Le mani di Confedilizia contro la sospensione degli sfratti

La commissione territoriale sfratti ha il compito di valutare le richieste di sospensione della forza pubblica per le famiglie in grave disagio abitativo che rischiano di andare in mezzo alla strada a causa di una “morosità incolpevole”. A Pisa nell’ultima commissione sono stati valutati più di 50 nuclei che nelle prossime settimane riceveranno la visita dell’ufficiale giudiziario e delle forze dell’ordine, per i quali è stata avanzata la richiesta di sospensione alla prefettura.

Questi nuclei familiari, oltre a subire il dramma e la possibilità di essere sfrattati, oltre a girare come trottole alla ricerca continua di un posto di lavoro che gli possa dare una possibilità di sperare nella risoluzione del problema; queste famiglie, costantemente sotto ricatto di perdita dell’alloggio, sono letteralmente rimbalzate dai veri enti e uffici (servizi sociali, uffici del comune e per l’edilizia sociale, anagrafe, CAF, ecc) per vedersi garantito il diritto alla casa. Questi enti dicono alle famiglie di seguire i percorsi istituzionali proposti, come ad esempio gli incontri con gli assistenti sociali e la partecipazione ai vari bandi pubblici come la domanda per la casa popolare, per la morosità incolpevole e per l’Agenzia Casa. Di fatto non solo questi bandi non vengono mai resi pubblici con regolarità, ma hanno dei vincoli che escludono molte famiglie e soprattutto poche “risorse”.

Non è sufficiente “impegnarsi” nelle procedure burocratiche dell’emergenza abitativa: il problema di fondo è insormontabile e l’uscita dalla precarietà e dal ricatto abitativo un miraggio. Le famiglie sotto sfratto sono estromesse da questo mercato degli affitti: chi non ha un reddito continuativo e da benestante si trova le porte chiuse in faccia dalle agenzie immobiliari e dai proprietari che chiedono “garanzie” di pagamento.                                                                             All’origine di questa vera e propria angoscia di massa c’è la oramai conclamata impossibilità di sostenere, nell’epoca della crisi, i contratti di affitto a libero mercato e la scelta delle Istituzioni di smantellare l’edilizia residenziale pubblica.

Negli ultimi 15 giorni, dopo numerosi picchetti anti-sfratto organizzati dalle famiglie in emergenza abitativa che hanno sventato l’esecuzione dei provvedimenti e la presa di posizione dei sindacati inquilini che hanno esplicitato questa situazione, la Commissione territoriale ha richiesto alla Prefettura il blocco della forza pubblica agli sfratti fino al 13 maggio. Un periodo di tempo relativamente inconsistente che di certo non risolverà il problema, non permetterà di assegnare tutte le case popolari vuote e non ridurrà il costo altissimo degli affitti, ma che può essere utile al fine di convincere i proprietari ad accettare il contributo per la morosità incolpevole in cambio di annullare il procedimento di sfratto e di fare pressione sulle istituzioni locali affinchè vengano immesse le centinaia di case vuote a disposizione per le famiglie in emergenza abitativa. Ma dalla data della commissione alla risposta del prefetto sono passate settimane. In questo lasso di tempo le famiglie segnalate per la sospensione hanno dovuto subire comunque il tentativo forzoso di squadre di vigili urbani, come a Cascina, che hanno cercato violentemente di eseguire l’accesso nei confronti di un nucleo con tre figli minori.

Adesso l’esito di questa Commissione dice che la sospensione degli sfratti è stata applicata solo per i comuni di Pisa e Cascina, tagliando fuori le famiglie sotto sfratto dei comuni limitrofi come San Giuliano, Vecchiano e Santa Maria a Monte. Inoltre, nei comuni che sono stati presi in considerazione, alcune famiglie sono state escluse in quanto: “CONSIDERATO che, dalla predetta comunicazione, alcuni nominativi segnalati non risultano ammessi al contributo nazionale per sfratto per morosità incolpevole e, per tanto, alla luce della normativa di settore, non possono essere inseriti nel presente provvedimento […]” La volontà di escludere queste famiglie è da attribuire sicuramente a Confedilizia, associazione che tutela i diritti dei proprietari e dei costruttori. Confedilizia, presente alla Commissione, ha dichiarato: “Confedilizia Pisa, si oppone alla richiesta di sospensione di esecuzione degli sfratti, come nominativamente indicati, in quanto si tratta di sospensioni di procedure esecutive azionate dai proprietari in forza di legittimi provvedimenti di rilascio emessi dall’Autorità Giudiziaria, nel rispetto della garanzia costituzionale del diritto di proprietà e nel rispetto della procedura prevista. […] si oppone inoltre alla richiesta di sospensione sfratti al Prefetto nei casi per i quali il conduttore non ha presentato la domanda di ammissione al bando della morosità incolpevole, o vi è stato escluso, o in quanto ipotesi di sfratto per finita locazione […]”

Detto fatto! La Prefettura ha recepito il messaggio di Confedilizia per la quale altre famiglie dovranno essere sfrattate, senza se e senza ma. Questa motivazione però è pretestuosa in quanto le famiglie sono state escluse per “non essere state ammesse al bando della morosità incolpevole”. In realtà queste famiglie stanno ancora aspettando l’uscita di un nuovo bando a cui fare domanda ma che sta tardando nella pubblicazione. Quindi vogliamo chiedere conto alla Associazione dei proprietari – Confedilizia Pisa – di quanto può costare in termini di insicurezza, povertà, disagio sociale, la tutela della loro rendita? Quanti “scarti” devono essere ancora prodotti dalle finte ed ipocrite regolamentazioni, per far beneficiare ai grandi proprietari il loro guadagno? Chiediamo conto anche ai Dirigenti del Comune, agli assessori (in)competenti, ai membri della Commissione territoriale: quanto pensate che debba andare avanti questa truffa sulle spalle delle famiglie che per anni hanno arricchito i loro proprietari, che per anni hanno aspettato “il loro turno” nella lotteria delle case popolari ed oggi si trovano con le porte chiuse in faccia?. Noi siamo tanti e saremo sempre di più. Siamo venuti qui per riaprire queste porte. Per ottenere i nostri diritti. Per ottenere il rispetto dalle Istituzioni e non vigili e poliziotti a sgomberare le nostre famiglie. Per ottenere giustizia sociale fatta di tetti sulla testa e contratti di affitto equi. Perciò pretendiamo la sospensione completa degli sfratti e l’apertura di un tavolo straordinario sull’emergenza abitativa. Consapevoli che la nostra voce non sarà ancora ascoltata, convochiamo da subito una mobilitazione per venerdì 28 aprile di fronte alla Prefettura alle ore 16.

Progetto Prendocasa – Famiglie sotto sfratto