Il cda dell’azienda regionale per il diritto allo studio universitario (DSU) riunitosi ieri a Firenze, spaccato tra politicanti e tecnici dell’austerità da una parte e rappresentanti degli studenti dall’altra, ha comunque deciso di non intraprendere il percorso di autorecupero su via dell’occhio, assumendo chiaramente la posizione del comune di Pisa, per bocca del partito democratico, interessato a non creare precedenti di questo tipo in città e soprattutto a garantire gli interessi dell’immobiliarista “amico” di turno a comprare svenduto un immobile in centro storico.
Intanto a Pisa, gli uffici locali del diritto allo studio sono stati occupati per tutta la durata del consiglio di amministrazione, dove si è tenuta una conferenza stampa in cui le diverse componenti studentesche, unite, ribadivano quanto il progetto di autorecupero sia l’unica e valida soluzione per via dell’occhio, lanciando per il 20 marzo un’assemblea di ateneo con sospensione della didattica in cui discutere del presente e del futuro del diritto allo studio, ed organizzare delle risposte all’austerity fatta di aumento delle tasse studentesche, aumento del costo del pasto a mensa e gestione delle risorse pubbliche a fini privatistici.
A sàra dùra…
Di seguito il comunicato di via dell’occhio sulla giornata di ieri:
Il DSU sceglie di essere l’agenzia immobiliare del Comune di Pisa
La vergognosa decisione dell’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario, che durante il Consiglio di Amministrazione tenutosi ieri ha scelto di rigettare la proposta di autorecupero della palazzina di via dell’Occhio, va letta come una presa di posizione politica ben precisa.
Questa decisione ha visto scontrarsi duramente le posizioni dei rappresentanti degli studenti, favorevoli all’autorecupero, e quelle degli altri consiglieri, che hanno scelto di abbracciare la strada della speculazione.
Con questa decisione il DSU sta provando a richiudere nell’armadio gli scheletri legati alla storia di speculazione dell’edificio, in cui l’Azienda ha molte responsabilità; ha scelto di ignorare la voce degli studenti (dei cui diritti dovrebbe essere invece garante), sia i rappresentanti che le componenti di movimento, che in maniera unanime avevano indicato la strada da seguire; ha scelto consapevolmente di arrecare a se stesso un danno economico e sociale, pur di difendere interessi politici altri, ha scelto di ignorare ipocritamente le indicazioni concrete che sono pervenute dalla regione toscana, come l’approvazione del bando pilota sull’autorecupero, stimolata proprio dalla nostra esperienza. Sono gli interessi del gruppo di potere che governa il Comune di Pisa – il Partito Democratico pisano – e che si articola nei vari consigli di amministrazione di aziende pubbliche, al solo scopo di perseguire gli interessi di un determinato partito, e non quelli della collettività, come è dimostrato proprio dalla criminale storia di compravendita, di scambio di favori, di uso improprio di denaro pubblico, che sta dietro via dell’occhio. Un gruppo di potere deciso ad ostacolare qualsiasi iniziativa provenga dal basso e ad imporre una modalità di gestione sul territorio che vediamo in azione da tempo, fatta di privatizzazioni e profitti per i soliti noti, palazzinari e speculatori.
Il DSU, che sette anni fa ha versato quasi due milioni di euro nelle casse di un altro ente per acquistare un immobile che non ha mai utilizzato, scegliendo di dire no all’autorecupero e preparandosi a mettere in vendita questo immobile, ha scelto di fatto di essere l’agenzia immobiliare del Comune di Pisa.
Dal canto nostro, come residenti da quasi 3 anni degli stabili di via dell’occhio e come associazione Giorgio Ricci – che organizza da anni attività sociali e culturali tese alla partecipazione ed all’integrazione di una zona lasciata all’abbandono proprio dalle politiche di privatizzazione – continuiamo con ancora più forza e determinazione a sostenere la lotta contro gli immobili sfitti e le politiche di privatizzazione e di gestione clientelare dei fondi e delle risorse pubbliche.
Un vento nuovo sta spirando nella nostra città e nel paese: quello dei beni comuni, il cui valore è misurato per la loro utilità e per il loro carattere comune, pubblico e collettivo. Un vento che da via dell’Occhio spazzerà via ogni tentativo di perseverare a rapinare di reddito e dignità a studenti, precari e famiglie.
Rilanciamo l’appello promosso da esponenti del mondo accademico e culturale, da forze politiche, sociali e sindacali, da organizzazioni studentesche, affinchè la lotta per il progetto di autorecupero diventi la battaglia di tutte e tutti coloro che hanno deciso di reagire all’austerità e ad un modello di gestione dell’esistente basato sui profitti di pochi e sulla crisi di molti.
Via dell’occhio non si svende!
Associazione culturale Giorgio Ricci
Residenti delle palazzine di via dell’occhio