Pisa, tentativo di sfratto in due tempi nel quartiere di Sant’Ermete

2013-09-20 14.42.07Pisa – Dirigenti dell’azienda per l’edilizia sociale (Apes), accompagnati dai vigili urbani, hanno provato in giornata ad eseguire lo sgombero di un appartamento occupato ieri da una donna in emergenza abitativa, ma la risposta degli abitanti del quartiere ha permesso il rinvio dello sfratto; non contenti questi personaggi ci hanno riprovato verso l’ora di cena, coadiuvati dalla Digos, trovando però lo stesso livello di allerta nel quartiere.

La prepotenza dei funzionari dell’Apes è nota da tempo in città; si manifesta, ad esempio, con comportamenti da arroganti strozzini nei confronti degli inquilini morosi, e con le minacce e le intimidazioni nei confronti degli abusivi. Ma ciò che sono riusciti ad imbastire oggi nel quartiere di Sant’Ermete merita sicuramente una speciale menzione. Non gli è bastato tentare uno sfratto da casa popolare con l’ausilio dei vigili, adoperati come braccio armato (senza alcun ingiunzione del tribunale, nè presenza di un ufficiale giudiziario), sfratto non riuscito grazie alla presenza massiccia degli abitanti del quartiere. Ad alcune ore di distanza si sono ripresentati allo stesso appartamento, una casa rimasta sfitta per anni e occupata la notte scorsa da una donna con problemi di salute ed in grave emergenza abitativa; questa volta insieme a loro erano presenti esponenti della Digos e dirigenti della questura, oltre a diverse volanti di polizia e carabinieri. Stufo di un eccessivo immobilismo, visto che era si era nuovamente riunito un nutrito picchetto sotto l’abitazione minacciata, un funzionario dell’Apes ha provato addirittura ad entrare dalla finestra della casa per sbrigare da solo l’annosa questione!

Gli abitanti del quartiere non si sono certo fatti intimidire da questo connubio di arroganza e sfoggio muscolare; per ben due volte nella stessa giornata, in poco tempo, in diverse decine si sono radunati davanti alla porta, impedendo l’intervento delle forze dell’ordine. Grazie anche alla ferma risolutezza dell’inquilina minacciata, decisa a difendere il suo diritto all’abitare, per ben due volte gli abitanti di Sant’Ermete hanno potuto applaudire di fronte alla ritirata dell’Apes e dei suoi sgherri in divisa, ben consapevoli che la vittoria di oggi andrà difesa con i denti nei prossimi giorni.

Il quartiere di Sant’Ermete, come tutti i quartieri popolari, è attraversato da numerose problematiche relative alla qualità della vita e dell’abitare. Negli ultimi giorni alcuni abitanti, partendo dallo Spazio Popolare Occupato, hanno lanciato una raccolta firme da presentare all’Apes, alla quale hanno aderito in pochi giorni decine e decine di persone. Le questioni di cui si chiede all’azienda di rendere conto sono molteplici: innanzi tutto gli abitanti di Sant’Ermete si chiedono a che punto stia il progetto di costruzione di nuovi alloggi, nei quali trasferire gli inquilini di alcuni edifici ormai troppo fatiscenti e non a norma. Il progetto in questione, il quale è stato finanziato con i soldi della Regione Toscana, e presentato a più riprese nel quartiere, è stato uno dei cavalli di battaglia del sindaco Filippeschi nel periodo pre-elettorale, ma misteriosamente ha subito un brusco ed immotivato stop al termine dopo l’assegnazione delle poltrone.

In secondo luogo si chiede conto del fatto che, nonostante le spese condominiali scaricate sugli affitti degli inquilini delle case popolari, l’Apes non si presenti mai ad eseguire gli interventi di manutenzione che gli spetterebbero. Infine si chiede conto all’azienda dell’alto numero di case popolari Apes sfitte da anni, che potrebbero essere immediatamente assegnate agli inquilini disponibili ad eseguire alcuni lavori di ripristino. Ad ora ne sono state censite circa 25, in un quartiere di piccole dimensioni.

Dalla giornata di oggi emerge ancora più forte la necessità di portare la propria voce fin dentro agli uffici dove si organizza e si decide l’edilizia sociale, dove si specula e si lucra sulle vite di centinaia di persone!