Emergenza abitativa: porte chiuse e polizia alla Società della Salute

Pisa – Nuovo presidio di protesta sotto la sede della Società della Salute in via Saragat, dove diverse famiglie sotto sfratto insieme al Progetto Prendocasa hanno protestato contro la negligenza e l’arroganza delle istituzioni preposte ai servizi sociali che continuano ad affrontare l’emergenza abitativa in maniera clientelare e insoddisfacente. Precisamente un mese fa un altro presidio in cui le famiglie erano state ricevute dal direttore Cecchi, che diceva di prendere in considerazione la proposta dell’appello stopemergenzabitativa, in cui si dichiara pubblicamente il blocco immediato degli sfratti e la messa in utilizzo di tutti gli edifici vuoti di proprietà del Comune di Pisa e delle Usl.

Il presidio lanciato qualche giorno fa su Facebook e con dei volantinaggi nei quartieri popolari di Gagno e Via Norvegia, è stato accolto alle 9 di mattina, da decine di poliziotti e carabinieri che come sempre sono gli unici interlocutori delle famiglie sotto sfratto che vogliono risposte concrete al dramma degli sfratti.

Alle famiglie che hanno protestato si sono unite altre persone che stamattina hanno deciso di rivolgersi allo sportello della Società della Salute, la quale ha pensato subito a chiudere il portone principale non facendo entrare nessuno, scatenando così la rabbia di chi giungeva in Via Saragat e si trovava di fronte questa situazione paradossale con portoni sbarrati e decine di poliziotti a monitorare ogni mossa del presidio.

Dopo quattro ore di presidio permanente una responsabile dei Servizi Sociali è scesa a discutere con le famiglie. “Vogliamo risposte concrete, non vogliamo finire in mezzo alla strada con i nostri figli” hanno urlato alla dirigente che ha dimostrato subito di essere in difficoltà di fronte alla rabbia e alla determinazione del presidio. Ne il direttore Cecchi ne l’assessore al welfare Ciccone si sono fatti trovare in sede, confermando ancora una volta che queste Istituzioni non hanno la volontà di affrontare realmente la situazione esplosiva che si sta creando in città con le decine di sfratti a cui assistiamo quotidianamente. Lascia parecchio perplessi la dichiarazione della dirigente che ha chiuso la discussione dicendo che “le famiglie che hanno lo sfratto devono aspettare ormai dopo le elezioni amministrative per avere risposte, fin che non ci sarà la nuova giunta comunale non si può fare niente”.

La dirigente dopo la discussione con i manifestanti è rientrata all’interno della sede chiedendo alle forze dell’ordine di smobilitare il presidio che evidentemente inizia ad infastidire molto i piani alti della Sds. Questo è stato il terzo presidio in un mese e mezzo e nonostante l’occupazione dell’hotel S. Croce Fossabanda di qualche settimana fa, in cui il Progetto Prendocasa dimostrava che le risorse ci sono al contrario di quello che dicono Cecchi e Ciccone, l’amministrazione comunale continua a non dare alcuna risposta concreta all’esplosione sociale che riguarda gli sfratti.

Intanto la rete di persone che si sta formando autonomamente per rispondere dal basso alle minacce degli sfratti, lancia un picchetto anti-sfratto per sabato 18 maggio nel quartiere Gagno in cui tutte le famiglie che si stanno recando alla sede dello Sportello Prendocasa che si tiene tutti i martedì dalle 18 alle 20, dimostrerà quanto oggi sia necessaria la partecipazione diretta per resistere alla crisi.