Livorno: famiglie occupanti e sfrattate interrompono consiglio comunale

Ieri mattina, circa un centinaio di persone occupanti e sfrattate hanno interrotto il consiglio comunale. I motivi della protesta sono molteplici: l’assenza totale di soluzioni abitative da parte del Comune e degli organi preposti, uffici comunali pronti a dare informazioni frammentarie, parziali e contrastanti, sempre più famiglie che si ritrovano per strada, case e intere palazzine sfitte, murate, vuote.

Gli argomenti più importanti della protesta, che hanno portato una decina di manifestanti a incatenarsi al corrimano della sala consiliare, riguardano i punteggi decurtati ad alcune famiglie occupanti nella graduatoria definitiva per il bando delle case popolari e la questione dell’illegalità delle strutture. “Se le case non ci volete dare, le occupazioni dovete legalizzare” cita il testo dello striscione attaccato dentro la sala. Gli occupanti infatti, più volte hanno rivolto questa richiesta alle istituzioni locali. In una città in cui ci sono 70 sfratti al mese per morosità incolpevole, dove interi palazzi vengono murati per essere demoliti, dove esistono solo 2 strutture adibite ad emergenza abitativa, la richiesta degli occupanti è sempre stata chiara: “finché non ci sono altre soluzioni, legalizzate la nostra presenza negli stabili abbandonati da anni in cui abbiamo creato “piccoli monolocali”, per lo più stanze, nelle quali viviamo da mesi, in molti casi anni. Formalizzate quello che ci dite ogni volta che veniamo qua, che noi la nostra emergenza abitativa ce la stiamo facendo, che la differenza tra una qualunque delle strutture occupate e la Marmora (vecchia caserma adibita a Emergenza Abitativa comunale) è solo la questione della legalità.”

Molti dei manifestanti indossavano maglie con su scritto “la vostra legalità = strada” a simboleggiare ancora una volta la differenza tra “giusto” e “legale”. Perché la strada è l’unica soluzione che il Comune e tutta l’amministrazione ha da offrire alle famiglie in difficoltà. Ma chi decide che in strada non ci vuole andare, e vuole dare un tetto ai propri figli, è nel torto, sostiene il Sindaco. Nel suo intervento, arrivato dopo circa due ore di interventi e domande da parte delle famiglie, il primo cittadino, tacendo sulla maggior parte degli argomenti trattati, ha risposto solo sulla questione dei punteggi decurtati, addossando la colpa all’Azienda Sanitaria Locale. Cosimi ha infatti sostenuto che l’A.S.L. avrebbe dichiarato, dopo la perquisizione avvenuta il 5 novembre nell’occupazione dell’ex mutua in via Ernesto Rossi, che i certificati fatti dalla stessa, e per i quali le famiglie hanno dovuto pagare più di 30€ a testa, non erano validi e non potevano essere contati nell’assegnazione dei punteggi.

Promettendo ancora una volta l’impegno di tutta la giunta e degli organi preposti a trovare una soluzione in merito, almeno, alla situazione abitativa dei singoli casi, ha sospeso il consiglio, allontanandosi dall’aula. La protesta è continuata, ribadendo al primo cittadino quanto non siano le parole a costruire stabili, a aiutare chi è senza casa, a far sparire la paura di essere svegliato da cento poliziotti in tenuta antisommossa pronti a sgomberare.

Ancora incatenati, i manifestanti sono rimasti all’interno della sala consiliare ormai vuota per circa una mezz’ora, poi, l’intervento dei vigili urbani presenti, li ha costretti a uscire.

Questo, il testo del volantino distribuito all’uscita dal consiglio:

“DISCRIMINATI, DECURTATI E MAZZIATI”

Apprendiamo con sgomento e amarezza che l’amministrazione comunale si sente messa con le spalle al muro dall’Azienda Sanitaria Locale. Cosa dire di noi?

Siamo famiglie di disoccupati e precari e molti di noi hanno figli. Come molti abbiamo perso il lavoro e di conseguenza la possibilità di pagare l’affitto e siamo stati sfrattati dalle nostre case. Non trovando alcuna risposta nei percorsi ufficiali di emergenza abitativa, abbiamo, spinti da assoluta  urgenza, occupato degli immobili inutilizzati, che mai erano stati destinati ad uso abitativo e per i quali non c’era nessun reale progetto di recupero pubblico o privato che fosse.

Quindi di fatto le nostre occupazioni, con tanto di lavori di ristrutturazione e parziale sanificazione, sono diventati emergenza abitativa a tutti gli effetti, i nostri rifugi di fortuna e l’unica alternativa alla strada.
Infatti l’unica differenza tra le nostre strutture e quelle del comune ( come La Marmora) è soltanto il mancato riconoscimento legale che ci aiuterebbe a risolvere questioni pratiche quotidiane molto importanti

Chiediamo inoltre che vengano assolutamente chiariti i criteri di assegnazione dei punteggi della graduatoria ERP e il ripristino immediato dei punti e il reinserimento in graduatoria delle famiglie a cui sono stati decurtati. Ricordiamo che la legge prevede che, soltanto in caso di occupazione di case popolari, non venga riconosciuto il punteggio di emergenza abitativa … Infatti a chi non “rischiava” di avere immediatamente l’assegnazione della casa questi punti, nonostante vivano nelle nostre occupazioni, sono stati assegnati, mentre quelli di noi con un punteggio più alto e prossimi all’assegnazione hanno visto sfuggire il giusto diritto alla casa.

Vogliamo che tutte le famiglie in difficoltà siano finalmente ascoltate e aiutate da quel servizio pubblico che latita da anni e che da anni si prende gioco di noi.

Per questo riteniamo fondamentale che venga immediatamente messo in atto il blocco degli sfratti, non vogliamo più vedere famiglie buttate per la strada nonostante le gravi difficoltà che stanno vivendo

Le famiglie occupanti e le persone del Comitato Diritto all’Abitare dell’Ex Caserma

da Livorno Indipendente