E’ notizia diffusa pochi giorni fa quella che vede il comune di Pisa e provincia come città con il record in toscana per numero di convalide di sfratti emesse dai tribunali. Infatti i sindacati inquilini hanno evidenziato in Regione la grave situazione che si vive nella nostra città. Con esattezza i dati forniti alla regione che fanno riferimento al 2016 quantificano le convalide di sfratto in 452, e ben 513 invece il numero di accessi con richiesta di forza pubblica di cui 391 eseguiti e la maggior parte di questi proprio con l’utilizzo della forza. Il commento dei sindacati inquilini rispetto a questi dati preoccupanti, che vedono dunque centinaia di famiglie a rischio di finire in mezzo ad una strada, è riferito agli strumenti preposti dalle amministrazioni locali alla risoluzione dell’emergenza abitativa, “gli strumenti in campo sono insufficenti, ci vogliono investimenti e modifiche alla legge regionale”. Questi dati in effetti confermano una tendenza che nella nostra città e nella provincia già risulta essere una verità oggettiva. Infatti nell’ultimo anno più di cento sono stati gli accessi dell’ufficiale giudiziario respinti dai comitati di lotta per l’abitare con l’ausilio dei sindacati inquilini, che hanno dato vita a picchetti antisfratto che più volte sono rimbalzati sulla cronaca locale per la tensione che inevitabilmente si è venuta a creare tra inquilini che non vogliono finire per strada e proprietari agguerriti nel riprendersi il proprio immobile per ristabilire la propria rendita.
Tensione sociale che testimonia non solo la proporzione del fenomeno ma anche e soprattutto l’inadeguatezza delle amministrazioni nel garantire il diritto alla casa ai propri cittadini, i quali sempre in maggior numero ricorrono alle pratiche del picchetto antisfratto e della lotta. In tutto questo la nuova legge regionale passata in vigore nel 2014 che è andata a sostituire la vecchia legge 96/96 ha ristretto notevolmente la possibilità di accedere a bandi e contributi istituiti contro l’emergenza abitativa. E’ chiaro dunque che sempre di più la polizia e la forza sono l’unico strumento che le amministrazioni locali mettono in campo contro le tantissime famiglie in emergenza abitativa ed è altrettanto chiaro che la nostra città in particolare spicca per incapacità di risoluzione di questo problema sociale che immediatamente interpella la politica, che in una qualche maniera, prima o poi, dovrà fare i conti con le proprie responsabilità.