Da
ormai quattro giorni le case di via Marsala a Riglione, inutilizzate
da più di otto anni, sono abitate da nove famiglie in emergenza
abitativa. Durante questi primi, intensi giorni, i nuclei familiari
si sono dedicati a rendere abitabili gli appartamenti e i fondi della
struttura e a pulire il giardino dai rifiuti, ma anche a farsi
conoscere e a far conoscere il progetto Prendocasa in tutto il
quartiere. La risposta degli abitanti di Riglione e Oratoio è ogni
giorno più incoraggiante: dalle prime assemblee pubbliche sono già
emerse non solo la solidarietà, ma anche la voglia di partecipare
alla gestione degli spazi pubblici che il progetto ha restituito al
quartiere. Per questo nella settimana appena iniziata, le case di via
Marsala si apriranno al quartiere, oltre che durante le assemblee
pubbliche, anche mercoledì pomeriggio, giorno in cui sarà attivo lo
sportello per il diritto alla casa del progetto, e domenica per un
pranzo sociale nel cortile recuperato dagli occupanti e per una
giornata di giochi per bambini.
Intanto
ieri c’è stato un primo incontro con la proprietà, alla quale le
famiglie hanno portato una proposta di recupero dello stabile e di
affitto a canone concordato. Per raccogliere il sostegno che il
quartiere ha espresso in questi giorni, gli occupanti hanno diffuso
un appello, che è possibile firmare anche su internet, di cui
riportiamo il testo:
La
mattina di sabato 13 marzo nove famiglie in emergenza abitativa (17
adulti e 16 minori) hanno liberato la palazzina di via Marsala 34 da
anni di abbandono e degrado. Queste famiglie hanno deciso di entrare
in occupazione perchè non gli si prospettava altra alternativa per
continuare ad avere un tetto. Gli
sfratti, i licenziamenti, le difficoltà di accedere alle case
popolari, nonostante il possesso di tutti i requisiti, hanno reso
l’occupazione l’unica scelta possibile.
Queste
case appartengono a uno dei maggiori proprietari immobiliari di Pisa
e, a causa di una storia controversa, non sono mai state utilizzate.
Terminate nel 2002, sono state al centro di un contenzioso tra la
proprietà ed il comune, riguardo alla possibilità di uso pubblico
del parcheggio, che è durato alcuni anni ed è stato sciolto a
vantaggio del proprietario. Ma le case continuano a rimanere vuote
perchè il contenzioso dall’anno scorso prosegue con una richiesta di
risarcimento danni da parte della proprietà: il processo per questa
nuova causa avrà inizio non prima del 2013. Questo significa che
un’eventuale sgombero delle famiglie dall’immobile equivarrebbe a
riconsegnarlo all’incuria e al degrado per almeno altri tre anni.
Per
questo gli occupanti hanno proposto alla proprietà di effettuare a
proprie spese i lavori necessari all’abitabilità dell’immobile e di
pagare un affitto ad equo canone, cioè proporzionato al reddito
delle famiglie, finchè l’edificio non avrà una destinazione d’uso.
Questa proposta è stata elaborata collettivamente dagli abitanti
delle case di via Marsala nell’intenzione di venire incontro agli
interessi del proprietario, ma ponendo come prioritari il benessere e
la dignità dei propri figli e delle proprie famiglie.
Intanto
gli occupanti hanno già iniziato a restituire lo stabile al
quartiere: se già nove appartamenti vuoti da anni a fronte di una
tale emergenza abitativa sono una vergogna, c’è anche la questione
degli enormi fondi commerciali, anch’essi in disuso. L’interesse
degli occupanti è stato quindi fin dal principio quello di
coinvolgere il più possibile il vicinato e gli abitanti del
quartiere, sia nel confronto continuo e quotidiano, sia organizzando
apposite assemblee per proporre usi pubblici e collettivi di questi
fondi; le esigenze in una zona del genere si sono rivelate
molteplici: le prime proposte sono state una palestra, uno
spazio per bambini, una biblioteca, una sala studio.
L’intenzione
è quindi adesso quella di costituire un comitato di quartiere,
composto dalle famiglie di via Marsala e da tutte le persone
interessate all’utilizzo dei fondi, che si dia l’obiettivo di
realizzare alcuni di questi progetti e soprattutto di farli vivere in
maniera continuativa.
