Giornata di mobilitazione intensa quest’oggi a Pisa per riaffermare il diritto alla casa e allo studio nei confronti delle intenzioni speculative dell’azienda DSU. Il tentativo di applicare l’articolo 5 del piano casa nei confronti degli occupanti di via dell’occhio è stato respinto dopo sette ore di occupazione e blocco degli uffici dell’azienda.
Il ben noto e vergognoso articolo 5 del piano casa del governo Renzi prevede l’annullamento con effetto retroattivo della residenza e degli allacci alle utenze nei casi di occupazione abusiva di immobili; questo passaggio, varato per soddisfare l’arroganza degli speculatori e dei palazzinari privati ha paradossalmente trovato a Pisa sponda in un ente pubblico che dichiara di aver vocazione sociale, l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario.
Nel tentativo di sciogliere la scomoda questione di via dell’occhio, l’occupazione che dal 2009 impedisce la privatizzazione e la svendita di un complesso di case in pieno centro storico, la dirigenza del DSU ha inoltrato due giorni fa la richiesta all’ufficio anagrafe cittadino di procedere con l’applicazione dell’articolo 5 nei confronti degli abitanti dello stabile. L’azienda intendeva così fiaccare questa esperienza privando quattro nuclei familiari dei diritti fondamentali legati alla residenza e della vivibilità garantita dalle utenze; si trattava però, più i generale, di un attacco politico rivolto all’intero movimento per il diritto alla casa di Pisa, in quanto in via dell’occhio è situata da anni la sede del Progetto Prendocasa e lo sportello dei diritti tramite il quale quotidianamente decine di famiglie si organizzano per resistere agli sfratti, danno prospettiva ai picchetti ed alle mobilitazioni e riescono a strappare risultati importanti come le assegnazioni straordinarie di case popolari avvenute negli ultimi mesi.
Non si è fatta attendere la risposta degli inquilini resistenti che dalla mattina, per oltre sette ore, hanno occupato e bloccato gli uffici del DSU, chiedendo un immediato passo indietro riguardo all’infame attacco portato nei confronti di via dell’occhio. Al loro fianco molti degli studenti che il giorno prima avevano manifestato per l’ennesima volta la loro contrarietà alle politiche del DSU, incentrate sulla speculazione immobiliare più che sul diritto allo studio, segnalando uno dei molteplici stabili sfitti che potrebbero essere immediatamente utilizzati dall’ente per tamponare la crisi di alloggi per i borsisti.
Dopo ore di occupazione, che ha visto giungere moltissimi attestati di solidarietà, per la dirigenza del DSU (che ha per tutto il tempo continuato a fare muro, chiedendo più volte l’intervento delle forze dell’ordine) è arrivata la doccia freddo. L’ufficio anagrafe del Comune di Pisa ha respinto la richiesta inoltrata dal DSU: è stata rigettata in blocco l’intera interpretazione dell’articolo 5 come retroattivo, e di conseguenza la richiesta di revocare residenze la dove siano già state concesse.
La meschina figura fatta oggi dai dirigenti dell’Azienda e la presa di posizione dell’ufficio anagrafe, ben lungi dall’essere risultati soddisfacenti al cento per cento, rappresentano però un passaggio importante a conferma di ciò che da più voci è stato detto riguardo al piano casa ed all’articolo 5: un aborto legislativo, pieno di contraddizioni e passaggi illogici, generato solo per rappresaglia nei confronti dei movimenti sociali.
L’esito della battaglia di oggi, per nulla scontato, testimonia l’estrema fragilità di una governance frammentata, capace di trovare convergenza a più livelli su comuni interessi speculativi, ma ricca di contraddizioni e di crepe, che possono diventare voragini di fronte alla determinazione ed al coraggio dei corpi sociali. La lotta di via dell’occhio pone nuovi spunti di generalizzazione delle vertenze sociali per il diritto alla casa, e rimette al centro la necessità dei movimenti di dare respiro alle rivendicazioni sempre più diffuse, non di difesa, ma di riappropriazione di fette sempre più ampie di reddito e diritti. Passaggio fondamentale sarà la manifestazione nazionale di domani a Roma. Ci vediamo a Porta Pia.
comunicato di Una Città in Comune
Di seguito in estrema sintesi i passaggi della vicenda di via dell’occhio:
-Il DSU ha comprato l’immobile nel 2005 (prima era di proprietà del Comune), per una cifra esorbitante per pochissimi posti letto, NONOSTANTE AVESSE UN CONTRATTO DI COMODATO DI USO GRATUITO! In pratica ha versato soldi degli studenti nelle casse del Comune di Pisa per acquistare un edificio che già stava utilizzando gratuitamente, e di cui comunque non aveva grande necessità.
-Immediatamente ha cacciato gli studenti che vivevano lì con la motivazione di dover effettuare dei lavori (mai avvenuti); l’immobile è stato invece messo di nuovo in vendita (comprare per rivendere, probabilmente il DSU pensava di essere un’agenzia immobiliare invece che un ente pubblico).
-Dopo due aste andate deserte, famiglie e studenti del Progetto Prendocasa hanno occupato l’immobile vuoto, riportandolo all’utilizzo e mettendo in luce le manovre poco chiare adottate dalla proprietà. Oltre a sette appartamenti nello stabile è nato lo sportello del diritto alla casa che organizza da anni lotte e mobilitazioni contro l’emergenza abitativa.
-Gli occupanti hanno portato avanti un dettagliato progetto di autorecupero, che avrebbe permesso, tramite anche finanziamenti della Regione Toscana il RECUPERO A BASSISSIMO COSTO DELL’IMMOBILE con l’obiettivo di riportarlo alla sua funzione (case per studenti) o di farne case popolari, salvaguardando comunque la natura pubblica dell’edificio e restituendolo alla collettività. La dirigenza del DSU ha sempre osteggiato questa opzione, intenzionata a terminare la svendita a privati del complesso di case.
-L’incompetenza del DSU ed il rifiuto di concordare un piano di recupero insieme agli abitanti ha portato nel dicembre 2012 al cedimento di una trave che ha reso inagibili tre degli appartamenti di via dell’occhio. Come se non bastasse l’assoluta negligenza della proprietà nell’opera di messa in sicurezza ha portato poche settimane dopo al crollo del tetto, facendo lievitare l’entità del danno ed i futuri costi per un eventuale ripristino.
-Sono quindi quattro gli appartamenti rimasti agibili, in cui continuano a vivere persone, mentre il fondo che ospita lo sportello per la casa ha continuato a svolgere la sua importante funzione, giocando una parte fondamentale nelle vertenze e nelle mobilitazioni che nelle ultime settimane hanno riproposto a gran voce la necessità del blocco degli sfratti e di un piano straordinario contro l’emergenza abitativa.
-La notizia, giunta in questi giorni, della volontà di aggrapparsi all’articolo 5 del piano casa (già tacciato come incostituzionale da moltissime voci competenti) per portare un altro attacco agli occupanti e procedere nel piano di svendita, risulta perfettamente in linea con quanto espresso dal DSU in questi anni: operazioni insensate e speculative (basti vedere la casa dello studente di via da buti, inaugurata tre volte e già in malora, oppure lo sperpero di risorse portato avanti con la residenza praticelli). Le esigenze degli studenti sono ben altre come ha ribadito giovedì l’assemblea di ateneo: l’utilizzo immediato dell’esistente come la Paradisa, Santa Croce in Fossabanda ed il convento delle Benedettine.