Pontedera, Pisa – La creazione di una “black list” dei morosi sarebbe la “strategia” efficace per dare, in tempo di crisi, un aiuto concreto al mercato degli affitti secondo Marco Fantozzi, ideatore del “Registro Nazionale Inquilini Inadempienti”. Si tratta di uno strumento di auto-tutela per i locatori al fine di non incorrere in problemi di riscossione dell’affitto concordato nel contratto di locazione. Il registro assumerà la forma di una community on-line dei proprietari nella quale, previa registrazione, potranno essere segnalati gli inquilini inadempienti che sono stati oggetto di causa legale e procedimento di sfratto. Consultando il registro dei “segnalati” un proprietario potrà verificare l’affidabilità del proprio affittuario.
Il portale nasce a Pontedera, non lontano da Pisa, una città in cui gli sfratti da case popolari e private sono all’ordine del giorno e l’amministrazione comunale adotta misure inadeguate per fronteggiare il problema abitativo, ricorrendo ogni volta sia possibile all’intervento del giudice. Il registro costituisce una tutela a esclusivo vantaggio dei proprietari di case, palazzinari e speculatori contro chiunque non arriva alla terza settimana del mese e viene sbattuto fuori di casa.
Ancora una volta la governance locale si ristruttura sul territorio abbandonandolo. Si produce il grottesco meccanismo in cui anche il disciplinamento sociale e la guerra al povero viene affidata all’autorganizzazione dei proprietari di casa, purchè si mantengano inalterati i rapporti sociali e i livelli di comando, lasciando così passare in secondo piano il diritto all’abitare e facendo prevalere al di sopra di tutto il diritto a riscuotere la mensilità dell’affitto. Si dà voce ai proprietari di case e non a chi in questi anni si sta vedendo scippare la possibilità di avere un tetto sicuro sopra la testa.
Con la crisi che avanza e con i tagli al welfare e le tasse che aumentano, ci saranno sempre più sfratti per morosità e quindi aumenteranno anche i nomi su questa fantomatica “black list” dei morosi.
É proprio in questo contesto di impoverimento che chi lotta per il diritto all’abitare deve aver ben presente con chi ha a che fare: le amministrazioni comunali fiancheggiate dai soliti noti imprenditori che tra cementificazioni e speculazioni edilizie stanno da una parte trasformando il territorio, e dall’altra lasciando intere palazzine e alloggi popolari vuoti da anni.
Nuove esperienze di occupazioni e autorecupero di abitazioni sfitte sembrerebbero la direzione giusta da intraprendere per confliggere e contrastare le politiche abitative nelle città.
“Il Registro Nazionale Inquilini Inadepienti”, più che una tutela per i proprietari di casa, è l’ennesima provocazione di chi sta giocando a fare la voce grossa con chi già vive una situazione insostenibile.
Si prospettano tempi duri per i grandi proprietari immobiliari che dovranno fare i conti proprio con la rabbia di chi viene escluso dalle graduatorie per la casa popolare e di chi perde il lavoro. Il bisogno di reclamare reddito e dignità si concretizza soltanto tramite la riappropriazione.