Dopo gli sgomberi di mercoledì, che hanno lasciato senza casa 150 persone tra cui 50 bambini, continua la mobilitazione del Movimento di lotta per la casa.
Nel pomeriggio di ieri le famiglie sgomberate sono scese nuovamente in piazza nel quartiere che due giorni fa ha subito una militarizzazione vergognosa e inedita.
Un corteo ha attraversato Novoli per tornare sotto la sede del Partito Democratico, vero responsabile degli sgomberi e dell’emergenza abitativa in corso.
Al di là del ponte, su via Baracca, la bruttissima scena di decine di poliziotti in assetto anti-sommossa che a due giorni di distanza continuano a presidiare un edificio vuoto e murato. Si tratta dello stabile di via Baracca 18, sgomberato mecoledì scorso, di proprietà di Unipol-Sai. Un edificio costruito e lasciato vuoto per più di dieci anni, fino alla sua occupazione da parte di famiglie sfrattate.
Dopo l’assedio alla sede PD di mercoledì sera, quando centinaia di persone hanno espresso la propria rabbia per la giornata di sgomberi ricevendo cariche da parte della polizia, il sergretario “democratico” aveva definito la sede PD un luogo “aperto all’incontro e al dialogo”.
Ancora una volta, però, sgomberati e occupanti non hanno trovato porte aperte nè persone disposte ad ascoltare le proprie istanze. Anche qui, ad accoglierli solo decine di poliziotti in assetto anti-sommossa.
Mentre Casapound esprime la propria solidarietà al PD, nelle periferie aumenta l’indignazione e la rabbia verso una classe politica asservita ai poteri forti e sempre pronta a mostrare i muscoli con i deboli.
La giornata di oggi segna un altro passaggio verso la manifestazione di martedì 10 marzo contro la Legge Saccardi, che andrà a contestare la riunione del Consiglio Regionale della Toscana. Un appuntamento centrale per le lotte per il diritto alla casa che sta raccogliendo molte adesione tra quel pezzo di città solidale che dentro la guerra ai poveri ha scelta la parte giusta della barricata.