Un quartiere che resiste. Basta sfratti al Cep!

Tempi duri al Cep, quartiere messo a dura prova dalla gestione aziendalistica e speculativa dell’amministrazione comunale. Da qualche tempo a questa parte sembra che l’unica intenzione della giunta sia quella di saccheggiare tutto il possibile, aumentando gli affitti per la gestione di fondi commerciali e orti e cementificando le poche aree verdi rimaste in un quartiere già densamente popolato, che invece avrebbe bisogno di più servizi e punti di aggregazione.

Questa gestione si manifesta anche nell’ondata di sfratti e di sgomberi dalle case portati avanti negli ultimi mesi verso famiglie morose nei pagamenti e occupanti di vecchia data che non sono rientrati nell’ultima sanatoria di regolarizzazione, ormai più di dieci anni fa.

Un esempio è la situazione di Chiara, madre di due figli, che avrebbe dovuto essere sfrattata ieri. Chiara viveva in casa con la nonna, che è venuta a mancare alcuni anni fa. Per un cavillo temporale di poche settimane Chiara non è stata regolarizzata; per l’Apes risulta occupante abusiva, nonostante abbia sempre pagato la quota d’affitto (che, caso strano, le è anche stata aumentata). A nulla sono serviti i via vai dagli uffici dell’Apes e dagli assistenti sociali: l’unica soluzione che le è stata prospettata è l’abbandono della casa per andare in affitto da privati.

Per fortuna il Cep è anche uno dei pochi esempi ancora vivi di rapporti e relazioni sociali di quartiere che resistono all’egoismo e all’individualismo. Quando nel pomeriggio l’ufficiale giudiziario si è recato a casa di Chiara ha trovato ad accoglierlo decine di persone, amici e conoscenti, vicini e abitanti del quartiere, determinati ad ottenere un altro rinvio. Il piazzale sottostante ed il balcone della casa erano stati allestiti con cartelli e striscioni che ribadivano la necessità di impedire gli sfratti e le forti responsabilità dell’assessore alla casa Ylenia Zambito.

Ottenuto il rinvio tutti i partecipanti si sono dati come priorità la data del 4 aprile, quando ci sarà il terzo accesso per eseguire un altro sgombero al Cep, dalla casa di Anna; ancora una volta i grandi assenti della giornata sono stati gli esponenti dell’Apes e del Comune, che pretendono di buttare una famiglia in mezzo alla strada senza esporsi in prima persona, rimanendo al sicuro dietro le loro scrivanie.

La resistenza attiva agli sfratti si è dimostrata ancora una volta l’unica strada percorribile, un momento di solidarietà importante per chi vive un presente fatto di incertezza e di ufficiali giudiziari; deve ora divenire il trampolino di lancio per altri momenti di mobilitazione in difesa del diritto alla casa per tutti.

La dignità non si sfratta, il Cep resiste!