Ad un anno dalla prima occupazione, Prendocasa lotta ancora per il diritto ad abitare

gramigna | 06 Dicembre, 2008 10:20

Pisa
– Nuova occupazione di Prendocasa in città. Ad un anno dalle prime
occupazioni un altra famiglia ha trovato casa. L’alloggio sfitto si
trova in via Rainaldo, a due passi dal viale delle Piagge. Già in
mattinata vi è stato un primo contatto con la proprietà.

Si allunga la scia di riappropriazioni che sembra diffondersi sempre
più tra precari, migranti e studenti. Nel quartiere è stato diffuso un
volantino in cui si spiegavano le ragioni dell’occupazione.

"Cari vicini,
come in ogni buon rapporto di vicinato abbiamo ritenuto necessario
presentarci.
Siamo i nuovi abitanti di un appartamento rimasto sfitto per anni in
questo quartiere, di proprietà di una nota famiglia di imprenditori
pisani.
La nostra occupazione si inserisce in un progetto autorganizzato che
abbiamo chiamato “Prendocasa”, a cui partecipano studenti, lavoratori
precari e migranti, che si trovano nell’impossibilità materiale di
pagare un affitto.

Molti di noi hanno contratti di lavoro a termine,
altri sono disoccupati, altri ancora hanno un posto di lavoro messo in
pericolo dall’aggravarsi della crisi economica.
Non stiamo drammatizzando quella che pensiamo sia una situazione nota a
tutti voi.
A Pisa esistono centinaia di case vuote e abitabili, lasciate a marcire
per anni senza che vengano né vendute né affittate. Ed è proprio questo
impressionante numero di case vuote che determina l’impennata dei
prezzi nel mercato degli affitti: se la domanda è alta e l’offerta è
scarsa è chiaro che il prezzo sale. È una delle più crude leggi di un
mercato selvaggio, che calpesta uno dei diritti fondamentali delle
persone: quello ad avere un tetto sopra la testa.

A chi si chiede perché non ci rivolgiamo al Comune,
per avere una casa popolare, chiediamo di collegarsi al sito
dell’amministrazione e di controllare quante sono le famiglie reputate
idonee ad ottenere la casa popolare e quale percentuale di esse la
ottiene veramente: è una quantità irrisoria e anche chi risulta
assegnatario spesso è costretto ad aspettare mesi e mesi prima di
entrare nella casa che gli spetta di diritto.
E non ci aspettiamo certo che la situazione migliori. In questo momento
di crisi, la risposta dei governi e delle amministrazioni locali è
sconcertante: tagli all’istruzione, tagli ai servizi, tagli
all’edilizia popolare.

Mentre le Banche o Alitalia si restaurano le finanze con i nostri
soldi, chi sta pagando questa crisi siamo proprio noi, lavoratori,
studenti, migranti, quelli che non riescono ad arrivare alla fine del
mese. Bene: noi questa crisi non la vogliamo pagare ed è per questo che
abbiamo deciso di sottrarre spazi alla speculazione immobiliare,
riappropriandoci di un bene fondamentale come il diritto all’abitare.
Vi salutiamo, invitandovi a contattarci per qualsiasi dubbio o
perplessità.

La famiglia della porta accanto