Firenze: condanne al Movimento di Lotta per la Casa

Tratto dal blog del Movimento di Lotta per la Casa di Firenze – 16 ottobre 2009
 
CONDANNE PER L’OCCUPAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 1995
Si è svolta, nella giornata di ieri, presso la Corte di Cassazione di
Roma l’udienza per discutere il ricorso in Cassazione presentato dai
legali di Lorenzo Bargellini. L’udienza è terminata in tarda serata e
il ricorso è stato dichiarato inamissibile. E’, quindi, confermata la
condanna a Lorenzo Bargellini ad un’anno e quattro mesi per il reato di
Violenza a Corpo amministrativo e politico dello stato..Ed è proprio
sulla natura del reato che è stato presentato il ricorso in cassazione.

I FATTI:
Il sette novembre 1995 circa 200 donne, uomini e bambini fanno
irruzione nel Consiglio Comunale. Anticipano l’arrivo di consiglieri e
assessori. Lo scopo dichiarato era l’avvio di una trattativa con il
Sindaco di Firenze per ottenere la riapertura dell’Assessorato alla
Casa, allora cancellato e sostituito con l’assessorato alla sicurezza
sociale. Dopo due ore di proteste, gli occupanti lasciarono
spontaneamente il Consiglio. Non ci furono incidenti ma solo alcuni
momenti di tensione. Nei giorni successivi tutti i partiti CONDANNARONO
l’irruzione in Consiglio e fù avviata una pesante inchiesta
giudiziaria. L’inchiesta arrivò ad ipotizzare, con l’aiuto di qualche
"pentito", anche l’ipotesi di reato di "associazione per delinquere".
L’ITER GIUDIZIARIO:
Quasi tutti i Consiglieri Comunali rilasciarano dichiarazioni spontanee
particolarmente pesanti ai magistrati. Diciharazioni che furono
puntualmente ritrattate nel processo di primo grado. Nonostante il
dibattimento ricostruì la dinamica dei fatti come PROTESTA e non come
atto di violenza le condanne non mancarono. Da due anni a otto mesi a
seconda delle reponsabilità attribuite ai militanti del movimento. Il
processo di appello ha diminuito leggermente le condanne (da un’anno e
quattro mesi sino a sei mesi e alcune assoluzioni…). Da qui la
decisione di ricorrere in Cassazione. Decisione maturata, non solo in
funzione della pena, ma sopratutto in funzione del reato attribuito.
Ricordiamo che VIOLENZA A CORPO POLITICO E AMMINISTRATIVO DELLO STATO è
un vecchio reato attribuibile al codice Rocco e prevede sanzioni penali
che vanno dai sei ai quindici anni, e diventa un pericoloso precedente
per chiunque, oggi, esprime il proprio DIRITTO DI CRITICA NEI CONFRONTI
DELL’OPERATO ISTITUZIONALE. Nonostante l’accalorato impegno dei legali
la materia del reato non sarà ridiscussa in Corte Costituzionale e la
sentenza è stata confermata…

LIBERTA’ DI MOVIMENTO
Risparmiamo la "retorica" inerente alle lotte sociali e
quant’altro…Ma ci preme ribadire che un insieme di reati che vanno
dal blocco stradale alla rsistenza a pubblico ufficiale, alle
occupazioni di stabili, all’interruzione di pubblico servizio
rappresentano, nella società attuale una vera e propria "abiura" del
diritto costituzionale. Un metodo e una forma per organizzare il
controllo sociale e disciplinare dei movimenti. Queste aberrazioni del
Diritto, insieme all’applicazione dei vari "pacchetti sicurezza" che
distruggono la vita di milioni di migranti sono l’humus quotidiano
sulla quale sopravvive una società precaria…la ricerca costante di
sicurezza nella precarietà significa stroncare sul nascere ogni
possibile momento di insorgenza sociale e anche qualsiasi elemento di
costruzione di un altro mondo possibile…

Le troppe condanne accumalate dal Movimento di Lotta per la Casa,
come dai movimenti contro la guerra, contro la precarietà e contro la
privatizzazione dei "saperi" sono il segnale chiaro di istituzioni che
fanno paura e che hanno paura…

Libertà, oggi, significa costruire le BASi concrete e quotidiane
di percorsi credibili nella società e di rapporti sociali aperti, tesi
a organizzare un futuro diverso per tutte e tutti.

Non ci spaventano le condanne, ma il loro delirio securitario e
la loro concezione di un pianeta che vive solo in funzione di guerre,
profitti, merci e violenza contro le tante DIVERSITA’.

Per queste ragioni siamo vicini alle compagne e ai compagni che,
ancora oggi, cercano nel piccolo come nel grande, di mettere in
discussione il DOMINIO GLOBALE su milioni di donne e uomini.
 

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