Nutrito il presidio di questo pomeriggio sotto palazzo Gambacorti: tante
le persone che hanno portato la loro solidarietà alle famiglie di via
Marsala dopo il vergognoso atto di ieri mattina, quando le forze
dell’ordine si sono presentate in tenuta antisommossa davanti alla
palazzina occupata con l’intento di sgomberarla.
Un ulteriore passaggio, quello di oggi, in cui si palesa la forte
vicinanza della città alle otto famiglie in occupazione, che da più di
due mesi lottano per il diritto alla casa di tutti e tutte.
Di seguito il volantino distribuito dalle famiglie durante il presidio:
Le famiglie di via Marsala resistono contro l’arroganza di
Pampana e la latitanza del Comune
Il tentato sgombero di ieri ha
dimostrato la nostra determinazione a non abbandonare le case di via Marsala in
mancanza di un’alternativa. È stata una giornata in cui si è visto chi è che governa
in questa città: nessuna democrazia, nessun potere istituzionale di mediazione
sociale, ma l’ingegner Pampana, ovvero la grande proprietà immobiliare e i suoi
interessi di profitto.
L’amministrazione comunale, per
incapacità o per volontà politica, non solo non è riuscita ad ottenere il
ritiro delle denunce a nostro carico, ma non ha neanche avuto il coraggio di
presentarsi durante l’azione delle forze dell’ordine.
Oggi, dopo essere stati ancora
una volta ai servizi sociali, senza che sia stata prospettata nessuna soluzione
concreta, continuiamo a prepararci a
resistere nuovamente allo sgombero.
Intanto oggi un rappresentante
dell’assessorato regionale alle politiche abitative e sociali è venuto in via
Marsala. Noi occupanti gli abbiamo fatto presente la nostra situazione e
comunicato la nostra volontà di arrivare ad una soluzione a partire dal blocco
dello sgombero. La giornata di tensione e di resistenza di ieri ha quindi
portato ad un’attivazione della Regione al fine di riprendere la trattativa.
Pertanto facciamo appello al
Prefetto di convocare un tavolo per l’ordine pubblico e la sicurezza per
sospendere il provvedimento di sgombero, in modo da poter creare un reale
tavolo di trattativa che coinvolga tutte le istituzioni comunali, provinciali e
regionali, in modo tale da consentire una collaborazione fra le istituzioni
volta a fermare ulteriori tentativi di sgombero e dare il tempo ai percorsi di
mediazione che in parte sono già stati attivati di rafforzarsi e portare ad una
soluzione abitativa, in via Marsala o altrove, dignitosa per noi famiglie.
Il tentato sgombero di ieri è
stato come un fulmine a ciel sereno. Per due settimane abbiamo avuto un contatto
molto frequente con le assessore Ciccone e Zambito che pubblicamente si erano
proposte come mediatrici nella trattativa con Pampana, proprietario
dell’immobile di via Marsala. Fin dall’inizio della trattativa, la volontà che
noi occupanti abbiamo dimostrato pubblicamente sui giornali e privatamente con
le assessore e la proprietà è stata quella di una regolarizzazione della nostra
situazione. In due mesi siamo sempre stati chiari e coerenti nella proposta di
pagare un affitto proporzionato ai nostri redditi in via Marsala o altrove, con
l’assicurazione di un passaggio da casa a casa.
Altrettanta coerenza e chiarezza
non c’è stata invece da parte delle istituzioni, che mentre votavano mozioni
contro lo sgombero e pubblicamente si proponevano come mediatrici,
privatamente, nelle stanze dei bottoni, trattavano con Pampana per ben altri
affari, sulla testa delle famiglie.
Tentiamo di ricostruire
brevemente la vicenda. Da anni il signor Pampana, uno dei maggiori proprietari
di immobili della città, tiene in scacco l’amministrazione comunale su vari
fronti: sono vicende fatte di ricatti e dispetti che riguardano vari immobili
in città, dalla farmacia comunale al rudere sui Lungarni, dai sessanta
appartamenti sfitti di via Puccini, fino ad arrivare alle case di via Marsala.
