Pisa – Dare continuità all’assedio romano del 19 ottobre, ripartire dai territori per generalizzare la lotta per la casa e per il reddito. Lo hanno subito assunto e praticato gli abitanti di Sant’Ermete che da diversi mesi occupano uno stabile nel quartiere, dove nuove forme di lotta si stanno dando per ottenere case dignitose, manutenzioni dei palazzi e assegnazioni delle trenta case sfitte per l’emergenza abitativa.
Questa mattina una trentina di disoccupati, lavoratori part-time e pensionati, sono partiti in corteo dallo Spazio Popolare Occupato, giungendo alla Società della Salute che è stata occupata per ottenere un incontro col direttore Cecchi e l’assessore al sociale Capuzzi. Circa due settimane fa il Comitato di quartiere aveva invitato formalmente i tre enti responsabili dell’emergenza abitativa: Comune, Apes e Società della Salute. Solo l’ente che gestisce le case popolari si era presentata all’incontro in cui è stato promesso l’autorecupero delle case sfitte. Ma i responsabili continuano a non farsi trovare o a dare risposte ambigue sulle proposte del Comitato; questa mattina gli abitanti del quartiere in lotta sono andati a cercarli.
Dopo un’ora di presidio, caratterizzato da interventi rabbiosi al megafono, cartelloni, cori e striscioni, il dirigente e l’assessore sono stati costretti a ricevere una delegazione dei manifestanti, i quali hanno proposto un incontro con tutti e tre gli enti che amministrano le case e decidono sulle politiche abitative della città. Durante l’incontro sono stati affrontati tutti i problemi legati alla mancanza di reddito e che la Società della Salute non vuole prendersene carico. Al presidio hanno partecipato anche alcune famiglie del Progetto Prendocasa che hanno reclamato una casa di emergenza, indivuduando nelle case sfitte di Sant’Ermete una soluzione concreta.
Sono chiamati tutti in causa, nessuno escluso: da sempre l’atteggiamento dei dirigenti di questi organi, è quello di scaricare il problema addosso ad altri, senza mai prendersi le proprie responsabilità e adesso, chi subisce la crisi, ha deciso di non stare più a guardare indifferenti, ma di vedere in faccia chi amministra le risorse pubbliche e chi decide sulle politiche abitative e sociali inadeguate per colmare l’emergenza abitativa.
Non c’è più nessuna scusa per gli amministratori: gli abitanti di Sant’Ermete hanno deciso di dare un ultimatum per incontrarli tutti insieme, convocando un tavolo per lunedì 28 Ottobre ore 10, allo Spazio Popolare Occupato. L’obiettivo dell’incontro sarà quello di mettere sul tavolo, la situazione dell’emergenza abitativa, i centinaia di sfratti per morosità, le centinaia di case popolari sfitte e la situazione dei quartieri popolari lasciati completamente abbandonati.
Una giornata di mobilitazione che vede ricomporsi un soggetto sociale variegato: minorenni che abbandonano le scuole, giovani disoccupati sfruttati nei tirocini della Provincia, lavoratori precari che tutti i giorni rischiano il licenziamento e guadagnano pochissimo, famiglie con lo sfratto imminente. Questa composizione è la stessa che ha attraversato la manifestazione del 19 Ottobre a Roma e ci indica le potenzialità che questi soggetti hanno se incanalati nella direzione di un conflitto autonomo che parte direttamente dai bisogni, ma che trova nella dignità la forza di compattarsi e contrapporsi alla politiche di austerità.