Progetto prendocasa: nuovo picchetto antisfratto

Sono passate appena due settimane
dall’ultima esecuzione di sfratto, bloccata dai militanti del progetto
prendocasa, nei confronti di una famiglia italiana “colpevole” di non
essere
riuscita a pagare l’affitto da capogiro (700 euro al mese). Dalle 8
della
mattina la famiglia insieme a decine di solidali, occupanti di case,
studenti,
precari, ha picchettato la propria abitazione in attesa di affrontare
per la
terza volta l’ufficiale guudiziario, la proprietà dell’immobile e la
forza
pubblica. Il presidio antisfratto è durato fino alle 18, quando la
proprietà accompagnata
a quattro volanti dei carabinieri sono giunti all’immobile, ma subito
sono
stati bloccati ed obbligati a prorogare ulteriormente la data
dell’esecuzione
forzosa dello sfratto, causa problemi di “ordine pubblico”. Una
resistenza
sociale quella di oggi che ha costretto di nuovo la proprietà a
“prendere
tempo”, in attesa che la famiglia ed il progetto di riappropriazione del
diritto all’abitare abbiano garantito la casa. Da notare come le
istituzioni
del comune di Cascina e della provincia di Pisa siano state per
l’ennesima
volta sorde ed incapaci di portare avanti qualsiasi proposta reale di
mediazione abitativa. La data del prossimo sfratto è fissata per il 16
marzo;
se le istituzioni e la proprietà seguiteranno a latitare e a non
garantire la
casa a questa famiglia, il movimento di tutte quelle persone coinvolte
nella
battaglia contro gli sfratti non mancherà sicuramente di fornire la
giusta e
doverosa risposta a questa crisi: opposizione sociale e
riappropriazione!
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Abitare nella crisi – 12 13 14 marzo a Firenze

Abitare Nella Crisi
Firenze 12-13-14 Marzo 2010
Convegno dal Basso: Incontro Nazionale dei Movimenti per il diritto
all’Abitare

Abitare al tempo della crisi. Significa fare i conti con le conseguenze
del “libero” mercato della casa, con gli affitti e i mutui alle stelle, con
gli sfratti ed i pignoramenti, con la svendita del patrimonio pubblico, le
privatizzazioni dei servizi, la cementificazione e la mercificazione dei
nostri territori, l’assenza endemica di un’edilizia pubblica e sostenibile.
Significa avere sulle proprie spalle di precari e precarie e pagare con le
dismissioni ed i licenziamenti il vero prezzo della crisi, mentre le
banche, i palazzinari e la politica si ingozzano e speculano sulle nostre
vite. Troppo spesso significa morire di lavoro, altre volte rimanere sotto
le macerie delle case dello studente, delle scuole, delle nostre case.
Abitare nella crisi significa affrontare un razzismo di stato che diviene
sempre più strumento di dominio, sistema di segregazione culturale e
sociale, con città militarizzate, carceri stracolme e nuovi lager dove
rinchiudere storie e vite migranti (e chi tace è sempre più complice).
Abitare nella crisi vuol dire districarsi quotidianamente nella gigantesca
giungla della precarietà sociale, affrontare condizioni sempre più dure di
sfruttamento, umiliazione, repressione.

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21 febbraio – le domeniche di prendocasa

Il progetto prendocasa, nato più
di due anni fa, riunisce studenti, lavoratori precari e famiglie,
italiani e
stranieri, nella difesa del diritto alla casa. Nel bisogno di un tetto
abbiamo
trovato un punto di contatto tra soggetti anche molto diversi, e siamo
riusciti
in questo tempo a organizzare una battaglia comune; uno dei nostri
ambiti di
intervento principali è ad esempio la difesa delle famiglie sotto
sfratto.
 
