I primi effetti dell’occupazione di via Marsala sono
sotto gli occhi di tutti: le famiglie, insieme alla persone solidali con la
loro situazione, hanno ripulito buona parte del giardino e svuotato tutto il
garage allagato, levando una situazione di degrado evidente nel quartiere;
contemporaneamente hanno cominciato ad arredare e a vivere nelle case
abbandonate da anni e mai utilizzate.
Ci sono state anche delle assemblee pubbliche e molti
momenti di incontro e dialogo in cui gli occupanti si sono presentati agli
abitanti della zona che sono passati di persona a vedere la situazione.
Nel frattempo è stato stabilito un contatto col
proprietario dell’immobile, per esporre una proposta di trattativa: le famiglie
sono disponibili a terminare a proprie spese i lavori che mancano nell’edificio
per ottenere l’abitabilità a patto di poter rimanere nelle case di via Marsala,
pagando un affitto concordato secondo le possibilità economiche di ogni nucleo.
Questa proposta trova fondatezza nel fatto che l’immobile
non avrà alcuna destinazione d’uso, e quindi continuerà a rimanere vuoto
almeno fino al 2013. Infatti solo tra 3 anni avrà inizio un processo che
risolverà il contenzioso legale che vede contrapposti il Comune e la proprietà.
Viene da chiedersi perché in questo tempo non
potrebbero abitarci le famiglie? Perché il fondo non dovrebbe trovare una
destinazione pubblica e collettiva, andando a beneficio di tutto il quartiere?
Dobbiamo lasciare che le cose tornino come prima: l’erba alta, il degrado,
l’incuria?
Le famiglie sono intenzionate a non uscire, per questo
insisteranno con la loro proposta, più che ragionevole, nei confronti della
proprietà. Nel frattempo però si stanno anche preparando all’eventualità
peggiore, di ricevere un’ordinanza di sgombero e doversi organizzare per
resistere.
La solidarietà del quartiere è la cosa che più ha colpito
gli occupanti in questi giorni, e adesso diventa più importante che mai. Ogni
momento è buono per passare in via Marsala a conoscere le famiglie, per
partecipare alle assemblee pubbliche.
Inoltre in questi giorni girerà nei circoli un appello di sostegno alla
proposta degli occupanti: una firma è un atto di sostegno reale e concreto, che
chiunque voglia supportare questa battaglia può fare con semplicità!