Il nuovo anno è iniziato con le stesse “vecchie” problematiche sociali: disoccupazione, tasse da pagare, riduzione delle ore di lavoro. Queste sono alcune delle conseguenze dovute a scelte economiche e politiche istituzionali che invece di sostenere le famiglie ed intervenire sulla crisi economica, sostengono le banche e la finanza.
Una di queste conseguenze che conosciamo bene è quella del dramma degli sfratti. Negli ultimi giorni il tema dell’emergenza abitativa è molto vivo e si sta aprendo un forte divario: da una parte ci sono i politici pisani e cascinesi che tamponano l’emergenza con la sospensione temporanea (fino al 28 febbraio) della forza pubblica agli sfratti ma che riguarda soltanto 13 famiglie (8 a Pisa e 5 a Cascina) e che allo stesso tempo promuovono una linea dura contro gli abusivi, i morosi ed i senza titolo. Il nuovo assessore leghista di Cascina Ziello ha infatti espresso la volontà di sfrattare chiunque si trovi in una situazione di irregolarità. Li chiama “furbetti”. Anche l’assessore Zambito del Pd pisano chiama così le famiglie in difficoltà.
Dall’altra parte invece, tralasciando il marasma politico istituzionale e le dichiarazioni dei vari assessori, ci sono centinaia di famiglie che fanno i conti con questa dramma. E tra queste ce ne sono a decine che hanno iniziato da tempo ad organizzarsi contro gli sfratti, promuovendo momenti di resistenza nelle mattine in cui ufficiale giudiziario e polizia si presentano a sfrattarle.
Oltre a impedire lo sfratto durante i vari accessi dell’ufficiale giudiziario, le famiglie promuovono proposte concrete: partecipando al bando pubblico per la morosità incolpevole che prevede il pagamento con soldi pubblici della morosità accumulata nei confronti dei proprietari, vengono avanzate proposte di ricalcolo e ridefinizione di nuovi contratti, nelle stesse abitazioni, ma con costi assai minori. Questo è l’“affitto sociale” che vogliono le famiglie che aspettano la casa popolare ma che ancora sono costrette a pagare 600/700 euro di affitto privato.
In passato, alcuni proprietari che accettavano i soldi pubblici, rifacevano contratti d’affitto alle stesse cifre precedenti ed il risultato era che solo dopo pochi mesi la famiglia si ritrovava di nuovo con lo sfratto esecutivo se la situazione reddituale non era cambiata.
Negli ultimi due anni tantissime famiglie sono riuscite ad evitare lo sfratto, resistendo e lottando, ma anche riuscendo a farsi abbassare il canone di locazione, partecipando al bando morosità ed avanzando queste proposte.
Questa formula e proposta di lotta, sta vedendo la partecipazione di molti nuclei familiari che così riescono a pagare cifre adatte ai loro redditi, magari temporaneamente, in attesa di una casa popolare.
Questa è la situazione di moltissime persone che vivono questa condizione ma che stanno reagendo alla possibilità di finire in mezzo alla strada. Lo sanno bene Edmond, Fabio e Giorgio che negli ultimi giorni si sono opposti allo sfratto, nonostante la presenza dei carabinieri, e che dalle loro abitazioni di Cascina, Marina di Pisae il quartiere La Cella vogliono diffondere questa lotta. I loro proprietari, tutti molto ricchi e possedenti di centinaia di case, fino ad ora hanno ostentato le proposte di incontri per la formulazione di proposte dei nuovo contratti.
La breve e temporanea sospensione dell’uso della polizia agli sfratti potrà dare la possibilità, oltre che respiro, alle famiglie di continuare a proporre queste trattative sui nuovi canoni di affitto; ma il vero fattore che ad ora sta impedendo tantissimi sfratti è proprio la forza e l’unione di queste famiglie che stanno lottando senza più paura, affrontando i loro proprietari di casa, gli ufficiali giudiziari, la polizia e gli assessori comunali.