Nell’incontro di oggi, ottenuto dopo la mobilitazione di sabato scorso, è stata ribadita l’esigenza di utilizzare “l’agraria”, ovvero il piano inferiore del circolo da mesi chiuso con lucchetti e catene, per tenerci il doposcuola che ormai viene frequentato da decine di bambini del quartiere e non solo e per far spazio al progetto di mensa popolare. Le proposte relative all’utilizzo dello spazio sono state ben accolte dai soci che gestiscono il circolo ma sembrano però scontrarsi le richieste economiche degli stessi gestori. L’unica funzione che il circolo chiuso può avere – hanno affermato – è di ricavare un profitto economico utile a risanare i debiti accumulati negli anni dagli speculatori di turno che hanno lucrato nel tempo su quello spazio.
Nel quartiere intanto è partita una raccolta di firme a sostegno del progetto della mensa e della sua collocazione in una parte del circolo. Nell’arco di due giorni la proposta conta 185 firmatari, di cui la maggior parte abitanti del quartiere. Nella convocazione straordinaria dell’assemblea dei soci ottenuta all’incontro di oggi per la prossima settimana verrà fatta pesare la volontà di tutti gli abitanti di Sant’Ermete. Chi in questi mesi ha lottato in Sant’Ermete non si rassegna alla logica del debito che vorrebbe sottrarre al quartiere anche l’unico spazio di socialità presente, Il quartiere pretende che il circolo venga affidato al Comitato
Il Comitato di Sant’Ermete sta affrontando il progetto di mensa popolare in tutta la sua complessità. Infatti se un tassello che compone questo percorso è quello dello spazio, l’altro altrettanto importante è quello delle risorse per il progetto. Per reperirle si prosegue con le pratiche del blocco e della sensibilizzazione dei lavoratori e dei consumatori, dei volantinaggi e degli speakeraggi tra gli scaffali tramite i picchetti alle casse che rallentano l’acquisto dei prodotti e che inceppano il continuo e rapido meccanismo di guadagno delle grandi catene.
Questa pressione ha portato il Comitato ad avere già un incontro preliminare con le grandi catene della distribuzione organizzata (Pam, Carrefour, C.O.O.P. e EsseLunga) e raccogliendo la disponibilità e fissare un incontro successivo per il 10 febbraio prossimo nel quale entrare nello specifico tecnico del progetto. Un ambito trasversale alle due questioni fondamentali, ovvero spazio e risorse, è il coinvolgimento dell’Assessorato al sociale. Questo, tramite il suo organo tecnico, la Società della Salute, dovrebbe avere il ruolo di garante per i supermercati e per la proprietà del circolo, adeguando lo spazio alle esigenze del progetto e contribuendo economicamente all’affitto “sociale” proposto.
Ad oggi il vero nodo politico sono proprio le istituzioni che, se da una parte si sono rese disponibili alla costruzione della mensa, dall’altra continuano a non esporsi concretamente con tutte le parti in gioco. Il 10 febbraio nell’incontro con i supermercati si constaterà la loro reale volontà nel portare avanti il progetto iniziando a mettere insieme tutti i tasselli del puzzle.