Porte chiuse stamani in Prefettura a Pisa per gli oltre 70 partecipanti al presidio delle famiglie in emergenza abitativa del Progetto Prendocasa ritrovatesi davanti alla sede cittadina del governo per sostenere la proposta di blocco degli sfratti.
Nei giorni precedenti il consiglio comunale si era espresso con una mozione favorevole al blocco degli sfratti e in seguito, il giorno 26, anche la Commissione territoriale per gli sfratti, alla presenza dell’Assessore alla Casa di Pisa Zambito, dell’Assessore alla casa di Pontedera Cecchi, di un funzionario della Prefettura, di esponenti dei sindacati inquilini e di altre associazioni di categoria, dei responsabili degli uffici casa e dei servizi sociali formula al Prefetto la richiesta di un differimento dell’esecuzione dei provvedimenti di sfratto per un tempo di tre mesi per alcune famiglie, tra cui quelle di Nazma e di Abdel, essendo in attesa di un alloggio popolare. Infatti, nel frattempo la Commissione emergenza abitativa aveva stilato una graduatoria in cui le due famiglie con lo sfratto il 31 marzo risultano assegnatarie in via straordinaria di un alloggio popolare per emergenza abitativa.
Ma qui il meccanismo si inceppa. Il Prefetto non risponde alle richieste del consiglio comunale e della Commissione territoriale per gli sfratti, ignorando sia le prerogative di queste ultime sia i percorsi di assistenza sociale conquistati dalle famiglia con la lotta. A un conflitto tra istituzioni si sostituisce uno scontro di potere sul comando della città. Il protagonismo e il coraggio delle famiglie in emergenza abitativa, opponendosi all’arroganza della rendita e degli ufficiali giudiziari al soldo di questa, con la resistenza ai picchetti anti-sfratto, costata numerose denunce e altrettante intimidazioni (leggi il comunicato della comunità migranti), ha rapidamente bruciato i margini di una debole mediazione politica scoprendo il nocciolo duro delle politiche cittadine votate alla difesa del profitto privato dei grandi proprietari immobiliari.
Intimorito dalla possibilità di un blocco degli sfratti conquistato da legami reali costruiti nella resistenza, il Prefetto Tagliente, rendendosi irreperibile, ha voluto ribadire un principio di autorità sul governo della città. Ma a questa autorità, che riesce a farsi forte solo del proprio isolamento, vengono sacrificati i deboli meccanismi della governance democratica pisana esplicitando in questi le vere forze in campo e gli interessi contrapposti: grande rendita privata contro la dignità delle persone. Al presidio di stamani erano presenti anche tre consiglieri comunali Ghezzani (SeL) Mannini (M5S) e Auletta (città in comune). La Ghezzani, in maggioranza e presidentessa della seconda commissione sociale del comune, ha lamentato la volontà del Prefetto di “schierarsi dalla parte della proprietà privata contro i percorsi dell’assistenza sociale” mentre Mannini ha parlato di un vero “commissariamento del comune”. Eppure alla debolezza di questi corpi intermedi, consigli e commissioni (dalle quali anche i sindacati inquilini minacciano di uscire se il Prefetto non dovesse dare risposte in tempi brevi), subentra il protagonismo di forze sociali che si mobilitano e che occupano gli spazi politici della governance in crisi andando a minacciare livelli ulteriori del potere in città, a partire da quelli del Sindaco e dell’Assessore alla Casa che su tutta la vicenda hanno taciuto nascondendosi all’ombra del Prefetto Tagliente.
Lunedì mattina sarà una giornata importante. A partire dalla mobilitazione sociale cittadina in difesa degli sfratti di Nazma e Abdel si capirà quanto il potere cittadino rischierà ancora di perseverare nella propria ostinata arroganza. Non ci sono molte alternative: o il Prefetto continuerà a ignorare e poi attaccare una parte di città in espansione che risolutamente ha deciso di ricontrattare i rapporti tra rendita e dignità delle persone, oppure cederà alla richiesta di incontro aprendo alla conquista del blocco degli sfratti. Certo è che in entrambi i casi queste esperienze di opposizione sociale non potranno che crescere, rafforzarsi e pretendere ancora di più.