Circa un mese fa, durante una
nostra iniziativa nel circolo Arci Pisanello a Riglione, siamo entrati
in
contatto con alcune famiglie del quartiere che
avevano ricevuto un’ingiunzione
di sfratto. Pensiamo che queste famiglie siano un esempio di una
situazione
molto più vasta, per questo ci è sembrato opportuno organizzare una
nuova
giornata nel circolo, incentrata da una parte su iniziative sociali
(pranzo,
tombolata e torneo di biliardino) e dall’altra sulla questione della
casa e
degli sfratti. Sarà infatti disponibile per tutta la giornata la
consulenza del
nostro sportello informativo per il diritto alla casa e contro gli
sfratti.
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Bologna: occupati 18 alloggi

Contro l’emergenza abitativa

Oggi sabato 13 febbraio, operai,
precari, disoccupati in emergenza abitativa hanno occupato uno stabile di
proprietà comunale in via del Vivaio (località Pioppa, Bologna), dove ormai da
anni erano sfitti 18 appartamenti. Questa occupazione è un’azione di
riappropriazione popolare della cosa pubblica. Di fronte all’emergenza
abitativa è scandaloso che non si valorizzi il patrimonio pubblico, per
intervenire efficacemente sul disagio abitativo. L’occupazione di oggi è il
tentativo di trovare un
alloggio per tutte quelle famiglie di sfrattati che sono stati travolti dalla
crisi economica che ha investito anche la nostra regione, vista la cronica
mancanza di case popolari ed un mercato privato inaccessibile. Leggi tutto “Bologna: occupati 18 alloggi”

CASCINA: IL VERO SCANDALO SONO GLI SFRATTI

Ieri, 11 febbraio 2010, più di
cinquanta persone si sono ritrovate in Via di Mezzo Sud, nel comune di Cascina,
ed hanno difeso uno sfratto per morosità di una famiglia.

La famiglia italiana è composta
da padre, madre, figlia e vive da più di un anno in questa casa: a causa del
licenziamento del padre e della precarietà lavorativa della figlia, i 600 euro
di affitto per un appartamento di 50 metri quadrati sono diventate impossibili
da pagare. Parte così l’iter dello sfratto, chiesto dai padroni della casa.
Nonostante l’inserimento, con punteggio di 9 punti, nella graduatoria per l’assegnazione
di casa popolare, la famiglia vive da sola tutto l’iter che la conduce al primo
sfratto esecutivo, dello scorso 4 febbraio. Proprio lo stesso giorno dello
sfratto muore prematuramente la seconda bambina della famiglia, partorita dopo
6 mesi di gravidanza in condizioni di grave trascuratezza del personale
medico-sanitario dell’ospedale di Pisa. Da quel giorno la famiglia è impegnata
in una lotta per ristabilire le vere cause del decesso della piccola bambina ed
accertare le responsabilità dei dottori nella dinamica generale di
trascuratezza e negligenza di questa triste vicenda.  In questa situazione la prima proroga di una
settimana concessa alla famiglia dall’ufficiale giudiziario (sotto la pressione
della  proprietà) appare ancora più
ipocrita e meschina. Non solo quindi alla famiglia è stato strappato il diritto
alla salute e alla cura, ma ha dovuto immediatamente fare i conti con la
prospettiva di essere buttata fuori di casa senza che gli fosse proposta alcuna
soluzione alternativa.  L’ufficiale
giudiziario quindi aveva fissato lo sfratto esecutivo  per giovedì 11 febbraio, con l’utilizzo della
forza pubblica in caso di resistenza.
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Progetto prendo casa: resistenza sociale contro gli sfratti

Ieri mattina a Cascina (Pisa) il
picchetto antisfratto del Progetto Prendocasa ha impedito all’ufficiale
giudiziario di eseguire l’ordinanza di sfratto nei confronti di una famiglia.
Subito dopo circa settanta persone hanno occupato la sede del comune.

Si è conclusa in tarda
giornata  di ieri la mobilitazione per il
diritto all’abitare che ha visto impedire uno sfratto di una famiglia italiana,
composta da padre, madre e figlia, nel comune di Cascina, nella provincia di
Pisa.

Già dalle prime ore del mattino
più di cinquanta persone si sono radunate a casa della famiglia che avrebbe
dovuto essere sfrattata per non essere riuscita a pagare l’affitto negli ultimi
mesi. All’arrivo dell’ufficiale giudiziario, delle volanti della polizia
municipale, della proprietà privata immobiliare e del suo avvocato, il
picchetto ha impedito fisicamente lo sfratto ottenendo un primo obiettivo di
proroga di 15 giorni. Successivamente i manifestanti e la famiglia hanno
occupato la sala dell’ufficio comunale di Cascina, il cui assessore alle
politiche abitative si è dimesso nei giorni scorsi travolto da imputazioni
giudiziarie di favoreggiamento e concussione nell’assegnazione di alloggi
comunali. Dopo alcuni momenti di tensione con i vigili urbani,  i manifestanti hanno ottenuto un incontro con
il Sindaco Franceschini per individuare percorsi di inserimento abitativo. Ma
il movimento per la riappropriazione del diritto alla casa non starà a
guardare, né nutre particolari speranze in istituzioni che hanno latitato fino
ad ora. L’attenzione rimane alta, e l’organizzazione del prossimo picchetto
antisfratto per il 25 febbraio è già iniziata coinvolgendo la vasta rete
sociale di cui il movimento dispone.

