11.12.2010 www.infoaut.org
Ieri a Roma la rabbia precaria è tornata a farsi sentire, in continuità con le mobilitazioni di queste settimane, manifestando la determinazione di un blocco sociale che esprime la necessità di risposte alle istanze sociali di reddito, casa, ambiente e lavoro.
I “Movimenti uniti contro la crisi, le nocività e le devastazioni” erano già stati protagonisti assieme a sindacati di base, gruppi e associazioni di un corteo che lo scorso 25 novembre ha visto 10 mila persone attraversare il quartiere Garbatella e poi fermarsi sotto la sede della regione Lazio. Uno degli obiettivi della mobilitazione era chiedere un incontro con la governatrice della Regione Renata Polverini; richiesta che ha trovato come unica risposta lo sgombero dei manifestanti che avevano occupato una sala della Regione.
Non aveva avuto esito da questo punto di vista neppure il blitz alla Regione di lunedì 6 dicembre, che invece era servito a ribadire con forza la determinazione dei manifestanti: in quell’occasione alcune centinaia di persone hanno occupato il cortile interno dell’edificio; 7 di loro sono saliti sull’impalcatura adiacente al palazzo, a 45 metri d’altezza, dove resistono tuttora, nonostante le continue pressioni. Alla violenta repressione dei manifestanti da parte delle forze dell’ordine sono seguiti blocchi dell’arteria Colombo, in seguito confluiti in un corteo che si è conquistato la piazza sotto il palazzo, dove è stato allestito un presidio permanente.
Ieri, 10 dicembre, l’appuntamento era per un’altra giornata di mobilitazione, un “assedio” alla regione Lazio, per esigere risposte concrete dalla presidenza.
Nella mattinata la presidente si era “esposta” incontrando gli occupanti sul ponteggio chiedendogli di scendere, senza però porre i presupposti per alcun tavolo di discussione: secondo la governatrice infatti non si tratterebbe di persone “davvero” interessate al problema del lavoro, della casa, del reddito, ma di soggetti strumentalizzati da qualche classe politica. Dietro le dichiarazioni già sentite di chi non vuole “concedere nessun segnale a prepotenti e violenti” si dimentica invece che, come si è ben visto finora, la prepotenza è di chi sceglie di non ascoltare e di trattare i soggetti che cercano risposte a bisogni sociali come un problema di ordine pubblico.
Nel pomeriggio, mentre nella piazza antistante la Regione si radunavano centinaia di precari e migranti, un gruppo di manifestanti ha fatto visita a Renata Polverini in uno dei suoi appuntamenti politici nel 13esimo Municipio, protestando di fronte all’Hotel Satellite di Ostia. Alcune decine di persone con lo striscione “La partecipazione non si fa blindando la Regione” hanno scandito slogan contro la presidente.
Nel frattempo dal concentramento sotto la regione, composto da oltre mille persone, è partito un corteo che si è snodato per le vie del quartiere Garbatella, al termine del quale si sono nuovamente prodotti blocchi dell’arteria Colombo con fioriere e cassonetti, al grido di slogan come «Noi da qui non ci si sposta, finchè non avremo una risposta».
Ricordiamo che al momento è in discussione nelle commissioni competenti del Consiglio regionale del Lazio il piano Casa della Polverini, una proposta di legge che, se venisse approvata, comporterebbe disastrose conseguenze per l’ambiente e per la vivibilità del Lazio e di Roma. Un piano che vorrebbe monetizzare le aree protette e le aree agricole per renderle edificabili, senza dover garantire un solo metro quadro di verde o servizi e ridimensionando fortemente anche l’edilizia residenziale pubblica; di fatto un’idea di città che tutela i proprietari terrieri e immobiliari senza garantire il diritto ad una città vivibile a tutti gli altri soggetti.
Per opporsi a tutto questo i manifestanti continuano, notte e giorno, a portare avanti la protesta.
“L’occupazione del tetto della regione Lazio andrà avanti ad oltranza, fino a quando non verranno date risposte alle vertenze poste dai movimenti” afferma uno dei precari presenti al presidio. “Le realtà che prendono parte a questa lotta sono molte: ci sono movimenti contro le nocività, per il diritto all’abitare, per un reddito minimo garantito, migranti, soggetti che si muovono contro i tagli alla sanità; ci sono tanti pezzi di lotte specifiche che si incontrano in una rete che vuole parlare di crisi in un’ottica piu ampia, per andare a cercare risposte in questo senso.”