Numerosi picchetti in differenti punti della città hanno dato inizio a questa importante data di mobilitazione; davanti alle scuole e alle facoltà fin dal mattino hanno cominciato a radunarsi gli studenti, mentre inquilini resistenti e moltissimi abitanti di Sant’Ermete presidiavano fin dalle prime luci dell’alba due appartamenti di famiglie sotto sfratto per morosità incolpevole.
Nel quartiere di Cisanello, Kabir, lavoratore precario delle pulizie nei magazzini, e sua moglie aspettavano la visita dell’ufficiale giudiziario. Quest’oggi la forza pubblica, che negli ultimi due accessi aveva provato ad eseguire lo sfratto (incontrando una resistenza determinata, per la quale cinque persone si sono viste recapitare una denuncia) non era presente; troppo impegnata a gestire l’andamento della manifestazione ed a presidiare gli eventuali obiettivi sensibili.
Nonostante dopo settimane di mobilitazione la situazione per questa famiglia sembrava essere arrivata ad uno sbocco, con la proposta strappata ai servizi sociali di un’assegnazione straordinaria di alloggio popolare, i proprietari e l’ufficiale giudiziario, evidentemente esasperati dal vedere continuamente violata la loro autorità, hanno provato a colpire i meccanismi di solidarietà e resistenza degli sfrattati. Per la prima volta un ufficiale giudiziario ha deciso di non comunicare alla famiglia la data del rinvio, provocando e minacciando con frasi del tipo: “Vediamo se riuscite a presidiare questa casa 24 ore al giorno, io torno quando mi pare e lo sbatto fuori!”
Una scena analoga si è verificata pochi minuti dopo nel quartiere Porta a Lucca, di fronte a casa di Tania, lavoratrice della mensa universitaria a cui sono state diminuite le ore e lo stipendio. Stesso ufficiale giudiziario, stessa reazione stizzita e nervosa di fronte alla determinazione del picchetto, stessa procedura, assolutamente irregolare, del rinvio senza comunicare la data.Evidentemente le mazzette e gli incentivi che alcuni ufficiali giudiziari intascano per accelerare le procedure di sfratto devono produrre risultati, e l’arroganza dei proprietari scavalca ampiamente non solo il diritto alla casa, ma anche i tentativi di mediazione dei servizi sociali, sempre più svuotati di qualsiasi funzione utile alla società.
Nonostante ciò è rimasto alto il morale tra i partecipanti ai picchetti, che dopo il secondo rinvio si sono affrettati a raggiungere il corteo degli studenti. Sia dalle scuole che dalle facoltà numerosi picchetti si sono infatti concentrati dal primo mattino. Gli universitari hanno raggiunto Logge dei Banchi da scienze, lettere, ingegneria e polo Piagge facendo maturare un ulteriore passaggio di mobilitazione in questo #15N dopo l’occupazione di Santa Croce in Fossabanda di lunedì e l’occupazione della residenza studentesca chiusa di via da Buti dopo l’assemblea d’Ateneo di martedì. Anche tra gli universitari il nodo della mancanza di reddito e della riappropriazione del patrimonio pubblico diventa motore di movimento e di ricomposizione politica e sociale.
Gli studenti medi, partendo dalle scuole, si sono concentrati in piazza Sant’Antonio. Da qui,contro il caro trasporti, il taglio delle corse e in solidarietà agli autisti in lotta contro i nuovi contratti, è stato contestato il Consorzio Toscano Trasporti. In piazza Vittorio Emanuele la sede della provincia è stata contestata per la mancata manutenzione di edifici scolastici fatiscenti. Il corteo degli studenti medi si è poi diretto verso Logge passando per Corso Italia dove sono stati segnalati diversi immobili del patrimonio pubblico nei piani di alienazione o, comunque, inutilizzati e non sfruttati per finalità sociali: l’ex-poste, Palazzo Mastiani e l’ex Banca d’Italia.
Sotto il palazzo del Comune si sono ricongiunti tutti i partecipanti a questa giornata di lotta; emblematico l’attegiamento di una giunta sempre più chiusa nella propria autoreferenzialità, e nei tentativi di ignorare o criminalizzare le rivendicazioni e le istanze sociali, rappresentato dalla massiccia presenza di agenti in anti-sommossa di fronte al portone blindato del palazzo. Gli abitanti di Sant’Ermete hanno rinnovato il loro ultimatum alle istituzioni per la partecipazione al tavolo di confronto convocato dal basso che si terrà allo Spazio Popolare Occupato, per discutere dei tempi e dei modi delle assegnazioni degli alloggi popolari sfitti nel quartiere; gli studenti hanno rispedito al mittente le menzogne costruite ad arte dal mezzo di informazione della giunta dell’amministrazione, PisaInformaFlash, riguardo ai presunti danni arrecati durante l’occupazione della casa dello studente di via da Buti.
Il corteo da Logge è ripartito forte di diverse centinaia di partecipanti, attraversando il ponte di Mezzo e bloccando il Lungarno Mediceo. Davanti alla Prefettura il corteo ha sostato per contestare le politiche di austerità in votazione alle camere in questi giorni. Imboccata via del Borghetto con determinazione si è avviato verso l’obbiettivo dichiarato fin dal lancio della manifestazione: l’albergo comunale di Santa Croce in Fossabanda, stabile diventato simbolo delle lotte per la riappropriazione del patrimonio pubblico cittadino. Qui il corteo ha circondato l’edificio, protetto dagli agenti di polizia. Rilanciando sulla parola d’ordine della riappropriazione il corteo è ripartito in direzione Cisanello, dove, con passo sostenuto, è stata raggiunta e occupata fino a sera l’ex sede del centro per l’impiego della provincia, abbandonata da un anno.
Ancora una volta uno spazio è stato riaperto dalle lotte per organizzare nuovi avanzamenti, individuare nuovi obbiettivi, aprire nuove contraddizioni sul terreno della riappropriazione del patrimonio pubblico. L’assemblea pubblica che si è tenuta nello spazio occupato ha posto infatti in agenda, a partire dall’incontro e dal diverso sviluppo delle lotte cittadine, il problema dellacostruzione di una piattaforma sociale attorno alla quale, in un processo di crescita del conflitto, rilanciare un progetto collettivo di riappropriazione di reddito e dignità per chi inizia a opporsi ai responsabili delle politiche di austerità.