Cinquecento persone sono scese in piazza per il diritto alla casa nella periferia nord della città. La manifestazione ha sfilato per tutta via Baracca, luga e importante arteria che attraversa il quarietere popolare di Novoli. Un territorio in cui la crisi picchia duro e che nell’ultimo anno ha visto sempre più persone farsi protagoniste delle battaglie per il diritto all’abitare.
Blocco degli sfratti, abolizione dell’art.5, requisizione ed assegnazione dello sfitto, fine della truffa dell’housing sociale e degli “affitti calmierati”, riduzione generalizzata dei canoni di affitto: queste alcune delle ragioni e delle rivendicazioni della giornata a cui si è affiancata la richiesta di “verità e giustizia per Raphel”, giovane di 18 anni senza permesso di soggiorno morto durante un controllo di polizia più che anomalo in un appartamento di via di Novoli.
Tantissimi gli interventi che si sono susseguiti dal fungoncino con cui gli uomini e le donne delle occupazioni e dei comitati hanno raccontato le proprie lotte e dichiarato la propria volontà di non arrendersi di fronte a delle istituzioni sempre più sorde e cieche rispetto ai bisogni delle persone. Tante e forti le prese di parola contro il razzismo di stato e gli abusi di polizia.
Le donne in lotta contro l’umiliazione delle strutture di accoglienza per senza-casa; gli inquilini di via Castelnuovo Tedesco che da alcuni mesi hanno deciso di auto-ridursi l’affitto dopo essere stati truffati dai bandi per gli “affitti calmierati”; gli abitanti delle tante case occupate di via Baracca; gli occupanti dell’Hotel Concorde che hanno alzato le barricate contro il distacco della luce e l’art.5; i tantissimi giovani e meno giovani che hanno già deciso da che parte della barricata stare. Ma non solo. A partecipare alla manifestazione e prendere parola dai microfoni sono stati anche i comitati contro l’inceneritore e l’ampliamento dell’aereoporto di Peretola e alcuni lavoratori di Eataly in lotta contro i licenziamenti e le condizioni di sfruttamento.
Quella scesa in piazza ieri è quel pezzo di città che ha deciso di ribellarsi ai processi di impoverimento e sottrazione di diritti e che dietro le parole d’ordine “casa, reddito, salario e dignità” muove i primi passi di ricomposizione in un unico fronte di lotta delle tante figure sociali che subiscono l’austerity, la precarietà e lo sfruttamento. Una vera e propria piazza meticcia, che ha visto italiani e migranti, giovani e famiglie lanciare con forza sul territorio il proprio messaggio di ribellione sociale, rivendicando la legittimità delle occupazioni dello sfitto, dei picchetti anti-sfratto e delle autoriduzioni dell’affitto che sempre più uomini e donne portano avanti nella periferia nord.
Il messaggio più prezioso che la piazza di ieri ci restituisce è la possibilità per gli abitanti delle periferie di uscire dalla solitudine, dalla vergogna e dalla rassegnazione ed iniziare a lottare per i propri diritti, costruendo passo dopo passo un territorio meticcio, solidale e ribelle.
Dal furgoncino della manifestazione l’Esercito Ribelle e Filtro hanno suonato il loro rap antagonista, battendo a tutto il Movimento il giusto ritmo della lotta in vista dell’autunno alle porte.
Nota: Lunedì il consiglio comunale voterà una delibera che consentirebbe agli occupanti di case di ottenere le residenze in luoghi appositamente predisposti. Una misura tampone rispetto agli effetti sociali devastanti dell’art.5 in città che minacciano la vita di più di mille persone. Se il consiglio comunale approverà la delibera il Movimento potrà festeggiare un altra piccola ma importante vittoria strappata dopo mesi di lotta dura e coraggiosa, segnando un altro punto nell’opposizione sociale al pianocasa di Renzi. In caso contrario, la battaglia sulle residenze tornerà all’ordine del giorno con nuove mobilitazioni. In ogni caso, la lotta continua!