Gli studenti intervengono durante lo svolgimento del consiglio di amministrazione dell’azienda regionale per il diritto allo studio.
Significativa partecipazione di studenti e studentesse al presidio che si è tenuto venerdì 25 marzo presso la casa dello studente Praticelli in occasione della seduta del consiglio di amministrazione del Dsu.
Un nutrito gruppo di studenti ha presidiato l’entrata dello stabile chiedendo di poter assistere alla seduta.
Il luogo non poteva essere più adatto per un simile presidio: la casa dello studente Praticelli è infatti emblema di una gestione delle risorse dell’azienda contraria agli interessi degli studenti.
La Praticelli è il primo esperimento sul territorio nazionale di costruzione di un campus universitario in Project Financing, una commistione pubblico-privato che vede e vedrà per i prossimi 30 anni l’azienda pagare ai privati 3.000.000 di euro ogni anno per il riscatto del bene.
“Contro la privatizzazione del pubblico. Noi la crisi non la paghiamo” recitava lo striscione degli studenti andando a introdurre una delle questioni principali su cui si sarebbero espressi i consiglieri: la destinazione della palazzina di via dell’Occhio da due anni occupata e da tempo oggetto di un progetto di autorecupero promosso dagli abitanti e dall’Associazione che lì ha sede.
Sullo stabile si era già consumato un processo di speculazione che l’aveva visto al centro di una vendita tra Comune di Pisa e Dsu. Vendita onerosa e contraria ai bisogni della collettività che alla fine aveva portato ad un suo abbandono.
Contro la possibilità di una sua privatizzazione si è alzata la voce degli studenti che sono intervenuti numerosi in sede consiliare interrompendo la seduta: mantenere quel bene pubblico riconoscendo il valore sociale del progetto di autorecupero, investire nelle residenze studentesche, invertire la politica dei tagli e dei sacrifici, bloccare il fenomeno delle esternalizzazioni.
La richiesta era quella di recepire la proposta fatta dagli abitanti della palazzina e dall’Associazione Giorgio Ricci per consentire di portare avanti l’autorecupero sostenibile dell’immobile garantendone una prossima destinazione d’uso di edilizia residenziale pubblica tramite l’attivazione di una relazione tra istituzioni in grado di stimolare l’investimento sulle residenze universitarie per le esigenze studentesche.
Via dell’Occhio come paradigma della necessità di rimettere in discussione la gestione delle risorse da parte dell’Ardsu, come caso singolo capace di raccogliere sotto di sé una molteplicità di istanze che riguardano la rivendicazione non solo del diritto alla casa ma anche di quello allo studio, al lavoro, al reddito.
La risposta da parte del consiglio è stata di apertura e di ricezione della proposta loro sottoposta; il presidente Moretti ha dichiarato che invierà tutta la documentazione relativa al progetto alla Regione rendendosi disponibile, davanti alla manifestazione di interesse da parte degli organi regionali, ad un positivo confronto sulla destinazione del bene.
Una prima vittoria che vede l’ammissione, da parte dell’azienda, dell’assurdità di quell’investimento ma che ora apre alla necessaria presa di posizione della Regione Toscana che si deve far soggetto attivo contro la privatizzazione di quell’immobile consentendo la realizzazione del progetto dell’Associazione.
La giornata di venerdì ha visto una corposa ripresa della mobilitazione studentesca che per ben due volte si è conquistata spazi di visibilità e azione in città contestando in mattinata il rettore Augello durante la cerimonia di presentazione della commissione Statuto e, nel pomeriggio, entrando in massa durante il Cda dell’Ardsu facendo sentire la propria voce riguardo alle politiche sul diritto allo studio.
Il presidio di venerdì ha ribadito fermamente che il diritto allo studio non è una merce, che gli studenti non sono affatto disponibili ad un compressione dei loro diritti e al ridimensionamento delle loro prospettive di vita.
Contro la precarizzazione, contro l’orizzonte delle privatizzazioni e dei tagli, contro la mercificazione dei bisogni: gli studenti hanno imposto ieri un presa di posizione politica su una questione che è paradigma di molte altre andando a riaffermare l’esistenza di una soggettività matura cresciuta anche grazie alle mobilitazioni di questo autunno; una soggettività che non solo si dichiara indisponibile a pagare questa crisi, ma che si mostra capace di autorganizzarsi per la difesa e la riappopriazione dei beni comuni.