Dietro tutte queste proprietà Pampana ci sono una serie di contenziosi con il
Comune, rispetto ai quali Pampana si è sempre rifiutato di trattare con
l’amministrazione, perché evidentemente ha il coltello dalla parte del manico.
Un esempio per tutti è la palazzina di via Marsala: alla fine degli anni
Novanta, dopo che Pampana aveva già ricevuto tutti i permessi e le concessioni
del caso e mentre stava già costruendo la palazzina, il Comune ha cambiato il regolamento
urbanistico, imponendo al costruttore di destinare ad uso pubblico quelli che
all’inizio erano stati progettati come parcheggi privati. Pampana ha ovviamente
intentato una causa contro il Comune, e l’ha vinta qualche anno fa; a quel
punto invece di mettere le abitazioni in affitto o vendita, il signor Pampana
ha deciso di intentare una nuova causa
contro il Comune chiedendo come risarcimento danni 1 milione di euro. È ovvio
dunque il motivo per cui Pampana non ha avuto fino ad ora alcun interesse a
trattare con il Comune…
È perciò evidente che l’occupazione
di via Marsala è stata determinante perché finalmente Pampana accettasse di
incontrare l’amministrazione comunale. Gli incontri che ci sono stati avrebbero
potuto portare ad una soluzione vantaggiosa non solo per noi famiglie, ma per
l’intera città. Se Pampana avesse ritirato le denunce e accettato di mettere in
affitto lo stabile di via Marsala (o i sessanta appartamenti di via Puccini)
tramite l’Agenzia Casa, magari facendo qualche passo indietro sulla causa da un
milione di euro, oggi la città avrebbe vari immobili in più in un mercato
calmierato e l’amministrazione qualche soldo in più in cassa.
Questa è stata la prospettiva che
per due settimane le assessore alla casa e al sociale, parlando con noi
famiglie, hanno più volte indicato come molto probabile.
Ieri tuttavia l’inganno è stato
svelato: l’assessora Zambito prima non si è presentata (e non si è nemmeno
fatta trovare al telefono) mentre era in corso un tentativo di sgombero di otto
famiglie in grave emergenza abitativa, che da anni risiedono e lavorano nel
comune di Pisa; poi, nell’incontro che abbiamo avuto nel pomeriggio (solo
perché siamo andati noi in Comune), ha dichiarato che fin dai primi contatti
con Pampana il possibile accordo tra Comune e proprietà aveva come premessa lo
sgombero immediato di noi famiglie di via Marsala.
Noi famiglie non vogliamo essere
usati come merce di scambio per trattare con una proprietà arrogante, che ha un
potere incredibile in città.
Per questo ieri abbiamo fatto
irruzione nella riunione della giunta comunale gridando “Vergogna!”. Per questo
oggi chiediamo al Comune di chiarire a tutti i cittadini chi comanda in questa
città: la speculazione o la tutela del bene comune?
Ci siamo stancati di sentire la
solita solfa sul rispetto delle regole e della legalità: posto il fatto che non
abbiamo “scavalcato” nessuna graduatoria, visto che le case che abbiamo
occupato non sarebbero andate certo ai bisognosi, ma rimarranno vuote almeno
fino al 2013, ci chiediamo perché si parli sempre di rispetto delle regole per
i più deboli e mai per i più forti. Chi lascia sfitte le case crea non solo
pericoli per la collettività derivanti dallo stato di abbandono, ma droga il
mercato, speculando su uno dei diritti fondamentali delle persone, come quello
alla casa. Questa è legalità? Questo è rispetto delle regole?
Noi famiglie di Via Marsala
intendiamo resistere a qualsiasi ulteriore tentativo di sgombero, fino a che
non si troverà una soluzione dignitosa per ognuno di noi.