L’appello di mobilitazione lanciato in tutto il mondo per la giornata “11.11.11 #occupy everywhere”, ha visto scendere in piazza una vasta composizione tra studenti medi, universitari, disoccupati e precari che stanno subendo questa crisi. Una giornata costruita con assemblee nelle scuole e nelle facoltà, ma anche nei quartieri popolari già in lotta per la difesa dei propri territori; una forte mobilitazione che ha espresso rabbia, indignazione, incompatibilità e un rifiuto per questa crisi e per questo debito.
Corteo degli studenti medi
Alle 9 di questa mattina centinaia di studenti si sono dati appuntamento in piazza S. Antonio, dando vita ad un corteo aperto dallo striscione “save schools, not banks“.
Il corteo ha attraversato il centro cittadino andando a toccare diversi punti centrali delle lotte contro l’austerity.
La prima azione fatta dagli studenti è stata a metà del percorso, davanti alla sede della scuola privata Cepu, in cui è stato appeso lo striscione: “Scuola classista, la prima della lista“.
In seguito lungo il percorso è stato individuato un altro punto simbolo dell’indebitamento mondiale, la banca dell’unicredit dove è stato appeso lo striscione “no al debito, we are your crisis“, bloccando la porta d’entrata della sede.
Un corteo carico di rabbia e determinazione che per tutta la durata del percorso ha espresso con decine di cori e slogan, il proprio rifiuto verso la classe politica e contro il sistema dell’indebitamento.
Gli studenti medi hanno poi concluso occupando in massa il Comune, difeso da agenti della polizia e vigili urbani, che non hanno potuto fermare la loro rabbia. Tecnici, professionali e licei, ma anche le zone periferiche, sono i luoghi da cui i conflitti esprimono la necessità di delegittimare le istituzioni asservite al debito finanziario, alla logica della rinuncia: “il comune siamo noi” è stato lo slogan e la posta in palio delle lotte che attraversano i diversi tessuti sociali. La rabbia e la forza con cui si sono scagliati in centinaia nel salire le scale di Palazzo Gambacorti, con cui sono stati “rinchiusi” quegli assessori che hanno provato ad alzare la voce, è stata l’altra faccia della medaglia della voglia e della soddisfazione degli occupanti di provare a costruire nuove forme di organizzazione e di relazione con cui ri-conquistarsi tutto ciò che è messo in discussione dalla precarietà.
Dal secondo piano dell’edificio, sono stati calati due striscioni sul balcone: uno da parte degli studenti medi “il comune siamo noi!“, ed uno dai ragazzi del quartiere popolare Cep: “riprendiamoci il nostro quartiere“, in cui rivendicavano la propria lotta contro gli sfratti e le espropriazioni degli ultimi spazi rimasti di socialità. Attacchi diretti da parte delle amministrazioni che mirano, sempre di più, ad alzare un muro tra il loro “modello di città vetrina” e i quartieri popolari.
Al grido di “Non ci rappresenta nessuno”, l’occupazione del comune, descrive di un inizio delle lotte di quest’anno, che dopo il 15 ottobre romano si stanno riversando sui territori per costruire opposizione dal basso e costruzione di autonomia.
Corteo degli universitari
Ore 10. Concentramento universitario in Piazza Dante.
Una data costruita a partire dall’autoconvocazione di un’ assemblea d’ateneo, avvenutamartedì 8 Novembre, che ha portato, nei giorni seguenti, ad uno stato di agitazione, sfociato in diverse assemblee di facoltà, volantinaggi e presidi quotidiani alla mensa.
Centinaia di persone, oggi, si sono ripresi piazza Dante, luogo simbolo del centro universitario.
In seguito, dalla piazza, si sono spostati in un corteo aperto dallo striscione: “studenti contro il debito, we are your crisis #occupyeverywhere“, che ha percorso le strade del centro cittadino con l’obbiettivo di raggiungere una delle sedi complici di questa crisi: l’Unicredit. Si è poi formato un presidio durato circa mezz’ora che ha bloccato l’ingresso della banca con striscioni e fumogeni.
Una prima azione del movimento universitario che riconfigura le lotte sulla formazione immediatamente come lotte contro il debito. Quest’anno non c’è una riforma imminente da approvare ed un’università da salvare; quest’anno gli effetti dei tagli e l’incremento della crisi stanno mostrando come il motore delle lotte quotidiane sia il rifiuto di pagare il debito e la crisi creata dall’elité di banche, governo e padroni.
Durante il presidio di fronte alla banca, in seguito alla notizia dell’occupazione del comune da parte degli studenti medi, gli universitari si sono diretti subito verso il palazzo dell’amministrazione.
Dalla piazza di Logge di Banchi, i due cortei si sono incontrati: gli interventi ed cori contro debito – istituzioni – banche hanno rilanciato la mobilitazione. La presenza di Sacconi, ministro del governo Berlusconi in decadenza, per presentare il suo ultimo libro, era stata annunciata soltanto ieri, all’interno del rinomato Hotel Royal Victoria. Gli studenti medi ed universitari non si sono fatti scappare l’occasione di contrapporsi a chi rappresenta l’imposizione di sacrifici, austerità e precarietà. Il corteo non autorizzato ha quindi raggiunto l’ingresso dell’hotel, dove la celere schierata è stata fatta oggetto di un lancio di “sacconi di spazzatura”. Nonostante i tentativi di allontanare le centinaia di studenti, il corteo si è trasformato in un blocco prolungato del lungarno principale della città per due ore, mandando definitivamente in tilt il traffico. In decine si sono attrezzati, portando dalle aule universitarie sedie e tavoli, autorganizzando un pranzo collettivo, ed aprendo il momento di contestazione all’assemblea permanente: decine di persone hanno preso parola, costruendo relazioni, rilanciando e proponendo nuove occasioni di lotta e di conflitto, narrando i vari “perchè” dell’occupy everywhere di ognuno. Dai giovani proletari di quartiere, decisi a riappropriarsi dello spazio cittadino, ai collettivi universitari e delle scuole, il picchetto sociale sul lungarno ha lanciato la ostruzione di un movimento ricompositivo: dall’assemblea di ateneo di lunedì 14, a quelle di facoltà e di istituto, fino al 17, ogni appuntamento è scommessa di conflitto e autonomia da massificare contro il sistema del debito. Dopo diverse ore di blocco, il corteo è proseguito, raggiungendo il polo carmignani ed occupandolo! #Occupy everything, alla lettera.