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Livorno: 1000 persone in corteo contro le “morti di stato”


16.01.2010

 

Stamattina un migliaio di persone hanno manifestato in una Livorno
blindata. Manifestazione promulgata dalle famiglie delle vittime: dai
casi più eclatanti come quelli di Federico Aldrovandi, Carlo Giuliani,
Gabriele Sandri, a quelli ignorati dalle cronache mainstream come Niki
Gatti, Riccardo Rasmas, Giulio Comuzzi e tanti altri.

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Solidarietà ai compagni e alle compagne del Guernica

07.01.2010

Questa mattina a Modena la polizia ha sgomberato lo Spazio Antagonista Occupato Guernica.
Ennesimo attacco, quello di stamane, nei confronti di un’esperienza di autorganizzazione sociale.
Un attacco nei confronti di chi apre spazi per ridarli alla città,
spazi nei quali è possibile fare politica altra, spazi comuni di
socialità e aggregazione.
E ancora una volta il tutto avviene nel silenzio delle istituzioni e
delle amministrazioni locali, che delegano il compito alla questura,
riducendo la questione ad un problema di ordine e sicurezza.
Certi che la riappropiazione e il conflitto sono le uniche risposte
possibili contro questi tentativi di repressione, diamo la nostra
solidarietà ai compagni e alle compagne di Modena.

Nuove lotte ci attendono!
Non un passo indietro!

Antagonist* Pisan*

Occupazione della SRU a Parma

Domenica 20 dicembre:

BUONA DOMENICA – LA SRU OCCUPA IN VIA FIRENZE

Questa mattina è stato inaugurato l’Intervento numero 2 della S.R.U.,
sempre in quartiere San Leonardo. L’intervento è volto a denunciare la
drammatica situazione abitativa in città e lo scandalo delle case
popolari sfitte, nonostante le più di 1600 domande per l’assegnazione
di un alloggio. Proprio per questo abbiamo deciso di occupare una casa
sfitta da tre anni che l’Acer era intenzionata a vendere. E’ una prassi
comune, l’ennesimo atto che favorisce i privati, impoverisce il
patrimonio pubblico e danneggia chi ha effettiva necessità di
un’abitazione. I vertici dell’Acer e l’assessore alla casa Pellacini si
sono recati sul posto verso le 11,30 e dopo una concitata trattativa,
la SRU ha ottenuto di fermare la vendita e di far assegnare gli alloggi. Questo l’impegno che si è pubblicamente assunto il vice direttore dell’Acer; è stato inoltre ottenuto di intavolare una trattativa per la sistemazione delle sei persone che hanno trovato riparo in via Guastalla.
Possiamo considerare quella di stamattina una piccola vittoria che ha
dimostrato come la lotta portata avanti dalla SRU possa ottenere dei
risultati concreti, oltre che mettere in risalto l’impreparazione e la
mancanza di volontà dell’amministrazione comunale nell’affrontare il
problema abitativo. L’atteggiamento tenuto stamattina dall’assessore
Pellacini è stato imbarazzante (pensiamo non solo per noi): si è
trincerato dietro l’illegalità del gesto, trascurando di entrare nel
merito delle questioni che abbiamo sollevato. Finchè la rendita
immobiliare non verrà considerata un problema, l’abitazione continuerà
ad essere un lusso e non un diritto. Difronte a questo pensiamo che non
ci sia legalità che tenga e lasciamo a tutti voi la libertà di
giudicare se sia più grave occupare una casa popolare sfitta da tre
anni o l’indifferenza interessata nei confronti di chi non ha un tetto
sulla testa. Con questo gesto "illegale" due famiglie in più avranno
finalmente una casa.

LE CASE TENUTE VUOTE SONO UN INSULTO A CHI HA BISOGNO

MAI PIÙ ALLOGGI SFITTI, NÉ PUBBLICI NÉ PRIVATI

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