E’ trascorso oramai più di un anno da quando l’Associazione Giorgio Ricci ha presentato alla città la proposta di autorecupero della palazzina di via dell’Occhio di proprietà dell’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio. Tale progettualità ha avuto subito sostegno e attenzione da parte di tanti perché evidente da subito è stato il valore e il peso della proposta politica che veniva portata avanti: difendere i beni comuni, impedire un’ennesima speculazione su un bene pubblico, porsi come alternativa reale di gestione del patrimonio pubblico nell’interesse della collettività.
Via dell’Occhio non solo come esempio di opposizione reale a quelle politiche clientelari che da sempre hanno reso la nostra città ostaggio di palazzinari e speculatori, ma spazio in cui si è andato costruendo un discorso da subito capace di oltrepassare il livello della vertenzialità andando ad interessare la città intera.
Ed è stato proprio così, attraverso convegni, pomeriggi di socialità, attività con il quartiere che si è andato formandosi il progetto di autorecupero dello stabile, progetto nato dalla collaborazione e dal confronto con tutti coloro che si sono avvicinati all’associazione ma anche da un lavoro fatto con l’assessorato regionale al welfare e alle politiche abitative che proprio nel 2011 ha cercato un confronto con le realtà autorganizzate come la nostra per formulare una legge sull’autorecupero.
Fondamentale è stato il sostegno del movimento studentesco e della varie rappresentanze che da subito hanno dato ampio sostegno all’associazione obbligando il consiglio di amministrazione del Dsu a bloccare, nel Febbraio 2011, la decisione di sfrattare gli abitanti di via dell’Occhio per aprire, invece, alla proposta di autorecupero e salvaguardia della natura pubblica di quel bene.
Da un lato, quindi, un consiglio di amministrazione che pubblicamente riconosce l’insensatezza dell’acquisto di via dell’Occhio e accoglie quanto studenti e abitanti di via dell’Occhio propongono, dall’altro la Regione che, nel frattempo, stila le linee guida per un bando di autorecupero , bando che, ovviamente, permetterebbe di fare un vero intervento di autorecupero sullo stabile.
Davanti alla possibilità di creare un precedente di gestione virtuosa del patrimonio pubblico il DSU ha fatto improvvisamente marcia indietro, ignorando la voce degli studenti, le indicazioni che sono venute dalla Regione Toscana, mostrando il suo vero volto di azienda lontana dai bisogni degli studenti ma pienamente vicina agli interessi della governance cittadina. Il percorso con l’associazione è stato bruscamente interrotto arrecando come scusa il fatto che il Comune di Pisa ha dato parere negativo all’attuazione del progetto.
Il bando pilota fatto dalla Regione dice chiaramente che il parere del Comune è soltanto consultivo e non vincolante. Chiara è stata la mossa della proprietà: mettere in mezzo un Comune che ovviamente avrebbe dato parere negativo per poter uscire più puliti possibili dalla vicenda. Uno scaricarsi responsabilità tra enti per poi autoassolversi.
Ma queste responsabilità rimangono per un’intera città: un ‘amministrazione cittadina troppo connivente con speculatori per poter sostenere chi a questa pratica si oppone, un’azienda per il diritto allo studio che si trasforma in agenzia immobiliare per convenienza politica. Entrambe espressione dello stesso gruppo di potere che governa il nostro territorio; sfaccettature dello stesso partito che è stato protagonista della compravendita criminale dello stabile di via dell’Occhio.
In tutto ciò l’Associazione e gli abitanti della palazzina non arretrano di un passo su quella che è la loro idea di difesa dei Beni Comuni: autorecuperare via dell’Occhio come progetto pilota per guardare all’intera città e allo stesso tempo far sì che una possibilità importante come quella data dal bando regionale non venga strumentalizzata e svuotata del suo significato. L’autorecupero nasce dalle realtà che si autorganizzano e che creano legami sociali, conoscenze, competenze, capacità e a queste deve essere diretto.
Invitiamo, quindi, tutti e tutte a partecipare all’assemblea pubblica che si terrà Giovedì 22 Marzo nella Facoltà di Lettere alle ore 21, un assemblea fondamentale non solo per la lotta di via dell’Occhio ma in generale per tutti coloro che ritengono doveroso difendere i Beni Comuni.
Via dell’Occhio non si svende!
Per la difesa del pubblico e del nostro territorio!