Livorno. Tensioni in via Giordano Bruno ma il presidio resiste

Dopo il corteo di sabato scorsoche ha portato all’occupazione di un’ala destinata alla demolizione del complesso di case popolare di via Giordano Bruno, a Livorno prosegue il braccio di ferro tra gli interessi speculativi del comune e le famiglie in emergenza abitativa. Alle iniziali minacce di sgombero con la celere che ha portato i manifestanti a stabilirsi in presidio permanente davanti allo stabile, sono seguite oggi tensioni con la cooperativa sopraggiunta sul posto per l’inizio dei lavori di demolizione. Al primo tentativo, respinto, di transennare l’area le famiglie del comitato per il diritto alla casa dell’ex Caserma e molti solidali si sono incordonati di fronte all’ingresso del palazzo resistendo a diversi tentativi di sfondamento da parte delle forze dell’ordine.

Il blitz di questa mattina scopre i legami tra l’assessore all’urbanistica, Bruno Picchi, strenuo difensore dei piani di recupero, e le società/cooperative che dovranno effettuare i lavori, confermando come le politiche abitative del comune assicurino prima gli interessi degli investitori che quelli dei nuclei in emergenza abitativa. Sebbene Casalp (società pubblica della provincia labronica dedicata ai servizi per l’abitare sociale) sia riuscita a murare nuovamente l’ingresso dell’edificio i manifestanti hanno ribadito la volontà di proseguire con il presidio permanente.
In seguito, il presidente di Casalp Taddia, ha deciso di posticipare i lavori a lunedì prossimo. Dal presidio intanto si organizzano e moltiplicano le azioni di denuncia che culmineranno in una giornata di lotta e mobilitazione sabato 5 aprile dalle 8 di mattina.