In circa un migliaio hanno risposto ieri all’appello in difesa delle lotte sociali. Negli ultimi due anni la Procura di Livorno ha aperto oltre 120 procedimenti penali nei confronti dei movimenti. Tanti i partecipanti al corteo anche dagli altri centri toscani: Pisa, Massa, Viareggio, Firenze, Lucca.
La giornata livornese è iniziata nel primo pomeriggio in Piazza San Marco con una grande festa che ha visto la partecipazione delle famiglie dei Comitati autonomi dell’Ex Caserma Occupata insieme a tanti e tante cittadine del quartiere.
Intorno alle 17:30 il corteo ha cominciato a snodarsi per le vie della città andando a segnare alcune tappe significative: davanti al tribunale gli interventi del comitato di solidarietà “Livorno non si piega; poi il palazzo della provincia ha ricevuto dei secchi di letame in risposta all’appoggio quasi unanime del consiglio provinciale al progetto della discarica del Limoncino; la manifestazione ha poi sfilato davanti all’hotel Giappone dove, da alcuni giorni, sono ospiti 40 richiedenti asilo che hanno ricevuto la solidarietà del corteo.
In seguito i manifestanti hanno proseguito oltre via Garibaldi arrivando nel quartiere Fiorentina per occupare un intero blocco di case popolari destinate alla demolizione. Il Comune e la questura hanno immediatamente tentato di intimidire gli occupanti e i tantissimi solidali inviando 8 camionette della celere, per cui anche oggi sono tutti e tutte invitate a recarsi allo stabile che si trova in via Giordano Bruno.
Secondo l’amministrazione comunale e Casalp (la società che si occupa dell’edilizia residenziale pubblica a Livorno) queste case sarebbero pericolanti, ma già il primo sopralluogo di ieri ha rivelato che 7 dei 20 appartamenti sono immediatamente utilizzabili e molti altri hanno bisogno solo di piccoli lavori di manutenzione.
L’abbattimento è stato pianificato in vista di un nuovo piano di costruzioni affidato a dei privati, l’ennesimo spreco di risorse pubbliche che vede nella giornata di ieri un’opposizione forte e determinata.