Pisa. Quartieri protestano in Comune per gli spazi sociali

Un presidio di circa cento persone si è dato appuntamento ieri pomeriggio in Logge di Banchi, sotto al comune, dove si teneva il consiglio comunale che, come ordine del giorno, discuteva sulla mancanza di spazi sociali nei quartieri. Ed è proprio dai quartieri popolari che tante persone, organizzate in comitati di lotta come quello di Sant’Ermete, Gagno, San Giusto e Cep, hanno voluto dimostrare quanto sia necessario per decine di cittadini residenti nei quartieri, avere la possibilità di spazi dove unirsi, integrarsi, non stare più soli e lottare insieme.

Alcune esperienze di autogestione di spazi occupati come lo Spazio Popolare di Sant’Ermete o la Casa del Quartiere di Gagno, sono stati in questi mesi propulsori di stimolo anche per altre zone della città, dove le persone sono sempre più determinate a riappropriarsi di edifici pubblici di proprietà comunale e lasciati in abbandono dove costruire all’interno importanti iniziative come i dopo-scuola, ripetizioni gratuite, sportello per il diritto alla casa, momenti di socialità per giovani e anziani.

Tutto questo è stato ben dimostrato durante il presidio dove sono state allestite delle mostre fotografiche riguardanti la fatiscenza delle case popolari, le iniziative negli spazi occupati; diversi cartelloni e striscioni hanno rimarcato il chiaro messaggio della protesta: “Diritti e spazi per i quartieri popolari, a gratis!”. Dopo un’ora, dove sono stati tanti gli interventi al microfono dei comitati, il presidio si è spostato in massa nella sala del consiglio comunale. Le forze dell’ordine schierate in maniera imbarazzante non hanno potuto ostacolare l’ingresso di anziani, famiglie, giovani e bambini all’interno del comune. Una volta saliti, la giunta ha accolto la proposta dei comitati di essere ricevuti ed il consiglio è stato sospeso per venti minuti.

In un’altra sala i capigruppo dei partiti hanno incontrato una delegazione dei comitati di quartiere che hanno esposto le proprie rivendicazioni: la mancanza di spazi sociali, la contestazione alla formulazione di bandi pubblici onerosi ed inaccessibili per i comitati e il riconoscimento politico delle esperienze che in questi mesi si stanno dando nelle periferie.

Nonostante le provocazioni di alcuni membri della giunta comunale, i portavoce dei quartieri popolari non sono caduti nella trappola, ma anzi, hanno ben esposto le proprie ragioni ma soprattutto veri e concreti progetti. Le occupazioni di alcuni spazi sociali lo dimostrano: i cittadini che ci mettono la faccia, si rimboccano le maniche e si impegnano per autogestire questi importanti centri di aggregazione fanno molto di più di tanti politici di professione che nelle periferie non ci hanno mai messo piede!

Dopo alcune ore, il consiglio comunale ha emanato una delibera in cui: “riconosce l’importanza e l’utilità di strutture destinate a fini sociali, culturali, aggregativi e non commerciali; riconosce i numerosi comitati spontanei che svolgono attività rivolte alla cittadinanza; la giunta comunale si impegna a definire percorsi partecipativi per l’individuazione delle modalità di assegnazione di spazi.”

Questo è in breve il risultato che portano a casa le decine di persone che ieri hanno bussato alle porte del potere, hanno voluto esserci e non hanno mollato. Ovviamente questo è solo un pezzo di carta che non costituisce niente; gli abitanti dei quartieri lo sanno bene che per ottenere dei diritti fondamentali come quello di poter usufruire di spazi collettivi, non basta chiedere ma l’ottenimento di ciò passa attraverso la lotta ed il conflitto che si può mettere in campo.

Questa piccola ma importante vittoria inizia a stabilire una vera e propria legittimità delle lotte popolari: ogni qual volta i comitati si presenteranno dagli assistenti sociali, all’Apes o in qualsiasi ente, le istituzioni non potranno più usare la scusa del “ma voi chi siete”, “con voi non ci parliamo”. Di fatto, un vero e proprio riconoscimento politico che spiana la strada ad altre occupazioni di spazi pubblici se il governo della città di Pisa non adempirà a mantenere le proprie promesse.