Firmando
questo appello potete dare sostegno e rendere più forte questa
proposta, con un semplice gesto di solidarietà reale.
ormai quattro giorni le case di via Marsala a Riglione, inutilizzate
da più di otto anni, sono abitate da nove famiglie in emergenza
abitativa. Durante questi primi, intensi giorni, i nuclei familiari
si sono dedicati a rendere abitabili gli appartamenti e i fondi della
struttura e a pulire il giardino dai rifiuti, ma anche a farsi
conoscere e a far conoscere il progetto Prendocasa in tutto il
quartiere. La risposta degli abitanti di Riglione e Oratoio è ogni
giorno più incoraggiante: dalle prime assemblee pubbliche sono già
emerse non solo la solidarietà, ma anche la voglia di partecipare
alla gestione degli spazi pubblici che il progetto ha restituito al
quartiere. Per questo nella settimana appena iniziata, le case di via
Marsala si apriranno al quartiere, oltre che durante le assemblee
pubbliche, anche mercoledì pomeriggio, giorno in cui sarà attivo lo
sportello per il diritto alla casa del progetto, e domenica per un
pranzo sociale nel cortile recuperato dagli occupanti e per una
giornata di giochi per bambini.
Intanto
ieri c’è stato un primo incontro con la proprietà, alla quale le
famiglie hanno portato una proposta di recupero dello stabile e di
affitto a canone concordato. Per raccogliere il sostegno che il
quartiere ha espresso in questi giorni, gli occupanti hanno diffuso
un appello, che è possibile firmare anche su internet, di cui
riportiamo il testo:
La
mattina di sabato 13 marzo nove famiglie in emergenza abitativa (17
adulti e 16 minori) hanno liberato la palazzina di via Marsala 34 da
anni di abbandono e degrado. Queste famiglie hanno deciso di entrare
in occupazione perchè non gli si prospettava altra alternativa per
continuare ad avere un tetto. Gli
sfratti, i licenziamenti, le difficoltà di accedere alle case
popolari, nonostante il possesso di tutti i requisiti, hanno reso
l’occupazione l’unica scelta possibile.
Queste
case appartengono a uno dei maggiori proprietari immobiliari di Pisa
e, a causa di una storia controversa, non sono mai state utilizzate.
Terminate nel 2002, sono state al centro di un contenzioso tra la
proprietà ed il comune, riguardo alla possibilità di uso pubblico
del parcheggio, che è durato alcuni anni ed è stato sciolto a
vantaggio del proprietario. Ma le case continuano a rimanere vuote
perchè il contenzioso dall’anno scorso prosegue con una richiesta di
risarcimento danni da parte della proprietà: il processo per questa
nuova causa avrà inizio non prima del 2013. Questo significa che
un’eventuale sgombero delle famiglie dall’immobile equivarrebbe a
riconsegnarlo all’incuria e al degrado per almeno altri tre anni.
Per
questo gli occupanti hanno proposto alla proprietà di effettuare a
proprie spese i lavori necessari all’abitabilità dell’immobile e di
pagare un affitto ad equo canone, cioè proporzionato al reddito
delle famiglie, finchè l’edificio non avrà una destinazione d’uso.
Questa proposta è stata elaborata collettivamente dagli abitanti
delle case di via Marsala nell’intenzione di venire incontro agli
interessi del proprietario, ma ponendo come prioritari il benessere e
la dignità dei propri figli e delle proprie famiglie.
Intanto
gli occupanti hanno già iniziato a restituire lo stabile al
quartiere: se già nove appartamenti vuoti da anni a fronte di una
tale emergenza abitativa sono una vergogna, c’è anche la questione
degli enormi fondi commerciali, anch’essi in disuso. L’interesse
degli occupanti è stato quindi fin dal principio quello di
coinvolgere il più possibile il vicinato e gli abitanti del
quartiere, sia nel confronto continuo e quotidiano, sia organizzando
apposite assemblee per proporre usi pubblici e collettivi di questi
fondi; le esigenze in una zona del genere si sono rivelate
molteplici: le prime proposte sono state una palestra, uno
spazio per bambini, una biblioteca, una sala studio.
L’intenzione
è quindi adesso quella di costituire un comitato di quartiere,
composto dalle famiglie di via Marsala e da tutte le persone
interessate all’utilizzo dei fondi, che si dia l’obiettivo di
realizzare alcuni di questi progetti e soprattutto di farli vivere in
maniera continuativa.
Firmando
questo appello potete dare sostegno e rendere più forte questa
proposta, con un semplice gesto di solidarietà reale.