La Questura di Torino, come pratica ormai consolidata negli ultimi mesi, aveva pensato di mettere in fila una serie di sfratti (12/13 secondo le stime dei compagni) in una sola giornata, per ottimizzare l’utilizzo di celerini messi in campo. Le cose non sono però andate secondo le loro previsioni. Un centinaio di compagni, famiglie sotto sfratto e gente abitanti i quartieri interessati dall’operazione, si sono coordinate per resistere collettivamente.
La polizia e l’ufficiale giudiziario sono riusciti solo a prendere possesso di una casa già vuota (perché gli abitanti si erano da tempo trasferiti in altra abitazione, occupandola) e di un’altra abitata dove la famiglia aveva deciso di non resistere. Gli altri sfratti non si sono invece potuti concretizzare (almeno per ora) per i blocchi con cassonetti e persone che si muovevano impedendo un’agibilità alle forze dell’ordine. In certi casi i cassonetti sono stati anche incendiati per sconsigliare la controparte dall’uso della forza.
In queste ore stanno iniziando a giungere le prime proroghe (in un caso fino a fine dicembre, un altro a fine novembre). Unico fatto spiacevole: 3 compagni sono stati portati via durante un momento di colluttazione. Il monitorgaggio della situazione resta comunque alto fino a fine giornata o alla consegna di tutte le proroghe.
In queste ore stanno iniziando a giungere le prime proroghe (in un caso fino a fine dicembre, un altro a fine novembre). Unico fatto spiacevole: 3 compagni sono stati portati via durante un momento di colluttazione. Il monitorgaggio della situazione resta comunque alto fino a fine giornata o alla consegna di tutte le proroghe.
I presidianti anti-sfratto si stanno ora muovendo in corteo per le vie di Porta Palazzo, muovendosi da un picchetto all’altro.