Di seguito uno degli interventi dei comitati di quartiere al presidio:

Vogliamo ricordare a questa Amministrazione che il Diritto in sé (diritto alla casa, alla salute, al lavoro, alla vita) prescinde da ogni situazione economico-reddituale dell’individuo: x cui questa Amministrazione dovrebbe essere qui per tutelare i diritti umani, civili e politici di tutti noi, invece di scavalcarli a colpi di cavilli giuridici. 
Voi avete la responsabilità della dignità delle nostre vite, ma se finora ci avete permesso solo il minimo, il diritto a SOPRAVVIVERE, ora ci state togliendo anche questo: la gente si ammala di Asma o di Bronchite (sappiamo bene che l’Umidità e le muffe nei nostri quartieri hanno la loro bella fetta di responsabilità) , si ammala di cancro (faccio notare la presenza di tetti in amianto scoperti), ma si ammala anche di Depressione, Attacchi di Panico e Disperazione e senso d’Impotenza a cui voi da anni ci avete obbligato.
Per questo, oggi, siamo qui per dire basta!
Siamo qui tutti insieme a rivendicare ognuno le nostre dignità, ed è per questo che oggi non siamo qui a CHIEDERE ma A PRETENDERE, per OGNI QUARTIERE, il proprio SPAZIO SOCIALE a cui ha diritto.
Uno spazio in cui ritrovarci come collettività, che salvi i bambini dai pericoli della strada e gli anziani dalla propria solitudine, uno spazio in cui poterci Autogestire e affrontare x risolvere quei problemi a cui voi ci avete condannato, come la Manutenzione ordinaria del tutto assente : le nostre case sono piene di Muffe, Umidità, Crepe preoccupanti, Impianti Elettrici non a norma e pericolosissimi, soffitti che crollano, le strade dissestate dalle radici che hanno spaccato il manto stradale e la sera completamente al buio, incoraggiando tra l’altro anche la microcrimnalità (poco tempo fa c’è stato, infatti, un caso di aborto causato da un ladro entrato in casa!).Per non parlare dei casi di SOVRAFFOLLAMENTO: da anni c’è chi vive in 6 in 50 mq..e 8 mq per ogni individuo sono illegali anche in prigione!!!!

Eppure quelli dell’Apes hanno sempre una scusa per eluderne ogni richiesta come:
-il non averne il diritto a causa dello stato di morosità, come se il diritto alla vita e alla salute dipendesse dal reddito, come se lo stato di Morosità non fosse stato causato dalla Crisi che voi avete studiato a tavolino!

-o scuse come la Mancanza di fondi
Solo da un piccolo quartiere come S.Giusto, l’Apes incassa di manutenzione  ordinaria circa 20000 Euro l’anno, senza parlare dei fondi che la comunità europea stanzia per scopi pubblici 

DOVE VA A FINIRE QUESTO DENARO?
Forse a stipendiare le Forze dell’ordine pronte solo a sfrattare intere famiglie per strada e a mettere porte blindate?
o forse serve per catalogare e schedare le foto di chi comincia a ribellarsi scendendo per strada per urlare la propria indignazione e pretendere i propri diritti?
Forse a finanziare ai privati svendite di immobili e suoli pubblici (quindi appartenenti a tutti noi)? 
il casottino di Gagno ne è solo un esempio tra migliaia: avete provato a privatizzarlo, ma la gente ora ha aperto gli occhi, riprendendoselo ! 
Come vedete già oggi siamo in tanti e domani saremo il doppio..dopodomani IL TRIPLO!
E NON ci fermeremo finchè non vi rassegnate a svolgere l’unico compito x cui tutti voi siete qui: quello di farci vivere dignitosamente. Sappiamo tutti che i fondi ci sono, Sappiamo tutti che il vero problema è la destinazione errata di questi e non vi paghiamo per svenderci e poi inventare scuse!!!
Ma quel che è peggio è che, a meno che non siate INCOMPETENTI,NON AVETE ALCUNA SCUSANTE: perché in questo caso sareste allora del tutto consapevoli delle vostre responsabilità.
E se il vostro ruolo è tra i più nobili, l’uso che ne fate è in realtà un ABUSO ignobile e indegno . VERGOGNATEVI !!! COMINCIATE A RIPARARE AI VOSTRI ORRORI,
E RIDATECI CIO’ CHE è NOSTRO!!!!