Questa mattina il Progetto Prendocasa ha occupato, di nuovo dopo esattamente 4 anni, lo stabile a Riglione in Via Marsala, dove nel 2010 otto famiglie sostenute dal comitato, si erano rese protagoniste della lotta per la propria grave condizione di emergenza abitativa. L’occupazione del 2010 durò tre mesi e fu poi sgomberata da centinaia di poliziotti e carabinieri. Fu la lotta che aprì decisamente gli spiragli per l’organizzazione di lotte massificate sulla casa, contro gli sfratti e contro le politiche sociali e abitative dell’amministrazione pisana.
Con l’occupazione di stamani, che durerà tre giorni, il Progetto Prendocasa composto da decine e decine di nuclei familiari sotto sfratto, vuole rilanciare lunedì 17 marzo l’assemblea “per un piano straordinario contro l’emergenza abitativa”, dove il comitato di lotta all’abitare proporrà diversi elementi e punti da discutere per contrapporsi all’emergenza abitativa dilagante: l’uscita del prossimo bando per la morosità incolpevole e la contestazione dei parametri di accesso; i picchetti antisfratto come leva per ottenere una moratoria per gli sfratti e nuovi accordi territoriali per gli affitti concordati; le pratiche di riappropriazione come necessità collettiva per l’utilizzo sociale degli immobili invenduti e nei piani di alienazione; la contestazione dei nuovi piani di sviluppo urbano legato a Grandi Opere Inutili e speculazioni di cemento come possibilità di decisione e di investimento necessari sul fronte del reddito e della casa.
Di seguito il comunicato dell’occupazione di stamani:
E’ TEMPO DI PRIMAVERA PER UN PIANO STRAORDIANARIO CONTRO L’EMERGENZA ABITATIVA
Stamattina circa 50 nuclei in emergenza abitativa hanno riaperto lo stabile di Via Marsala a Riglione, di proprietà del palazzinaro Pampana. Questa occupazione è il simbolo di una lotta contro una condizione di povertà in cui migliaia di persone sono costrette dalla speculazione immobiliare e dalla posizione di servitù in cui le Istituzioni locali stanno nei confronti dei padroni del mercato abitativo e della rendita finanziaria.
1200 sfratti in esecuzione; decine di migliaia di appartamenti privati in affitto a prezzi altissimi e molto superiori il costo di produzione; migliaia di persone costrette ad indebitarsi con finanziarie e banche per pagare l’affitto; decine di lotti di nuove costruzioni messi in vendita e rimasti sfitti; più di 5mila case invendute; decine di immobili pubblici inseriti in piani di alienazione; centocinquanta case di proprietà pubblica tenute sfitte in assenza di “fondi per la ristrutturazione”. Questi sono i pochi ma espliciti dati che confermano la crisi di un meccanismo malato fondato sulla proprietà privata, la cementificazione e l’indebitamento. Una situazione sociale in esplosione che ad oggi ha visto scendere in campo centinaia di persone che dai cortei ai picchetti antisfratto, alle occupazioni, passando per decine e decine di trattative con le istituzioni locali, hanno iniziato a mettere al centro del proprio agire pubblico la questione della dignità.
Quello che spaventa è la crescita di un’organizzazione collettiva capace di praticare con i fatti un progetto di riappropriazione sociale che si contrapponga all’irrazionalità delle leggi del mercato. In questa città gli sfratti iniziano a diventare una questione di ordine pubblico, nel momento in cui le istituzioni si sottraggono e mostrano la loro impotenza di fronte al potere di palazzinari e delle leggi dell’austerity. I recenti picchetti ed i prossimi appuntamenti antifratto mobilitano decine e decine di persone, che dai quartieri alla città si oppongono alle ingiuste leggi dell’impoverimento per molti e del privilegio di pochi.
Denunce, ricatti, intimidazioni, utilizzo della forza pubblica negli sfratti appaiono come tristi ma inefficaci tentativi di un potere debole che deve prendere atto della necessità di un cambiamento.
La partecipazione e la qualità della determinazione con cui sempre più famiglie (ex ceto medio, operai, disoccupati, italiani e stranieri, giovani coppie ed anziani) resistono e immaginano a partire da lotte reali un futuro diverso all’insegna della libertà e dell’autonomia e non del sopruso e della privazione, dimostra che in questa città, e non solo, esiste una forza sociale che pretende di non calpestare i diritti sotto il peso delle leggi del mercato.
Con l’azione di oggi abbiamo voluto rimettere al centro della mobilitazione la questione della ricchezza sociale e della sua distribuzione. Questo immobile è vuoto da 12 anni: esattamente 4 anni fa era stato riempito dalla gioia e dal coraggio di 8 nuclei sotto sfratto, che per due mesi hanno sfondato il muro della pacificazione indicando a migliaia di persone la possibilità di resistere e di essere protagonisti del proprio destino. Il padrone di questo immobile, così come quello di via del sanguigno, ha provato a strappare alla collettività un bene per destinarlo all’incuria della rendita.
Oggi riaffermiamo la necessità di un Piano Straordinario contro l’Emergenza abitativa, perché questa non scende dal cielo ma ha dei responsabili: via Marsala vuota è emergenza abitativa; via del sanguigno a 750 euro al mese è emergenza abitativa; Nazma, Abdel, Cristina, Chiara, Luca, e altri 1200 nuclei sotto sfratto, colpiti dall’avidità di palazzinari e di ufficiali giudiziari corrotti, è emergenza abitativa. Le porte sbattute in faccia dai servizi sociali è emergenza abitativa. L’agenzia immobiliare che ti chiede una busta paga a contratto indeterminato quando sei precario è emergenza abitativa. La solitudine è emergenza abitativa. Rovesciare questa emergenza per noi significa lottare e progettare, in destinazione ostinata e contraria alla speculazione.
DOMENICA 16 E LUNEDì 17 MARZO, dalle 8 di mattina alle 19, sarà attivo uno sportello in cui decine di famiglie del progetto prendocasa ascolteranno tutte quelle persone in preda a procedure di sfratto o costrette a sacrifici indegni per pagare affitti altissimi. LUNEDì 17 MARZO ALLE ORE 18, si terrà l’assemblea pubblica in cui costruire una campagna di massa per il diritto all’abitare, per ottenere sin dai prossimi presidi antisfratto queste rivendicazioni:
• una moratoria di 6 mesi sugli sfratti per morosità incolpevole
• Imporre sulle nuove costruzioni private un 25% di patrimonio da destinare ad affitto sociale
• Strappare alle Banche cha hanno ottenuto dalla BCE miliardi di euro all’1%, fondi per la ristrutturazione e l’autorecupero di immobili inutilizzati, senza alcun interesse.
• Utilizzare immediatamente il patrimonio pubblico (tra case popolari e immobili comunali, della provincia, della regione, dell’INPS, dell’Università? All’emergenza abitativa.
• Cambiare i parametri del bando della morosità: concedendo fondi ai proprietari vincolando alla stipula di contratti concordati e non di libero mercato
• Aprire una spazio di trattativa tra soggetti sociali, istituzioni e proprietari legati alla morosità ed alle procedure di sfratto. L’occupazione terminerà MARTEDì 18 MARZO, alle ore 11, quando incontreremo la Commissione Tecnica dell’emergenza abitativa in cui porteremo queste rivendicazioni.
Progetto Prendocasa Pisa
Famiglie in emergenza abitativa