Di seguito il volantino distribuito dagli studenti:
Presidio venerdì 25 febbraio ore 13:30, “casa dello studente Praticelli”
Dopo molto tempo il Consiglio di Amministrazione del Diritto allo Studio torna a riunirsi a Pisa.
La lotta che abbiamo condotto in questi mesi contro il ddl Gelmini è una battaglia contro la precarizzazione delle nostre esistenze, contro l’espropriazione di diritti a cui non abbiamo voluto rinunciare.
La logica che ha mosso ultimamente il CDA del DSU nel tagliare i nostri servizi come la mensa serale a Betti, l’aumento del prezzo del pasto, la chiusura del centro stampa Seu, e l’oscura gestione del patrimonio immobiliare studentesco è il frutto di una gestione del diritto allo studio come merce e non come diritto.
Noi non vogliamo pagare più questa crisi! Lo abbiamo espresso con le mobilitazioni autunnali contro tutto quel disegno complessivo chiamato legge Gelmini, che ha l’obiettivo strategico di dismettere l’università pubblica; ora siamo pronti ad affermarlo ogni qualvolta le politiche di austerità verranno calate dall’alto sulle nostre teste. E’ l’ora che questa crisi inizino a pagarla i grandi consorzi privati che ci succhiano le risorse pubbliche! E’ l’ora che questa crisi la paghino i dirigenti che guadagnano 130mila euro l’anno e non gli studenti per mantenersi gli studi! Per ora il grosso del sistema del diritto allo studio Toscano è stato salvaguardato, ma lo stesso neo-presidente Moretti ha affermato che “il futuro è a rischio”! Noi questo lo sappiamo, e sappiamo pure che a rischio è anche il nostro presente già fatto di precarietà, affitti troppo alti, o ritmi impossibili per mantenersi un posto alloggio. Queste dichiarazioni portano dritte dritte all’accettazione di ulteriori tagli e sacrifici, nel momento in cui verranno ridimensionati ulteriormente i fondi ministeriali.
Ci opponiamo alle politiche di austerità perché siamo indisponibili ad accettare la compressione dei nostri diritti e perché ci battiamo contro tutti quei provvedimenti che vogliono ridimensionare le nostre aspettative di vita! Per questo interpretiamo “il rischio del nostro futuro” come motivo urgente di movimento e di lotta contro chi vuole levarcelo. Il diritto allo studio non è una merce! I tagli del governo vanno rifiutati! Per questo saremo Venerdì sotto il consiglio di Amministrazione: il nostro “principio di realtà” è quello della precarietà, non quello di far essere in attivo il bilancio di un’azienda! L’aumento del costo della mensa e la chiusura serale di via Betti (che sarà totale tra pochi mesi) incide direttamente sulla nostra qualità della vita. Rispetto ad un anno fa i pasti a mensa sono diminuiti di circa 800 unità: cosa significa tutto ciò? Vuol dire che quelle che sono prese come scelte tecniche e di compatibilità economica incidono direttamente sulla qualità della nostra vita!
Non possiamo accettare che, dopo un movimento di massa che si è battuto contro i tagli al dsu e contro la precarizzazione della condizione studentesca, ci vengano imposti tutti quei provvedimenti che riguardano la nostra condizione di vita e di studio, facendoli passare come “misure tecniche” e non come chiare scelte politiche.
E’ il momento di mettere bocca su tutto ciò che ci riguarda! E’ il momento di organizzarci per riprenderci quella ricchezza che noi produciamo e che ci viene rapinata da tutti quei soggetti che in nome di interessi generali chiamati “aziende”, mantengono i propri privilegi ed i propri profitti!
Mettiamo in discussione l’orizzonte di privatizzazione, esternalizzazione, e precarietà che l’applicazione dei tagli ci vorrebbe imporre! Non è accettabile che in tempi di crisi il “pubblico” continui ad arricchire i grandi consorzi privati del mattone ed i profitti delle imprese cui vengono esternalizzati i servizi! E’ il momento di fare sentire nuovamente la nostra voce, contro la mercificazione dei nostri bisogni!
Ritroviamocitutti quanti all’ora di pranzo a Praticelli, facciamo capire che per il diritto allo studio è finito il momento delle speculazioni ed è iniziato quello della difesa e della riappropriazione collettiva dei beni comuni!
Presidio venerdì 25 febbraio ore 13 e 30 alla Praticelli!
Studenti e studentesse in movimento per il diritto allo studio