Dal Progetto Finestre al Progetto PrendoCasa.

 

Documento di presentazione del Progetto PrendoCasa:

 

Sabato 7 e domenica 8 dicembre 2007 il Progetto PrendoCasa ha occupato due appartamenti di proprietà pubblica nel centro di Pisa. Queste occupazioni servono a garantire un alloggio ad alcuni precari, studenti e disoccupati che non hanno alcun modo di accedere al mercato degli affitti in città. Cercheremo con questo documento di esporre in via generale il progetto di rete che abbiamo in mente, alla luce del nostro portato storico e delle nuove esigenze di un collettivo in trasformazione.

Nel 2003 il collettivo Università Antagonista ha avviato una discussione a proposito degli spazi nella città di Pisa. Questa discussione è nata da numerose esigenze messe in campo dai componenti del collettivo e in particolar modo dal bisogno casa e dalla necessità di creare uno  spazio dove realizzare progetti di aggregazione e di utilità sociale. Università Antagonista ha trovato una sintesi delle varie esigenze nell’idea di “spazio socio-abitativo”.

 Il collettivo ha lanciato perciò il “Progetto Finestre: come prendere casa senza passare dalla porta degli affitti”, che si è concretizzato il primo ottobre del 2004 con l’occupazione di uno stabile,  appartenente alla Scuola Superiore Sant’Anna, che ha preso il nome di “Spazio socio-abitativo SanLorenzo”.

Quasi un anno di vita di quest’esperienza ha portato alla nascita di moltissimi progetti sociali (sala prove, aule studio, doposcuola, orto autogestito, molti concerti ed iniziative culturali), oltre a garantire un tetto a circa trenta persone.

All’esperienza del SanLorenzo sono seguiti altre occupazioni, che hanno portato con sé una forte componente di denuncia e di inchiesta sul caro affitti e sulle speculazioni edilizie e che hanno messo in evidenza il ruolo dell’amministrazione pubblica all’interno della scandalosa situazione abitativa pisana. Università Antagonista ha ricordato alla città più di una volta lo scandalo della Mattonaia ed ha reso di dominio pubblico un dibattito sulle cartolarizzazioni e sulle privatizzazioni selvagge, come nel caso delle speculazioni sugli immobili ex-Enel.

L’ultimo tentativo di dar vita ad uno spazio autogestito, sul modello di San Lorenzo (concepito quindi come spazio socio-abitativo), è stato l’occupazione di uno stabile, ancora una volta di proprietà del Sant’Anna, in via Carducci.

Nonostante all’interno dello spazio occupato la dimensione abitativa fosse nettamente prevalente rispetto a quella sociale (da un punto di vista fisico lo spazio comprendeva una decina di stanze adibite ad uso abitativo e solo un piccolo locale adibito a bar e spazio sociale), l’esperienza dell’occupazione dello stabile in via Carducci ha innescato una lunga e radicale discussione all’interno del collettivo Università Antagonista. Ci siamo resi conto che le modalità attraverso le quali avevamo portato avanti la nostra lotta per rivendicare il diritto all’abitare fino a quel momento, non solo di fatto impedivano la discussione e l’impegno a proposito di progetti di altro tipo, ma non erano nemmeno in grado di soddisfare l’esigenza abitativa da cui il nostro progetto prendeva le mosse: da un lato infatti i mille problemi legati alla gestione sia materiale che politica di uno spazio di vaste dimensioni faceva costantemente passare in secondo piano qualsiasi tipo di discussione che fuoriuscisse da questioni strettamente inerenti l’occupazione. Dall’altro, il modello di occupazione socio-abitativo si è rivelato molto problematico dal punto di vista della qualità dell’abitare. Uno spazio socio abitativo di grandi dimensioni, che prevede la convivenza di molte persone, e che impone un livello di gestione complessa da molti punti di vista (rapporto con il quartiere, pulizie, manutenzione…), non è in grado di offrire una sistemazione adeguata e vivibile, e soprattutto non costituisce un modello riproducibile.

