Il Varignano non si fa criminalizzare e ghettizzare, 100 persone presidiano sotto la pioggia il quartiere per rispondere alla militarizzazione e agli sgomberi.
Oggi c’è stata una ulteriore risposta della cittadinanza del quartiere Varignano alle politiche di guerra sociale e criminalizzazione messe in piedi dall’amministrazione Betti, dalla stampa e dalle questura in queste ultime settimane. Qualche giono fa, dopo lo sgombero (e la conseguente muratura della casa non assegnata naturalmente) ai danni di una famiglia con minori cacciata dall’abitazione (famiglia separata per legge) dopo 19 anni di occupazione di casa popolare mai assegnata il quartiere è insorto arrivando fin sotto il comune costringendo la “nuova” assessora alla casa Lazzerini (comunisti italiani sic!)ad una fuga ridicola dalla porta secondaria del Palazzo. I cittadini coinvolti in futuri e già millantati sgomberi con il sostegno di amici e parenti solidali del quartiere si sono subito organizzati in un comitato di autodifesa di quartiere per dare una risposta collettiva e forte ad una campagna falsa e provocatoria capeggiata dalla giunta di centro-sinistra che trovandosi nell’incapacità di dare una risposta chiara al bisogno di casa e reddito dei cittadini ha deciso di giocare la carta squallida dell’aizzare la guerra tra disperati, provando a scatenare l’opinione pubblica contro gli occupanti ventennali di case popolari mai assegnate mentre edifici pubblici e le stesse case popolari non vengono assegnate e vengono lasciate murate (ogni casa occupata ce ne sono 5 murate) in stato di abbandono. Il comitato dopo aver raccolto più di 700 firme per una sanatoria e contro gli sgomberi in meno di una settimana, ha riempito il quartiere di striscioni che evocano la voglia di resistenza del quartiere “Ora e sempre resistenza agli sgomberi” o ” Sindaco Betti il Varignano sarà il tuo Vietnam” e ha provato un primo costruttivo confronto con la brigata antisfratto e i soggetti sociali solidali con la lotta del quartiere, lanciando per la mobilitazione di oggi parole semplici ma precise: basta militarizzare il quartiere, discussione su sanatoria per reddito delle occupazioni storiche, assegnazione immediata delle case murate, no ai quartieri ghetto.Oggi pomeriggio sotto la pioggia più di cento persone all’entrata del quartiere per ribadire che il quartiere non si fa nè spaventare nè si arrende. Non saranno quartieri che per anni sono solo stati serbatoi di voti, clientele e degrado a pagare i costi delle incapacità gestionali di politici e burocrati locali.In più i cittadini stanno iniziando un’inchiesta sulle case popolari murate da presentare pubblicamente in queste settimane. Lunedi 3 febbraio ci sarà una nuova assemblea alle 18 al Cantiere Sociale tra il comitato di quartiere la brigata sociale antisfratto e tutti i solidali, per discutere e rilanciare i prossimi appuntamenti di lotta e mobilitazione nel quartiere e in città.