Contro il nuovo patto sociale, occupato l’Inps

Dopo la giornata di venerdì, in cui decine e decine di studenti, precari e migranti avevano manifestato all’INPS, la giornata di sabato ha confermato il dinamismo di una generazione che ha smesso di subire ed ha iniziato a tradurre in pratiche e rivendicazioni la propria forza e i propri bisogni. Infatti, da mercoledì scorso un’assemblea pubblica studentesca molto partecipata aveva rilanciato la propria battaglia contro la precarietà, contestualizzando l’appello nazionale lanciato dalla Cgil, e decidendo di portare in piazza quei contenuti di lotta e di conflitto verso e oltre lo sciopero generale. “Contro la precarietà, la nostra rabbia – que se vayan todos!”, recita un’enorme scritta apparsa qualche notte fa sul ponte di mezzo. “Contro il nuovo patto sociale”, è scritto sullo striscione dell’INPS bloccato venerdì scorso. I contenuti della lotta alla precarietà, in una Toscana dove il centro-sinistra è la governance del territorio, sono oggi più che mai quelli che svelano l’antagonismo della nuova composizione di classe ai processi di precarizzazione attuati secondo un modello toscano che vede in prima fila sindacati confederali uniti, imprenditori ed istituzioni pubbliche. Riappropriarsi della giornata del 9 aprile, curvando slogan e passerelle politiche di chi ha contribuito in tutto il paese ed in particolare nella nostra città e ad abdicare (e sovente a criminalizzare) il terreno del conflitto per scegliere quello della concertazione al ribasso con padroni, governo e sistema di potere; è l’obiettivo, dichiarato e raggiunto, del movimento, verso la costruzione dello sciopero del 6 maggio!

“Contro il padrone: rabbia, conflitto e autorganizzazione!”

Questo ha spinto centinaia di studenti e precari a convocarsi con un concentramento autonomo nella Piazza Dante universitaria. Interventi, striscioni, cartelloni, cori e slogan hanno caratterizzato il corteo non autorizzato nel segno dell’incompatibilità al sistema della precarietà e della rassegnazione; dopo aver sanzionato gli uffici amministrativi dell’Ateneo che provocano esternalizzazioni e disoccupazione all’interno del servizio bibliotecario e di tutti gli altri comparti, la manifestazione ha bloccato il lungarno e si è diretto verso via Volturno. A sbarrarne l’accesso decine di carabinieri e poliziotti in antisommossa ed un blindato: il corteo non si è fermato e gli agenti si sono spostati: troppa pericoloso caratterizzare col marchio dello scontro una giornata indetta dalla Cgil! Ed è così che il movimento ha approfittato delle contraddizioni interne alla governance per sanzionare la sede dell’Unione Industriale; lì striscioni e fumogeni e interventi di studenti, precari ed operai dell’indotto della Piaggio hanno additato quanto lo sciopero generale del 6 maggio, al di là delle volontà dei promotori “ufficiali”, sarà uno sciopero non solo contro Berlusconi, ma contro Confindustria Marchionne e Colaninno. Proprio come nella giornata di conflitto del 17 novembre scorso, quando studenti medi si scontrarono con la polizia che voleva impedirgli di additare confindustria come responsabile principale della precarietà e dello sfruttamento di studenti medi e universitari, questo sabato il passaggio a confindustria è stato centrale per riqualificare il percorso verso lo sciopero generale come movimento che ha chiaro quali siano le contro-parti e quali le soggettività da sostenere e ricomporre! Le lotte contro l’accordo truffa di Colaninno degli operai della Piaggio, ostacolate da tutte le segreterie sindacali e dal Partito Democratico; le lotte contro l’apprendistato professionalizzante degli studenti medi, dispositivo di regolamentazione di nuovo sfruttamento per il precariato giovanile, le lotte contro l’applicazione della Riforma e la commissione Statuto, trovano in Confindustria quella contro-parte che era stata blindata ed impedita al movimento negli ultimi cortei e che dalla giornata di rabbia contro la precarietà ritrova agibilità politica e visibilità collettiva come “nemico pubblico”

“Contro il lavoro interinale, sciopero sciopero generale!”

Il corteo prosegue il percorso: vengono sanzionate con uova e striscioni agenzie interinali e l’ufficio stage e tirocinii, emblema dei nuovi dispositiva di cattura e sfruttamento capitalistico, simbolo della precarietà e della necessità di pensare e costruire lo sciopero proprio a partire dal rifiuto di quella nuova disciplina e organizzazione del lavoro, fatta di flessibilità e caporalaggio! Inoltre gli studenti ed i precari con slogan e interventi urlano la loro rabbia nei confronti di una delle più grosse fabbriche di precarietà della città di Pisa, l’ospedale che sfrutta migliaia di tirocinanti delle professioni sanitarie e di medicina.

“Contro i tagli al diritto allo studio, riappropriamoci di reddito”

Viene raggiunto l’ufficio dell’azienda del dsu, responsabile dei tentativi di politiche di austerità contro gli studenti, ma anche terreno di conflitto e protagonismo attivo di tutte le componenti del movimento studentesco! Dall’aumento del costo del pasto a Mensa, alla gestione del patrimonio immobiliare sono numerosi i campi in cui la precarietà e l’austerità viene rilanciata ma anche combattuta dal movimento universitario

“Lotta e conflitto contro il nuovo patto sociale”

La manifestazione attraversa in seguito tutte le vie del centro cittadino, concludendosi nella piazza Garibaldi, in cui il comitato promotore e la cgil avevano lanciato l’assemblea finale. Gli interventi del movimento dei precari e degli studenti mettono in luce le caratteristiche del protagonismo e del conflitto sociale che oggi devono essere rilanciate per la costruzione del 6 maggio ed oltre!
Contro i toni vittimistici e gli attendismi di una classe politica di cui c’è solo da acuire lo scredito e la sfiducia; contro padroni, banchieri e un sistema finanziario responsabili dello sfascio sociale, contro l’austerità ed i tentativi “morbidi” di farla accettare! “Contro la precarietà, la nostra rabbia… que se vayan todos”, è la scritta illuminata dalle torce a fine giornata, ed il programma politico da cui ripartire!