Continua senza sosta la lotta per il diritto alla casa a Brescia e provincia. Dopo più di due anni di picchetti anti-sfratto, casa per casa, in città e nei più disparati paesi della provincia, ieri era la giornata di una prova importante per il Comitato contro gli sfratti: per la prima volta la magistratura aveva disposto lo sgombero forzato di due famiglie residenti a Trenzano, nella bassa bresciana. Grazie all’azione dei picchetti l’ufficiale giudiziario non era mai stato in grado di eseguire lo sfratto.
Una giornata dunque che già da tempo era in via di preparazione per essere, a Brescia, una Stalingrado per quanto riguarda la campagna per fermare tutti gli sfratti.
Già dalle primissime ore della mattina, infatti, iniziano a concentrarsi nel paesino decine di persone per monitorare la situazione ed essere pronte a reagire ad ogni mossa delle forze dell’ordine.
Alle 7 del mattino, momento in cui giunge un battaglione dei carabinieri accompagnato da diverse volanti, i solidali giunti a picchettare gli ingressi delle due abitazioni sono ormai quasi duecento; molti fuori in strada, altri barricati dentro le case e pronti a resistere. Alle finestre i soliti striscioni che accompagnano ogni iniziativa del comitato: “nessuna persona senza casa, nessuna casa senza persone”, “la casa è un diritto, no agli sfratti”.
Davanti a questa presenza la macchina dello sgombero si inceppa da subito e gli stessi militari cercano una mediazione scartando l’ipotesi di intervenire con la forza. Dopo una lunga trattativa anche la proprietà degli appartamenti si è trovata costretta a dover siglare il rinvio dell’operazione al 27 Novembre per un’abitazione, al 7 Dicembre per l’altra.
A questo punto la prima vittoria della giornata di mobilitazione, che non si è certo fermata: il problema di queste due famiglie è solo rinviato e a Trenzano la giunta comunale Pdl – Lega non ne vuole sapere nulla.
Sull’onda dell’entusiasmo per l’impotenza delle forze dell’ordine davanti alla rete di solidarietà che si è fatta trovare pronta alla difesa del diritto all’abitare delle due famiglie, il presidio si è dunque spostato con un piccolo corteo nelle vie del paese, arrivando fino alla sede del comune, blindata.
A fronte del rifiuto del sindaco Andrea Bianchi di incontrare esponenti del comitato contro gli sfratti la piccola manifestazione ha bloccato incroci e sfilato per Trenzano per buona parte della mattinata con qualche momento di tensione con i carabinieri in anti-sommossa che non hanno fatto mancare qualche insulto e provocazioni verbali nei confronti della piazza.
Una giornata positiva, ancora una volta un vero e proprio “corpo a corpo con la crisi” così come da tempo definiscono questa mobilitazione continua gli attivisti del comitato provinciale contro gli sfratti.
Una prova di forza importante per una lotta sempre interessante, quella per il diritto all’abitare.
Un percorso in grado da un lato di creare una rete di solidarietà in grado di opporsi fisicamente e politicamente alla barbarie della macchina di rigore e austerity messa in moto dalle governance della finanza, dall’altro di costruire nelle pratiche rapporti sociali altri ed un calendario autodeterminato, che mette al centro la riappropriazione delle proprie vite, delle proprie esistenze, al posto di profitti e speculazioni. Allo stesso tempo rimane un terreno di attivazione da interrogare, perchè, insieme a tutti i soggetti che lo attraversano e che si sono costituiti organizzazione in esso, possa non solo essere motore di momenti di solidarietà attiva forte, ma possa rappresentare un momento di rottura totale e programmatica con le strutture sociali, politiche ed economiche che attualmente governano l’esistente. Questo a partire, perchè no, dalla vera e propria conquista della soddisfazione di un bisogno imprescindibile come quello di avere un tetto sopra la testa.