Ennesimo sfratto nel quartiere del Cep, terzo accesso per Anna, che ieri per ore ha atteso l’arrivo dell’ufficiale giudiziario, sostenuta da un presidio di solidali. Questa volta il funzionario non si è nemmeno presentato per ufficializzare il rinvio, quasi una beffa per chi passa giornate in attesa, ansia e precarietà.
La solidarietà ad Anna comunque non è mancata e per tutta la mattina sono stati presenti al suo fianco amici, compagni, altri abitanti del quartiere. In un momento di crisi, mentre Comune e Apes sfuggono al loro ruolo rifugiandosi dietro una sterile pretesa di legalità, la sola istituzione che assume credibilità agli occhi degli sfrattati del Cep è quella dell’autorganizzazione e della resistenza.
Sempre più forte appare la necessità di uscire dalla solitudine e dalla paura di chi paga sulla sua pelle l’emergenza abitativa, e di creare momenti di visibilità, aggregazione e mobilitazione nel quartiere e in tutta la città, contro gli sfratti, per il diritto alla casa, per la vivibilità.
LA DIGNITA’ NON SI SFRATTA