva
alle otto famiglie occupanti di Riglione ed al Comitato territoriale di
Pisa Est che in questo momento lottano per il diritto alla casa, contro
la prepotenza dei grossi immobiliaristi.


Comitato contro lo sgombero delle Ex-Stallette