Pisa: mobilitazioni contro sfratti a Cisanello e Cascina

Dopo lo sfratto difeso ieri a Pisa in via Emilia, dove agenti della digos hanno tentato di entrare in casa di Hira, oggi due nuovi tentativi di sfrattare altre due famiglie, uno a Cisanello ed uno nel comune di Cascina. Due numerosi picchetti composti dalle famiglie del Progetto Prendocasa e dai comitati di quartiere di Sant’Ermete e di Gagno sono riusciti a farli rinviare entrambi.

Sfratto Cisanello: la famiglia di Nazma, giunta al terzo tentativo di accesso da parte dell’ufficiale giudiziario, si è sempre resa disponibile per trovare una soluzione: Nazma non vuole rimanere nella casa di una nota proprietaria che possiede quaranta appartamenti ed il noto locale Pappafico a Marina di Pisa. Dal 12 febbraio giorno in cui era in atto il secondo tentativo di accesso difeso da Prendocasa, aveva aperto una trattativa coi servizi sociali e l’avvocato della proprietà. La trattativa proposta da Prendocasa prevedeva la riduzione del canone d’affitto, dato che la proprietaria di casa ha ricevuto per quattro anni 750 euro. Ieri con una telefonata, l’assistente sociale che ha in carico la famiglia sotto sfratto, aveva annunciato che oggi non ci sarebbe stato nessuno sfratto perchè l’avvocato della proprietà ed i servizi sociali si erano già accordati per un rinvio di un mese che avrebbe permesso di continuare la trattativa proposta dalla famiglia e da Prendocasa.
Questo tentativo volto all’inganno ed alla neutralizzazione delle mobilitazioni e dei picchetti non ha avuto buon fine: il comitato di lotta per la casa non si è fatto abbindolare e ha comunque fatto la propria presenza e contrapposizione a ufficiale giudiziario, avvocati e poliziotti.

Con due tentativi la polizia e l’avvocato della proprietà hanno cercato di sfondare il picchetto di Prendocasa appostato sul portone di accesso, ma la determinazione e la rabbia del presidio antisfratto ha respinto chi voleva buttare in mezzo alla strada una famiglia con due bambini.
Il picchetto è riuscito ad ottenere un rinvio di sfratto per il prossimo 31 marzo, giorno in cui ci sarà un altro sfratto nel quartiere di Gagno.

Dopo il rinvio, il presidio si è spostato in corteo fino alla Società della Salute, dove con cori e slogan, il comitato ha ribadito che i diritti sociali vengono prima della rendita immobiliare. Una delegazione è salita per interloquire col direttore Cecchi e la coordinatrice dei servizi sociali Tanini, con i quali si è trovato un accordo per un incontro ufficiale insieme alla famiglia di Nazma per venerdi mattina.

Sfratto Cascina: questa mattina è stato difeso uno sfratto dal Progetto Prendocasa anche nel comune di Cascina di una lavoratrice della Sodexo, ditta appaltatrice delle pulizie dell’ospedale di Cisanello. Insieme a Prendocasa anche diverse famiglie cascinesi sotto sfratto.

La proprietaria di casa si è rifiutata di incontrare la famiglia ed il dirigente del comune di Cascina in un tavolo chiesto al precedente accesso, dove discutere della stipulazione di un nuovo contratto d’affitto che tenga di conto del reddito molto basso della famiglia. La proprietaria di casa non ha voluto trattare nonostante possiede 21 appartamenti.
L’avvocato della proprietà non ha voluto sentir ragioni e forte dell’ausilio della legge che tutela i suoi interessi, ha minacciato esplicitamente l’ingente impiego della forza pubblica se entro il 4 aprile, data del rinvio e del prossimo accesso, la famiglia non lascerà l’appartamento.

In queste ultime settimane anche nel comune di Cascina inizia ad emergere un’insofferenza dovuta dalla situazione di disagio che l’emergenza abitativa impone alle centinaia di famiglie sotto sfratto.

Situazione generale degli sfratti: nell’ultimo anno i movimenti sociali contro l’austerità, dai quartieri popolari alle zone del centro in resistenza contro i processi di gentrificazione, hanno indicato controparti e rivendicazioni capace di creare partecipazione e consenso tra tanti e tante , e di strappare alcuni risultati a partire dlla capacità conflittuali che le lotte hanno espresso. A livello istituzionale la commissione territoriale per gli sfratti, il rifinanziamento della Società della Salute del fondo per l’indennità di occupazione, l’annuncio di bandi per l’auto-recupero da parte di Comune e Apes, il parziale utilizzo del patrimonio pubblico in dismissione, hanno segnato questi ultimi mesi alcune timide risposte strappate dalla forza dei movimenti che hanno posto, a partire dalle lotte, un programma de facto contro l’emergenza abitativa.
Il dilagare della “morosità incolpevole” come contraltare massificato spontaneo al potere consolidato della rendita immobiliare e finanziaria, il circolo vizioso e perverso che lega interessi dei grandi e medi proprietari all’esecuzione degli sfratti, l’inadeguatezza degli strumenti ufficiali per tamponare una questione sociale esplosiva come l’abitare: sono questi alcuni grandi ambiti di discussione a partire dai quali vorremo aprire ipotesi di lavoro collettivo finalizzato la realizzazione di una campagna “per un piano straordinario contro l’emergenza abitativa”.
Davanti a noi alcuni appuntamenti importanti per misurare e sviluppare proposte di reale cambiamento sociale: l’uscita del prossimo bando per la morosità incolpevole e la contestazione dei parametri di accesso; i picchetti antisfratto come leva per ottenere una moratoria per gli sfratti e nuovi accordi territoriali per gli affitti concordati; le pratiche di riappropriazione come necessità collettiva per l’utilizzo sociale degli immobili invenduti e nei piani di alienazione; la contestazione dei nuovi piani di sviluppo urbano legato a Grandi Opere Inutili e speculazioni di cemento come possibilità di decisione e di investimento necessari sul fronte del reddito e della casa.