Questo pomeriggio il comitato per il diritto alla casa cittadino ha organizzato una protesta mobile nel centro storico: con fischietti, cartelloni, megafono e la bandiera rossa “STOP sfratti, sgomberi e pignoramenti” si sono diretti inizialmente al Duomo, sotto la Torre, dove hanno parlato con i tanti turisti presenti. Le famiglie hanno voluto far conoscere l’altro volto della città, quello fatto di prepotenze e minacce, violenza e sfratti, umiliazioni e povertà. Nella perfetta Piazza dei Miracoli è calato per una mezz’ora uno spaccato di realtà a cui i turisti non sono abituati quando visitano la città.
Poi il rumoroso presidio ha attraversato via Santa Maria ed ha raggiunto la sede di Confedilizia. Nei giorni scorsi l’organizzazione che tutela gli interessi dei proprietari di case e i costruttori di immobili si era opposta alla richiesta della sospensione degli sfratti, dichiarando che le famiglie devono essere sfrattate in quanto i proprietari degli immobili hanno legalmente avviato i percorsi giudiziari per il rilascio delle loro proprietà. E poco importa se a pagarne le conseguenze sono famiglie con minori che a causa della crisi, della perdita del lavoro o degli stipendi da fame non hanno più potuto pagare i costosissimi canoni di locazione. Leggi tutto “Famiglie sotto sfratto protestano a Confedilizia e all’Ufficio Casa”

La commissione territoriale sfratti ha il compito di valutare le richieste di sospensione della forza pubblica per le famiglie in grave disagio abitativo che rischiano di andare in mezzo alla strada a causa di una “morosità incolpevole”. A Pisa nell’ultima commissione sono stati valutati più di 50 nuclei che nelle prossime settimane riceveranno la visita dell’ufficiale giudiziario e delle forze dell’ordine, per i quali è stata avanzata la richiesta di sospensione alla prefettura.
Non solo a Pisa, ma in tutta la provincia, la piaga degli sfratti non accenna a placarsi. Negli scorsi giorni a Cascina molte famiglie hanno rischiato di trovarsi senza un tetto sulla testa. Lunedì mattina Lofti, un disoccupato con tre figli, ha dovuto tenere testa da solo a un tentativo di esecuzione da parte dei vigili urbani; dopo diverse ore di tensione e l’irruzione degli uomini in divisa, è stato contrattato un rinvio, tuttavia l’inquilino durante i concitati eventi ha riportato una ferita alla testa.
Ieri mattina ed oggi (giovedì 16 e venerdì 17 marzo) tante famiglie si sono ritrovate di fronte alle abitazioni di Fabio e Riccardo che abitano rispettivamente in via Maiorca, a Marina di Pisa e in via Facchini, in centro dietro al palazzo comunale.
Ogni anno nella nostra città di Pisa vengono emessi 600 sfratti. Le poche ore di lavoro (quando si ha la fortuna di averlo) non bastano di certo a pagare le 600-700 euro di affitto che i proprietari di casa ci chiedono. Per chi si trova nella condizione di dover scegliere dove spendere il misero stipendio guadagnato a lavoro viene necessariamente automatico rinunciare al pagamento dell’affitto piuttosto che comprarci i primi beni di necessità per le proprie famiglie.
Questa mattina si è svolta la conferenza stampa lanciata dall’assemblea delle donne in lotta che ieri sera ha dato vita alla mala Servaven Jin occupata (casa delle donne che combattono), nome che si rifà alle lotte delle donne kurde. La struttura di proprietà del Comune è stata costruita con i fondi vincolati dalla legge martelli come centro di prima accoglienza per migranti. Nel 2013 ol comune e la società della salute mettono in campo un progetto di ristrutturazione tramite un investimento di 640 mila euro per cui la struttura è stata chiusa. Nessun lavoro é mai stato eseguito e anni di abbandono hanno reso la struttura una “bomba igienica”. Le occupanti denunciano questo stato di abbandono e incuria dei beni pubblici, lanciando i primi due giorni di pulizie collettive per domani e sabato. Domenica è invece lanciata l’assemblea cittadina alle ore 18.
Nella mattinata di ieri tre famiglie residenti rispettivamente al Cep, Cisanello e San Frediano (Cascina) hanno lottato e resistito insieme a tante altre solidali per non essere cacciate di casa dall’ufficiale giudiziario e dalla polizia municipale, ottenendo così, dei rinvii che danno respiro alle famiglie ma anche il tempo necessario per organizzarsi con tante altre nella stessa situazione.La mattinata di lotta è iniziata molto presto: tre picchetti si sono formati contemporaneamente di fronte alle tre abitazioni. Il primo sfratto rinviato è stato nel quartiere Cep, dove una famiglia con gravi problematiche di salute e abbandonate dai servizi sociali rischiava di essere sfrattata, dalla propria casa popolare in cui vivono da decenni, da una task force composta da alcuni funzionari ed impiegati dell’Apes, ufficiale giudiziario, vigili urbani e fabbro. Nonostante il picchetto formato da vicini di casa e amici della anziana coppia, la comitiva di Apes ha tentato di aprire la porta. Solo la determinazione a non uscire di casa è riuscita a strappare un rinvio di circa un mese ed un incontro congiunto con i servizi sociali e Apes.
Nella seduta odierna del consiglio comunale l’assessore alla casa Zambito ha dovuto rispondere al question time presentato dai consiglieri di Città in Comune e Movimento 5 Stelle sulla notiza del rifiuto da parte della BEI (Banca Europea Investimenti) di concedere il mutuo a Casa Spa per la realizzazione dei progetti ERP toscani che avrebbero dovuto finanziare la costruzione dei nuovi alloggi popolari nel quartiere di Sant’Ermete, come da tempo promesso dall’amministrazione cittadina. L’assessore ha balbettato nuove promesse ma a oggi il progetto è senza copertura finanziaria “a conferma di come – affermano gli esponenti del comitato di quartiere di Sant’Ermete – tutti questi interventi previsti nei quartieri popolari, simili a Sant’Ermete, siano solo dei gran raggiri.” La Zambito ha affermato che l’assessore regionale Ceccarelli ha promesso una “variazione di bilancio da approvare in aprile a fronte della presentazione dei progetti esecutivi” per reperire i fondi necessari al completamento del progetto di riqualificazione. Questa soluzione appare alquanto improbabile perché fu proprio a fronte di un taglio al bilancio che comune e regione scelsero di ricorrere al mutuo con le banche.
Questa mattina diverse decine di persone hanno animato un presidio davanti alla Società della Salute in via Saragat, lanciato in contemporanea con lo svolgimento della Commissione Territoriale Sfratti. A diversi interventi durante il presidio è seguito un corteo selvaggio che ha circumnavigato la Società della Salute passando per La Cella. Di ritorno all’entrata dell’edificio una delegazione è entrata per interloquire con la Commissione. Le risposte sono state più vaghe del solito: uno scaricabarile verso il governo e la politica; un’appellarsi a Regolamenti che impedirebbero l’applicazione di soluzioni reali. Questi Regolamenti (comunali e regionali) sono in realtà utilizzati strumentalmente e arbitrariamente per escludere il maggior numero di persone possibile dall’accesso ai sussidi.
Noi donne di questa città, vogliamo un cambiamento radicale delle politiche abitative.