Pisa. Da via Marsala un piano straordinario contro l’emergenza abitativa

La tre giorni di occupazione del Progetto Prendocasa nelle palazzine sfitte di Pampana in via Marsala a Riglione segna, come quattro anni fa, un punto di svolta e rilancio della lotta per la casa a Pisa. L’occupazione è diventata uno sportello permanente e un momento di organizzazione reale dei percorsi di lotta sedimentatisi nella resistenza agli sfratti e nel radicamento nei quartieri della città in lotta per reclamare un’appropriazione collettiva delle risorse pubbliche. La partecipata assemblea pubblica di lunedì si è conclusa con il lancio di un piano straordinario contro l’emergenza abitativa. L’ambizione è quella di far crescere un percorso di massificazione che dalla questione casa ribalti l’emergenza abitativa contro padroni e speculatori, combattendo i meccanismi interni al pubblico che arricchiscono e avvantaggiano la grande rendita privata, rivendicando l’utilizzo delle risorse pubbliche e praticando il diritto a non pagare più.

Nonostante le intimidazioni dei giorni scorsi che hanno visto recapitare diverse denunce a chi si opponeva all’esecuzione di uno sfratto nel quartiere di Cisanello, il percorso ha fin da subito reagito con forza programmando alcune precise tappe di rilancio. Già nella mattina di martedì “il piano straordinario” è stato consegnato all’ufficio casa del comune di Pisa in via Battisti. Ma questo percorso andrà a rafforzarsi soprattutto nel fitto calendario di resistenza agli sfratti del mese di marzo, il 21, 26 e il 31. Intanto giovedì 20, in contemporanea anche con la giornata di mobilitazione nazionale contro il “Decreto Lupi” sulla casa, i nuclei del Progetto Prendocasa saranno presenti in consiglio comunale per sostenere il piano contro l’emergenza abitativa, pretendendo una presa di posizione dei capigruppo.

Riportiamo di seguito il testo del “Piano straordinario contro l’emergenza abitativa”

Per un piano straordinario contro l’emergenza abitativa

L’assemblea pubblica tenutasi in data 17 marzo in Via marsala, costituita da decine di nuclei sotto sfratto, da associazioni di lotta per il diritto alla casa, da associazioni per il diritto dei migranti (unità migranti-Pisa) e dal sindacato dell’unione inquilini ha posto le basi per un Piano Straordinario Contro l’emergenza abitativa

visto:

l’assimilarsi del fenomeno dell’emergenza abitativa ad una vera e propria emergenza sociale al pari della calamità naturale: 1200 sfratti in esecuzione; decine di migliaia di appartamenti privati in affitto a prezzi altissimi e molto superiori il costo di produzione; migliaia di persone costrette ad indebitarsi con finanziarie e banche per pagare l’affitto; decine di lotti di nuove costruzioni messi in vendita e rimasti sfitti; più di 5mila case invendute; decine di immobili pubblici inseriti in piani di alienazione; centocinquanta case di proprietà pubblica tenute sfitte in assenza di “fondi per la ristrutturazione”.

Il comportamento aggressivo con cui alcuni ufficiali giudiziari portano avanti l’esecuzione degli sfratti per conto di grandi proprietari, come il caso della famiglia Ummey in data 12 marzo presso Via del Sanguigno. Si sottolinea la noncuranza di suddetti Ufficiali di accordi e percorsi istituzionali intrapresi con i servizi sociali.

l’imminente uscita del bando per la morosità e l’inadeguatezza di questo strumento a dare risposte significative nei confronti dell’inquilinato moroso incolpevolmente

la crescita della rendita immobiliare, del patrimonio pubblico e privato sfitto e invenduto (via marsala etc..)

le recenti denunce a scopo di intimidazione nei confronti di persone atte a manifestare per il diritto alla casa

che i prezzi degli affitti del libero mercato sono molto superiori ai reali costi di produzione degli appartamenti e insolvibili date le capacità di reddito degli inquilini

richiede:

la convocazione di una commissione territoriale sugli sfratti alla presenza del Prefetto per valutare le proposte del Piano Straordinario di Emergenza abitativa proposta, a partire dalla richiesta di una sospensione degli sfratti per morosità incolpevole per un minimo di 6 mesi; per esporre problematiche relative al comportamento specifico di alcuni Ufficiali Giudiziari;

al consiglio comunale di Pisa ed alla conferenza dei capigruppo di attivarsi per coinvolgere il Prefetto in una interlocuzione con i soggetti sociali e sindacali del diritto alla casa, al fine di prendere in esame le proposte di un Piano Straordinario per l’emergenza abitativa

la costituzione di uno spazio politico – sindacale di concertazione tra Società della salute\comune di Pisa tra inquilini e proprietari al fine di valutare ipotesi alternative allo sfratto a partire dai contratti concordati

la revisione dei parametri del bando della morosità: al fine di garantire all’inquilinato una stipula di un nuovo contratto di affitto concordato previa l’accettazione della proprietà di parte di fondi pubblici atti a coprire il debito accumulato

l’utilizzo immediato degli immobili pubblici (case popolari, edifici di comune, università, regione, inps) al fine di costruire residenze per l’emergenza abitativa; valutando l’ipotesi di reperimento di fondi tramite convenzioni con istituti di credito disposti a concedere finanziamenti al Comune a tasso d’interesse pari all’1% in 20 o più anni.

d’imporre sulle nuove costruzioni private un 25% di patrimonio da destinare ad affitto sociale

dispone:

i prossimi picchetti anti-sfratto per i giorni 21 marzo, 26 marzo e 31 marzo, al fine di evitare soluzioni non dignitose per famiglie morose incolpevolmente

la partecipazione delle famiglie sotto sfratto al prossimo consiglio comunale del 20 marzo

di chiedere alla commissione tecnica dell’emergenza abitativa di prendere in esame le richieste suddette e interpellare ufficialmente il Prefetto e le Autorità pubbliche in un confronto sul Piano Straordinario contro L’emergenza abitativa; a partire dalla prossima Commissione territoriale del 26 marzo

la campagna pubblica di mobilitazione per la revoca delle denunce nei confronti degli attivisti per il diritto alla casa e contro l’intimidazione delle famiglie immigrate da parte della Questura di Pisa.