La giornata di oggi a Roma si è aperta all’insegna della lotta per il diritto all’abitare: per questa mattina era infatti in programma lo sfratto di una famiglia di Centocelle. La storia è quella di Farook, migrante di origine bengalese, che dopo aver perso il lavoro non è più riuscito a pagare l’affitto dell’appartamento in cui vive con la moglie e i due figli, ricevendo così l’ingiunzione di sfratto assieme a minacce di vario tipo, tra cui quella di vedersi revocato il permesso di soggiorno.
Fin dalle prime ore del mattino decine di attivisti del movimento di lotta per la casa si sono ritrovati a Centocelle per resistere allo sfratto assieme a Farook e la sua famiglia. Da subito è stato chiaro il tentativo da parte del Comune di Roma di non voler trovare alcuna soluzione abitativa alternativa e di voler invece eseguire lo sfratto con la forza. Intorno alle sei di mattina sono infatti arrivati i primi blindati della polizia, cui poco dopo sono seguite cariche violente contro i solidali che presidiavano l’ingresso dell’appartamento; almeno tre i fermi. A quel punto la celere è entrata nel palazzo, sparando lacrimogeni per le scale (senza finestre…), mentre Farook e alcuni attivisti si barricavano sul tetto rifiutandosi di uscire. Con questo atteggiamento criminale la polizia ha cercato così di eseguire lo sfratto, mentre dal municipio arrivava solo un imbarazzante silenzio in risposta alla richiesta di aprire un dialogo e cercare una soluzione alternativa per la famigli di Centocelle.
Dopo un paio di ore di resistenza Farook ha deciso di lasciare l’appartamento per partire in corteo assieme alle tante persone accorse a portare solidarietà. La manifestazione ha raggiunto la sede del Municipio V, in via Torre Annunziata, dove è in corso una conferenza stampa.