Mattinata di mobilitazione intensa nei quartieri popolari di Pisa e nella provincia, dove, contemporaneamente, si sono dati appuntamento decine di persone nei tre picchetti antisfratto dislocati nel quartiere popolare del Cep, a Cisanello e nell’hinterland pisano di Cascina.
Cep. Diversi abitanti del quartiere sostenuti dagli altri comitati di lotta di Sant’Ermete e San Giusto sono riusciti a far rinviare lo sfratto della famiglia di Anna che tredici anni fa aveva occupato una casa popolare. L’Apes in tutto questo tempo non ha mai voluto stipulare un contratto regolare mentre la famiglia ha più volte mostrato la volontà di regolarizzarsi. Sfratto dunque rinviato al 10 novembre dove si prospetta la minaccia della forza pubblica. Già dall’estate diverse famiglie con problemi legati alla morosità e alla precarietà abitativa hanno intavolato con l’Apes ed il Comune, le rivendicazioni di sanatoria e di annullamento del debito. Leggi tutto “Pisa: ripartono le lotte territoriali sul reddito”

Blocchi e barricate durante tutta la mattinata per le vie di Firenze. Viale Gori continua a essere bloccata dai manifestanti del Movimento di Lotta per la Casa. Gli occupanti resistenti hanno improvvisato due barricate nel viale che, dall’importante arteria di via Baracca, prosegue in direzione autostrada e aeroporto.
Un’assemblea molto partecipata quella di ieri sera nel quartiere popolare di Gagno, dove un centinaio di persone si sono ritrovate per rioccupare la “Casa del Quartiere”. Lo spazio sociale costruito dal Comune di Pisa nel 2010 con la spesa di 200mila euro e mai aperto al quartiere, era stato occupato a febbraio dal comitato di quartiere, poi sgomberato a ferragosto.
Mercoledì mattina è stata staccata la luce all’Hotel Concorde occupato. Nonostante a maggio, in seguito a una vasta mobilitazione cittadina, il Movimento fiorentino avesse ottenuto la non retroattività dell’art.5 del piano casa.
Questa pomeriggio all’ora di pranzo, diverse pattuglie di polizia municipale e di carabinieri hanno cacciato brutalmente di casa una famiglia numerosa, tra cui la nonna malata terminale, che aveva occupato una casa popolare nel quartiere di San Giusto, vicino alla stazione.
Un altro sgombero estivo, dopo quello della scorsa settimana allo studentato occupato Spot, che conferma la vigliaccheria di chi detiene il potere nella città di Pisa: due sgomberi in piena estate, sfruttando il momento in cui chi anima e costruisce lotte sul territorio, si concede qualche giorno di vacanza prima di riprendere le lotte a settembre.
Una task-force anti-abusi, contro le occupazioni di case. E’ l’ultima trovata agostiana a Roma, dove l’assessore alla Casa, Daniele Ozzimo, ha illustrato il funzionamento del “servizio” offerto 24 ore su 24: un numero e una mail per segnalare le occupazioni abusive. Un vero e proprio invito alla delazione rivolto ai cittadini e alle cittadine romane, una carta già utilizzata in passato anche per altre questioni relative a situazioni di piazza.
Alle 7.30 di questa mattina due camionette di polizia e diverse volanti della digos si sono presentate al numero di via della Faggiola 2 per eseguire l’ordinanza di sequestro di Palazzo Feroci, uno stabile dell’Università di Pisa da anni tenuto vuoto e da un anno e mezzo occupato per dare casa a decine di studenti in lotta contro il caro affitti in città. Esattamente come per il Lucernario della Sapienza, lo sgombero dello studentato Spot, fortemente voluto dal Rettore Augello, arriva vigliaccamente in pieno agosto, in una città deserta e svuotata dei suoi ventimila studenti fuori sede. Spot ha rappresentato un’alternativa concreta di lotta all’emergenza abitativa davanti alla passiva complicità delle istituzioni con lo stato di cose presenti.
Ieri pomeriggio (lunedì 28 luglio) con una delegazione dei comitati di quartiere di Sant’Ermete e Gagno, siamo andati in Via Fermi dove abbiamo incontrato il dirigente Quinti e l’avvocata Gianpaoli dell’Apes, azienda che gestisce le case popolari del Comune di Pisa. L’incontro di ieri è venuto a seguito di momenti di protesta di qualche mese fa, dove, in tanti abitanti dei quartieri popolari, abbiamo deciso di iniziare a far valere i nostri diritti in quanto abitanti e residenti in questi quartieri.