Il ripensamento del modello di occupazione a scopo socio-abitativo che è iniziato in coincidenza dell’occupazione di via Carducci non è stato innescato solo dal palesarsi dei due problemi già spiegati, ma anche da un forte cambiamento avvenuto all’interno del collettivo Università Antagonista: se nel 2003, quando è stato occupato San Lorenzo, la maggior parte del collettivo era composta da studenti, oggi la maggior parte è composta da lavoratori precari, o comunque da persone che pur continuando a studiare vivono anche una condizione lavorativa basata su contratti a termine, prestazioni di lavoro occasionale, quando non direttamente sul lavoro al nero.

L’esigenza di lottare per il diritto all’abitare non è venuta meno, ma ha cambiato forma, inserendosi in un percorso che comprenda varie forme di riappropriazione del reddito.

È in quest’ottica che è stato deciso di scindere i progetti sociali da quello abitativo, in modo da rendere più semplice la realizzazione degli uni e dell’altro. Partendo dall’esigenza di trovare nuove forme di lotta, nuovi percorsi, più adatti ai nuovi bisogni sorti tra i componenti del collettivo, abbiamo individuato gli obiettivi che il nostro percorso di riappropriazione del diritto all’abitare avrebbe dovuto perseguire: prima di tutto l’obiettivo di garantire alloggi dignitosi e vivibili. In secondo luogo, in stretto collegamento con il primo punto, l’obiettivo di dare alla nostra lotta un carattere veramente riproducibile. In terzo luogo l’obiettivo di darsi una forma di organizzazione tale da permettere di affiancare al percorso di lotta per il diritto all’abitare percorsi diversi.

In questa nuova dimensione il bisogno di casa non è più una cornice predominante delle attività del collettivo, ma un progetto autonomo che, tramite la riappropriazione di spazi abitativi, punta alla creazione di una rete di case occupate. Abbiamo chiamato questo progetto “PrendoCasa”.

Progetto PrendoCasa: una rete di mutuo soccorso che vuole espandersi in città

 Il Progetto PrendoCasa intende realizzare una rete di occupazioni di appartamenti in città. Esistono numerosi appartamenti sfitti a Pisa (secondo alcune stime più di tremila) che contribuiscono a tirare al rialzo il prezzo degli affitti. Ad oggi il mercato degli affitti pisano, “drogato” dalla enorme richiesta degli studenti fuori sede, risulta inaccessibile a buona parte delle famiglie, costrette a lasciare il centro storico, ma anche a molti studenti fuori sede. Ma la difficoltà ad accedere al mercato degli affitti riguarda soprattutto, con le dovute differenze, le categorie dei migranti e dei precari. I primi sopperiscono al bisogno abitativo sovraffollando i loro appartamenti, a cui i proprietari spesso impongono prezzi ancora più alti del “normale”, come a chiedere una ulteriore garanzia dovuta dall’essere straniero. Gli altri, invece, devono fare i conti con un lavoro che a tratti non c’è e che spesso non consente di pagare regolarmente un affitto.

Molti studenti universitari lavorano per pagarsi gli studi e per avere un’autonomia che però difficilmente viene raggiunta. Allo stesso modo anche chi è semplicemente un lavoratore precario deve scontrarsi con una difficoltà nel garantire a se stesso la qualità dell’esistenza e di un futuro che sembra non definirsi mai.

Il Progetto PrendoCasa si rivolge in particolare a queste categorie, che riteniamo essere le più colpite proprio perché meno garantite.

Pensiamo che sia indispensabile costruire una rete solidale di occupazioni capace di generarne altre, con l’idea che il modo migliore per difendere un’occupazione abitativa sia occupare un’altra casa.

PrendoCasa: tempi e luoghi di un progetto fra i progetti

 Mentre scriviamo questo documento sono già stati occupati due appartamenti da precari, studenti, disoccupati. Tutto questo secondo noi non basta a definire un progetto che crede e si sforza di immaginarsi di lungo periodo. Crediamo sia indispensabile raggiungere una certa stabilità soprattutto delle prime occupazioni, per garantire in un prossimo futuro a tutti coloro che vogliano avvicinarsi al Progetto PrendoCasa che la struttura del progetto sia ben radicata.

In questa cornice le due occupazioni di dicembre costituiscono una sorta di progetto pilota, indispensabile per lanciare un progetto che riesca a fare breccia nei contesti più colpiti dal caro affitti.